PEDAGOGIA DELLA DISABILITà - ANNO 2010

FORUM DIDATTICO. Stanza di collaborazione della classe - docente del modulo Floriana Briganti (DOCENTE TITOLARE ORNELLA DE SANCTIS) attività laboratoriale del corso di di Pedagogia della Disabilità - Suor Orsola Benincasa di Napoli, lezioni da marzo a giu



20 risultati trovati per "ornelladebiase433"

ornelladebiase433

EMOZIONI DEL FORUM (FACOLTATIVO) - Mer Mag 26, 2010 6:44 pm

Mi è piaciuto un sacco il nostro laboratorio.GRAZIE! Very Happy

PREAPPELLO PRENOTA QUI - 10 GIUGNO - Mar Mag 18, 2010 12:49 pm

ornella de biase 111001433

LEZ. 3 – LAB. 25 MARZO 2010 - BARRIERE ARCHITETTONICHE - Sab Mag 15, 2010 2:39 pm

Che esistano le barriere architettoniche nl 2010è qualcosa di assurdo, ed è uno dei primi inicatori che la nostra società non solo non si è evoluta ma che non accetta qualsiasi forma di diversità.

LA MIA GIORNATA TIPO:
6.30 sveglia,colazione,doccia.
8.30 lavoro come volantinatrice o università,e per spostarmi icontro un sacco di barriere,la prima è nel mio palazzo;non c'è l'ascensore,prendo spesso la metro di piazza Cavour che non ha ascensori o scivoli ma solo scale.
14.00 pranzo, poi studio e due volte la settimana impartisco lezioni private a domicilio e in nessuno dei due palazzi vi è l'ascensore.
17.00studio fino alle 20.
Il martedi arrivo ai Camaldoli con metro nuova(abbastanza attrezzata per i disabili) e bus (spesso con gradini troppo alti per salire e scendere)per andare in una casa famiglia.
Inoltre il giovedì pomeriggio faccio da catechista nella parrocchia di appartenenza che ha uno scalone immenso all'ingresso e che si è attrezzata con un poggia mano per gli anziani e di lato ha una discesa che funge da scivolo per i disabili.
Ma la sera mi reco in un'altra parrocchia ,perchè seguo un cammino di fede, e lì all'entrata vi è un gigantasco scalone per arrivare in chiesa e non c'è nè scivolo nè ascensori...e questo è un grosso problema.

lab 6 maggio esperienza di emarginazione - Sab Mag 15, 2010 2:15 pm

Porto gli occhiali anche se non si vede dalla foto.
Ho partecipato alla simulazione fatta in aula ed ero tra le emarginate;la sensazione iniziale è stata di disagio,
e di vergogna ripensando a quante volte io stessa ho emarginato e non me ne sono neanche resa conto e come la società lo faccia ogni giorno,esempio:la TV propina solo figure di ragazze perfette,alte magre,con misure tipo 90-60-90;e tutte quelle che sono più grosse,più basse e con il seno più piccolo?anche questa è emarginazione.
Riflettendo sulla simulazione nei giorni successivi ho pensato a quanto in realtà soffrano queste persone quando le poniamo ai margini,quando li dimentichiamo perchè inconsciamente siamo spinti ad un ideale di "persona perfetta " che non ammette la diversità in ogni sfaccettatura.

AUTISM AID ONLUS - INTERVENTO PROF. MINGUZZI/VASSALLO - Sab Mag 15, 2010 2:03 pm

Questa lezione mi è piaciuta tantissimo.Vedere quanto sia forte l'amore di un genitore nei confronti del figlio.
Mi hanno colpito le parole del Prof.Vassallo e dell'avv.Minguzzi in particolare quand hanno fatto riferimento alla nostra futura professione, a quanto valga il merito in una società che è andata avanti a raccomandazioni.

Laboratorio del 13 maggio LE TRE DOMANDE - Chi è l’educatore - Sab Mag 15, 2010 1:56 pm

Vorrei aggiungere la mia esperienza più recente come educatore.
Da un pò di tempo collaboro presso una casa famiglia dei Camaldoli che accoglie ex tossicodipendenti,spesso affetti da AIDS o sieropositive.
Quando mi è stato proposto di entrare a far parte di questa famiglia (che vi assicuro lo è in piena regola)
ho avuto paura e non volevo accettare anche perchè le mie esperienze passate sono state a contatto con bambini a rischio o al massimo con i senza fissa dimora,ma l'idea di dover affrontare una malattia del genere,di dovermi confrontare con delle persone spesso più grandi(dai 27 ai 72 anni) e doverle aiutare mi sembrava assurdo;inoltre pur conoscendo le modalità di contagio ero presa dai "tabù culturali" che mi portavo dietro e dai pregiudizi delle persone.
Grazie ad una mia collega ho accettato,ma prima di entrare in quella casa ho dovuto lavorare su me stessa, e molto!Ho dovuto ripensare ai miei limiti alle mie capacità,mi sono dovuta far forza vincendo ogni barriera.
Ancora oggi,non nego,ho spesso paura di non essere all'altezza della situazione ma quando entro al di là del cancello e li saluto mi dimentico della malattia e mi viene naturale stare con loro:ascoltare di che cosa parlano,aiutarli anche nelle cose più semplici.

Vi ho riportato la mia esperienza per sottolineare due cose:
1)Che ogni educatore è innanzitutto una "Persona" che prova sentimenti,emozioni,che si porta dietro un bagaglio culturale che spesso deve abbandonare per comprendere l'altro.
2)Che non bisogna credere di poter risolvere tutto, perchè spesso si affrontano situazioni non risolvibili, e perciò basta davvero poco per aiutare gli altri a stare meglio e a sentirsi accettati.







Poi ho accettato grazie alle pressioni

Laboratorio del 13 maggio LE TRE DOMANDE - Chi è l’educatore - Sab Mag 15, 2010 1:29 pm

1) Essere educatori è avere una Missione.L'educatore è una persona dotata di un carisma (che affina e professionalizza attraverso studio ed esperienza) e cioè quello di aiutare il prossimo a migliorarsi,a far emergere il meglio di sé,vuol dire condurre l'altro alla conoscenza delle proprie capacità,aiutandolo il più possibile a potenziarle e a renderle attive e fruttuose.
L'educatore è un "Camaleonte"che ha la capacità di costruirsi e decostruirsi rispetto alla situazione problematica che gli si presenta; attivando creatività e logica per trovare la strada migliore da intraprendere insieme all'altro.

2)La persona con disabiità (utilizzato il senso comune) indica un soggetto avente un deficit o un handicap(psicologico,motorio o sensoriale);secondo me la disabilità indica un disagio che non per forza è legato al corpo,ma partendo dalla scomposizone della parola:DIS-ABILE,induce a pensare ad un ostacolo che può essere anche di natura esistenziale, un limite che si pone una persona che non crede in se stessa,ed è convinta di non avere le capacità di realizzare un qualcosa che in realtà vorrebbe.Insomma la parola disabiltà potrebbe anche indicare un disagio esistenziale e/o culturale.

3)La pedagogia della disabilità è una branchia della pedagogia che studia le diverse forme di disabilità,ponendosi come obiettivo l'integrazione dei disabili nella società,e che sperimenta strumenti e tecniche capaci di migliorarne la qualità della vita.

lab. 7 maggio - Silenzio, ascolto e comunicazione - Dom Mag 09, 2010 8:55 pm

Il silenzio, arriva direttamente al cuore spalanca l'universo immenso che ci portiamo dentro; è difficile interpretarlo e raggiungerne l'essenza, provoca emozioni,sensazioni.
Resta uno dei pochi momenti preziosi per restare con noi stessi..."e ritrovare il volto delle cose che abbiamo perduto".
Il modo più dolce e soave per comunicare.

6/7 maggio domanda 1 e 2 teoria rispondi qui - Dom Mag 09, 2010 8:25 pm

1)Il corpo è manchevole di natura e Capucci lo definisce "OBSOLETO",avrei detto "incompleto"da un punto di vista fisico-biologico; ma ha in realtà un organo che più di tutti è perfetto:il cervello; lo rende capace di pensare, riflettere sulla sua condizione e creare e lo ha reso capace di inventare miriadi di supporti utili e concreti che come prolungamenti del sè riescono a compiere ed ultimare cose a lui ardue e pesanti,passando dalla tecnica alla tecnologia,che in è in velocissima crescita, è riuscito a migliorare la qualità della vita portandosi ad un livello ottimale.Per quanto riguarda l'imperfezione psicologica è una conseguenza deleteria delle ambizioni troppo grandi che l'uomo persegue a volte senza comprendere che su certi aspetti bisogna fermarsi perchè si passerebbe ad una condizione degenerativa.

2)La tecnologia sicuramente potenzia e coadiuva in una maniera insostituibile molte performance dell'uomo nella sua vita quotidiana e per alcuni risulta davvero indispensabile. Bisognerebbe però imparare a gestire la tecnologia in maniera funzionale senza che questa ci inglobi completamente e ci faccia perdere la condizione del reale.

Lab. 30 aprile - ESERCIZIO CATEGORIE GIOVANI / CONVEGNO(PER CHI è ANDATO) - Dom Mag 09, 2010 7:42 pm

I giovani (dai 14- 18 anni)di oggi, mi sembrano un tantino privi di iniziativa e di sogni(anche se ci sono delle eccezioni)!Si sentono realizzati solo se sono in massa e solo se riescono a sembrare il manichino nella vetrina del negozio più quotato della città...
non è sicuramente tutta colpa loro,c'è bisogno di specificare che spesso tutto quello che apprendono e lo stile di vita dissoluto a cui ambiscono gli è in parte inculcato dai genitori che sognano una velina o un calciatore in famiglia che risolva i problemi( quasi come se fossero un investimento)e li faccia sentire orgogliosi e ammirati.
Sono pochi i genitori che spingono i propri i figli ad una reale cultura e ad uno stile di vita mite e che guardi alla costruzione,anzi ad una progettualità più vera e concreta del futuro;non si investe più per farli diventare "PERSONE" ma si è innescato un meccanismo senza una finalità,svuotata dai "valori".
Proprio in questa fascia d'età durante la quale si forma la persona nella sua "Totalità", i giovani sono bersagliati da messaggi contraddittori da parte di genitori,agenzie educative formali e non e dai media.
Lasciati allo sbaraglio senza una società che li guidi correttamente,e la piccola parte esistente che lo vorrebbe fare trova miriadi di difficoltà.
ESERCIZIO SVOLTO CON:Valentina Palomba,Luigi,Ornella Annunziata.

Laboratorio 29 aprile (E COMMENTO ALLA TEORIA) - STEREOTIPI - Gio Apr 29, 2010 6:24 pm

Volevo rifarmi a quanto ho ascoltato oggi in aula, a quanto è emerso dalla discussione delle mie colleghe.
Si parlava di pank,emo e persone vestite ,dalla testa ai piedi,con abiti firmati e alla moda e si incolpava questi ultimi di emarginare gli altri e vederli diversi (ed è verissimo),ma anche i punk e gli emo sono stereotipati ed omologati,anche se fanno parte di un gruppo in minoranza.
Con questo voglio far capire che tutti ci omologhiamo in un modo o in un altro e non bisogna colpevolizzare solo Tv,mass media e pubblicità che fanno il loro lavoro.Siamo noi che non conscentizziamo,non abbiamo una visione critica su quanto ci viene proposto;tendiamo a seguire la massa perchè è più comodo,è meno faticoso che lavorare su noi stessi ,su quello che vogliamo diventare ed essere come persone.
Siamo bravi a trovare all'esterno colpe che solo in parte possono essere attribuite ai continui lavaggi del cervello mediatici;ma non troviamo alcun interesse nel curare ed arricchire la nostra parte interiore nè di ricercare e creare una nostra identità.
Per quanto riguarda i più giovani non fanno altro che seguire l'esempio degli adulti,è dovere degli educatori,insegnanti e genitori promuovere la differenza come ricchezza ed incoraggiarli a farsi conoscere per quello che sono.

Riguardo all'intervento di Giustina penso che l'insegnante non voleva calpestare la diversità dell'alunna ,ma solo promuovere la cura della persona,aprirle gli occhi.Ricordiamoci che l'età adolescenziale è un'età complicatissima durante la quale si possono croniccizzare "complessi" che possono rovinare la persona e le sue future relazioni. Mettersi le lenti a contatto e dimagrire non vuol dire per forza che prima ci si odiasse, ma imparare a migliorasi.Stare bene con se stessi vuol dire relazionarsi meglio con chi ci sta intorno.
Probabilmente l'insegnante ha lavorato solo su un disagio provato dalla ragazza,le ha dato il coraggio di reagire ed emergere per quella che voleva essere e non per quella che i genitori volevano che fosse,incoraggiandola a venire fuori.

Laboratorio 22 aprile – SOLLECITAZIONI TEORICHE - Lun Apr 26, 2010 7:25 pm

In aula mi ha colpito la frase "Non mi lascierà mai perchè può cambiarmi quando vuole" che J.Ballard ha riportato nel suo libro "La mostra delle Atrocità"inquadrando nella frase di questa donna tutta la stupidità,il life-motive inconcludente ed effimero che accomuna la nostra società.Da questa frase traspare l'insicurezza della persona nel relazionarsi all'altro così com'è dentro e fuori,che vive con l'ossessione del giudizio altrui e con la paura di non piacere più e perciò la paura di restare da sola.La paura della solitudine ci spinge ad aderire al pensiero della massa.L'importante per noi oggi è:Apparire, essere belli,anzi perfetti nella forma!MA SOLO IN QUELLO!?!Abbiamo dimenticato la nostra parte interiore,la nostra anima che và curata più del corpo...abbiamo dimenticato che siamo perfetti perchè UNICI ED IRRIPETIBILI!!!anche se con qualche imperfezione.Si cerca di aderire a canoni di bellezza standard,ma dettati da chi?E che cos'è il bello in sè,se non qualcosa di profondamente personale ed arbitrario.

LABORATORIO PER LA SETTIMANA 22-23 APRILE - Lun Apr 19, 2010 8:53 pm

ornelladebiase433

laboratorio 16 aprile DOMOTICA - Lun Apr 19, 2010 7:41 pm

La Casa Domotica è un'invenzione stupenda,come abbiamo potuto vedere lo è per i diversamente abili e non;è un ottimo inizio per fare in modo che persone disabili ed anziane possano avere così la propria intimità ed indipendenza.
la tecnologia applicata ha compiuto numerosi passi avanti ed è davvero un'ottima cosa,l'unico problema che resta da risolvere è quello dei costi che vanno abbattuti,e si potrebbe addirittura pensare a qualche forma di sussidio statale o comunale per acquistare almeno ,in parte, qualche arredo domotico per porre fine a sforzi e fatiche anche di chi vive il disabile tutta la giornata.

Laboratorio ATZORI - donne senza gli arti superiori - ESEMPI DI RESILIENZA - Lun Apr 19, 2010 7:20 pm

"La bellezza delle cose esiste nella mente di chi le osserva"....a questo noi non siamo abituati.
Siamo solo pronti a giudicare l'altro con superficialità e non ci rendiamo conto che dietro ogni persona c'è una storia,la stessa cosa la facciamo con i diversamente abili,li guardiamo con superficialità e proviamo tenerezza,
perchè?Siamo dei superficiali che vivono per l'apparire, l'Essere non sappiamo di avercelo noi figuriamoci se ci
preoccupiamo che lo hanno anche loro,e non pensiamo che sono stufi di essere trattati "come persone fuori dai margini".
Nei primi due video visti in aula mi hanno colpito la forza di volontà, la grinta, la grande capacità creativa che nasce dall'amore in qualcosa(ad es:i due ballerini verso la danza) o qualcuno (madre- figlio).
Non nego di aver provato una sorta di dolore profondo nel vedere queste persone reinventarsi la vita!
Mi ha colpito moltissimo Simona Atzori la sua forza, la sua creatività nel reinventarsi l'arte...e più di ogni cosa mi ha colpito l'Amore profondo per la Vita,vissuto come "Dono" gratuito di Dio.
Mi ha colpito la sua forza di reagire agli stereotipi della nostra epoca:è riuscita a professare la sua Fede in un'intervista,e quanti di noi spesso si nascondono e non la professano neppure agli amici per paura di essere
derisi,perchè credere in qualcosa che non si vede,non si tocca,e non è griffato è fuori moda....

ornelladebiase433

SIMULAZIONE 9 APRILE - Lun Apr 12, 2010 8:27 pm

L'esperienza della cecità è stata straordinaria,abbiamo compiuto un piccolissimo gesto e per pochi minuti siamo giunti ad una realtà che non ci appartiene!Siamo state in silenzio ed abbiamo prestato attenzione attraverso l'ascolto.Sono rimasta in silenzio fino alla fine dell'ora,non avevo parole,solo pensieri e sensazioni che andavano su e giù tra la mente e il cuore.Già in aula avevo un commento da fare ma ho preferito tacere...
Riguardo alle poesie sono stata colpita un pò da tutte,ognuna di esse ha tanto da trasmettere,da dire.Sono tutte un gesto forte che esprimono la sofferenza per la propria situazione e la volontà di reagire per ridare un senso alla propria vita;l'invito a voler essere chiamati per nome per essere riconosciuti come "PERSONE"e non come diversamente abili è una cosa che mi ha fatto pensare a come io potrei sentire se fossi un'anonima di fronte al mondo.
Mi piace molto l'espressione "fiore delicato"che coglie in pieno il senso della caducità della condizione fisica e morale dei disabili.
Mi sono accorta che c'è bisogno di molta sensibilizzazione verso questa problematica.
Dobbiamo essere noi che ci definiamo "Normali"a ridare loro la Dignità di persona che gli è propria,dobbiamo ridare loro i Diritti che gli spettano e non permettere che ogni gesto che facciamo per loro ,ogni parola che scambiamo con loro la vedano come una cortesia o un gesto di assistenzialismo,non dobbiamo permettergli di dirci "GRAZIE"se facciamo qualcosa con loro e per loro.

lab. 8 aprile - LAVORIAMO SULE IMMAGINI - Lun Apr 12, 2010 7:12 pm

Per quanto mi riguarda ,tra i quadri visti in aula,quelli che mi hanno fatto pensare sono quelli di Botero.
Mi ha fatto riflettere come al di là di ogni canone convenzionale bisogna imparare a vedere e trovare la bellezza in ogni cosa.Infatti ,osservando con attenzione le sue pitture, dopo un attimo di sorpresa il mio sguardo si è perso in due punti:1) i colori che quasi fanno perdere di vista i contorni dei soggetti ritratti;
2)le forme tondeggianti e burrose che mi hanno fatto pensare ad una persona calma, rilassata e tranquilla dopo un momento di ansia e di confusione interiore,consapevole di essere ritenuto dalla società come "DIVERSO". Mi ha fatto sobbalzare alla mente la prima parte della Metamorfosi di Kafka quando Gregor Samsa ,il protagonista,si sveglia improvvisamente trasformato in uno scarafaggio e non si preoccupa tanto della sua condizione ma di come non far accorgere la famiglia e il datore di lavoro di questa sua situazione.
Dopo un primo periodo durante la quale solo la sorella si prende cura di lui,mentre i genitori non lo accettano, anzi hanno paura,viene lasciato a se stesso.Nessuno aveva capito che Gregor S.aveva conservato tutte le sue facoltà mentali,quindi era in grado di pensare,di capire quanto gli venisse detto,di provare dei sentimenti.
L'altra cosa a cui mi ha fatto pensare e alla "Coscienza di Zeno" di Svevo,dove il protagonista Zeno Saltini è una persona profonda e riflessiva,insicura di sè e delle sue scelte.In particolare mi veniva in mente l'episodio della conoscenza con le quattro sorelle Malfetti e ne critica una perchè molto brutta,rozza e timida
alla fine però sposa lei.Tutto questo per dire che secondo me c'è bisogno di andare oltre la percezione e la sensazione iniziale,dobbiamo imparare a toccare il fondo in ogni persona,conscerla dentro,scoprirne le potenzialità,le doti,i sentimenti e i valori. La Disabilità che mi è venuta in mente è la Trisomia 21(sindrome di down),e allo sguardo(dolce e comunicativo) che spesso accomuna coloro che ne sono affetti.


LA FAVOLA: la favola a cui ho pensato é "La Bella e la Bestia",perchè molte persone disabili sono arrabbiate e scoraggiate dalla propria condizione e sono convinti di non poter amare nè di poter essere amati(per amore intendo ogni forma: genitoriale,amicale,interpersonale),invece in questa favola la Bestia si apre al sentimento grazie ad una persona paziente ed affettuosa che gli ridà la voglia di vivere.


ALTRE IMMAGINI:tra le altre immagini quelle che mi hanno colpita sono quelle di Oliviero Toscani,il suo è un grido all'accettazione della diversità;è un invito sociale a capire la Globalizzazione in un altro senso,oltre che a quello economico.Sono immagini di fratellanza,di pace universale tra i popoli e tra le persone,ed in particolare l'immagine dei due bambini ha un messaggio pedagogico molto importante e diretto per le nuove generazioni,perchè vuole inculcare sin da piccoli che non esiste nè razza,nè colore,nè sesso,che non abbia i nostri stessi diritti:alla libertà e alla vita innanzitutto.

Lez. 4 – lab. 26 Marzo 2010 – le parole sono importanti: diversità - Sab Mar 27, 2010 7:49 pm

Le scene di "indovina chi viene a cena" mi hanno emozionato tanto.
Il motivo principale è vedere come ,negli anni 60, risultava difficile accettare l'unione di due persone solo per la differenza di colore;mi hanno fatto riflettere le differenti ideologie che emergono nel video 2 tra il protagonista e suo padre e cioè quanto quest'ultimo abbia un'idea innata "dell'essere diverso",quanto parta sconfitto dall'idea di poter vincere i pregiudizi altrui,e d'altro canto quanto il dott.Prentice parta da un'altra prospettiva,nuova per la sua generazione e per quella precedente ad essa:"si sente un uomo" e basta!senza aggettivi che ne aggiungano il carattere di specie diversa ed inferiore(giallo,nero,africano ecc...).
Questa è secondo me la prospettiva giusta da cui partire per instaurare un rapporto con l'altro ,che egli sia diverso per razza (se ancora qualcuno pensi che ne esistano),colore,ceto o professione; o semplicemente diverso perchè "diversamente abile".Bisogna tenre sempre a mente e incarnare l'idea che siamo tutti uomini e che perciò godiamo degli stessi diritti,proviamo gli stessi sentimenti e abbiamo lo stesso cervello...
Inoltre trovo attualissimo il problema del matrimonio che emerge nel film(l'accettazione da parte dellla società,i pregiudizi da combattere,le difficoltà a cui dovranno andar incontro le famglie,il fatto che in alcuni paesi sia reato o nn riconosciuto),paragonabile alla situazione attuale per le coppie di fatto,o i matrimoni omosessuali.
Riguardo all'esercizio non c'è perchè ero assente!

lez. 2 - laboratorio 19 marzo Pistorius - Ven Mar 19, 2010 8:17 pm

[b][center]Nella vita di Pistorius l'uso delle protesi ha portato grossi vantaggi:la rivincita personale,la libertà motoria desiderata;ha sicuramente riacquistato fiducia in sè stesso (e questo ha giocato un ruolo fondamentale a livello psicologico)permettendogli di aver il coraggio di presentarsi alle Olimpiadi.
Questo gesto ha dietro di sè la voglia di farsi accettare dagli altri,di farsi apprezzare,di farsi voce di quella categoria di persone poste ai margini,quasi nascoste dalla società.Sembra che lui abbia gridato "io ci sono proprio come te".Volendo abbattere le barriere mentali del senso comune.
A livello agonistico probabilmente le protesi apportano dei vantaggi a livello tattico rispetto agli altri atleti.

LEZIONE 1 - LABORATORIO DEL 18 MARZO 2010 - Ven Mar 19, 2010 8:04 pm

[b][center]Premetto di non aver visto il film.Ma dal trailer emerge chiaramente quanto un diversamente abile desideri la "normalità"a costo di sacrificare la propria identità (che lo rende persona unica ed irripetibile).
Mi ha colpito il costo di questo sacrificio,che noi non pagheremmo mai,e che invece loro se solo potessero ,nella realtà ,lo pagherebbero volentieri.


dovremmo discutere su quanto dici.
la docente


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