Oggi non sono potuta essere presente alla lezione, ma vorrei dare lo stesso un mio pensiero riguardo al laboratorio di oggi.L'educatore è un operatore professionale previsto in alcune Unità Operative delle ASL, come ad esempio le Unità materno-infantili, nei servizi per le tossicodipendenze (Sert) e nei servizi psichiatrici.
Il suo compito è di intervenire a favore di quelle persone che si trovano in situazioni di disagio, svantaggiate a causa di handicap psico-fisici, con problemi legati ad emergenze familiari, difficoltà di relazioni o problemi di devianze.
L'educatore si pone come scopo il benessere degli utenti mediante l'uso di tecniche ricreative, culturali ed aggregative.
Nella pratica l'educatore deve far di tutto per rendere l'utente attivo ed espressivo, capace di costruire comunicazioni e relazioni. L'educatore deve valorizzare le capacità personali, stimolare l'autonomia fisica e psicologica, deve stimolare l'espressività degli utenti. L'educatore lavora con e per gli utenti, non SU di essi; l'educatore, infatti deve rispettare attitudini e desideri degli utenti che ha di fronte.
E' importante ricordare che fare l'educatore non significa far ridere gli utenti da mattina a sera; l'educatore non deve fare cose divertenti, ma fare sì che gli utenti si divertano; non deve fare cose espressive, ma deve fare sì che gli utenti si esprimano. Per essere un buon educatore, non basta possedere una solida formazione professionale; è necessario essere capace di confrontarsi con chiunque, indipendentemente dal suo problema, con spirito libero e soprattutto alieno da ogni pregiudizio.
E' necessario prendere atto che ci si trova di fronte ad una persona "diversa" e comportarsi senza lasciarsi prendere dalla pietà che bloccherebbe lo sviluppo dei rapporti.
Occorre dunque, capacità empatica, occorre saper vestire i panni di chi ci sta di fronte e soffrire con lui per cercare di capire quello che prova, quello di cui ha bisogno, quello che desidera e che percezione ha degli altri e dell'ambiente che lo circonda.
Bisogna essere creativi per proporre iniziative originali, capaci di calamitare l'attenzione e di evitare che subentri la noia e quindi l'allontanamento, ma soprattutto capaci di favorire la comunicazione e l'integrazione tra gli individui.
E' necessario essere dotati di grande sensibilità personale per permettere a chi "soffre" di vivere con più serenità la propria condizione.
L'educatore può proporre molteplici attività, ma le attività non sono l'animazione in sé: l'attività è solo un modo per raggiungere l'obiettivo che l'educatore si è posto.
Nelle situazioni riabilitative o nei casi di istituzionalizzazione, l'educatore darà un efficace contributo alla rimessa in moto delle funzioni psicologiche, relazionali ed operative compromesse; sarà importantissimo per la sua funzione di rallentamento del processo degenerativo e nella gestione del tempo libero.
In un programma terapeutico-riabilitativo l'educatore opera sulle capacità residue, mirando al recupero delle funzioni indebolite e alla re-integrazione degli emarginati e promuove azioni di cura del disagio.
L'educatore deve puntare all'acquisizione del più alto grado di autonomia dell'utente affinché l'utente possa riprendere le proprie abitudini di vita e le proprie relazioni sociali. L'educatore a tale scopo utilizza anche la terapia occupazionale, che ha come fine quello di recuperare la eventuale disabilità. La terapia occupazionale trova impiego specie nelle malattie mentali, fonde l'atto motorio con la funzione mentale; consiste nella rieducazione espressiva realizzata attraverso l'occupazione.
L'occupazione, considerata come mezzo di espressione, sarà il momento terapeutico più appropriato per le patologie mentali. La terapia occupazionale si pone il recupero dell'autosufficienza come momento fondamentale, ricostruendo le capacità inerenti le attività della vita quotidiana: vestirsi e svestirsi, lavarsi, mangiare, saper leggere, scrivere, uscire, fare compere, andare in posta, e così via tutte le attività che consentono una qualità accettabile di vita.
E' importante ricordare che non è possibile che un educatore operi efficacemente e a lungo se opera da solo, senza essere parte di un equipe. L'educatore solitario oltre a non essere credibile, avrà breve durata.
Solo se fa parte di un gruppo, di una organizzazione che ha un suo programma d'intervento potrà contribuire efficacemente al processo di animazione e riabilitazione dell'utente.
La disabilità è la condizione personale di chi,in seguito ad una menomazione, ha una ridotta capacità di interazione con l'ambiente sociale rispetto a ciò che è considerata la norma, pertanto è meno autonomo nello svolgere le attività quotidiane e spesso in condizioni di svantaggio nel partecipare alla vita sociale. La prima disabilità che mi viene in mente è quella riguardo al soggetto autistico. Le persone con autismo presentano una mancanza o difficoltà nella ricerca spontanea della condivisione di gioie, interessi o obiettivi con altre persone. Inoltre vi è una grande difficoltà o incapacità a sviluppare delle relazioni con gli altri e a interpretare i gesti, le posture che regolano le interazioni sociali. Ad esmpio può esservci una compromissione nell'uso di diversi comportamenti non verbali ocme: lo sguardo diretto, le espressioni del viso ecc..La persona con autismo mostra anche delle difficoltà nel comprendere il linguaggio "simbolico" e spesso ha problemi nel cogliere metafore, modi di dire ecc...La persona con autismo ha una modalità di ocmprensione "letterale" delle parole, che spesso le crea delle difficoltà a comprendere ciò che viene realmente espresso da un discorso, o ad attribuire alla medesima parola dei significati differenti a seconda del contesto.In generale vi è un'alterazione dell'uso dl linguaggio evidenziata dall'incapacità di integrare le parole con la gestualità.