ChiaraMontefusco Gio Mag 06, 2010 6:05 pm
Oggi in aula durante il laboratorio abbiamo affrontato il tema dell'emarginazione simulato nel gioco del sindaco. In entrambi i casi io mi trovavo "in città" , però sicuramente perchè un gioco io non ho provato alcuna sensazione di piacere e divertimento a sentirmi parte integrante della città poichè mi concentravo di più sull'osservare gli emarginati pensando loro che stessero provando, se lo stavano prendendo come un gioco, o se invece quest'esperienza influiva molto su di loro. Mi ha colpito l'intervento di una collega "in città" quando ha detto di sentirsi in colpa nei confronti degli emarginati, io però in questo caso credo che il senso di colpa venga fuori proprio perchè attraverso il gioco ci si è fattonotare come una caratteristica non comune, o un gusto, tendono a differenziarci e ad escludere certe persone, ma magari nella vita quotidiana noi tendiamo ad escludere determinate persone e neanche ci facciamo caso. Differenti invece sono state le testimonianze degli "emarginati", come quella di Elvira che riteneva di non essersi sentita emarginata perchè lei faceva parte di un gruppo unito ritenendo che gli emarginati eravo noi "della città" perchè nonostante avessimo l'opportunità di divertirci sembravamo distaccati gli uni dagli altri, o altre testimonianze in cui le ragazze hanno confessato di aver provato imbarazzo, isolamento, avvertendo la perdita di sicurezza da un momento all'altro e stesso il fatto di non poter esprimersi e di non aver voce in capitolo è pesato, infatti anch'io immedesimandomi in loro credo che un pò di disagio l'avrei provato perchè essere giudicato così da un momento all'altro come un emarginato solo perchè porto gli occhiali o ascolto musica classica, cose che per me possono essere normali svolte quotidianamente, bhè credo arebbe prodotto un effetto strano in me. Credo che quest'esperienza sia valsa molto per farci intendere come noi sottovalutiamo determinati nostri atteggiamenti nella vita quotidiana, senza pensare quindi che prendendo determinate decisioni in base ai nostri gusti, ai nostri interessi e alle nostre aspettative, tendiamo ad escluderne altre che coinvolgono o meno determinate persone (diverse o uguali a noi esse siano).