IlariaDiMeglio1420 Gio Mar 25, 2010 9:42 pm
Planning di una mia giornata tipo:
7,00 sveglia(colazione,doccia,rifaccio il letto)
7,45 esco di casa(anche se abito al piano terra devo scendere 6 scalini),prendo metro e funicolare (in entrambe sono previsti servizi per disabili e mi è anche capitato di vederli in funzione)e arrivo all'università
8,30-13,30 seguo i corsi e rifaccio il percorso a ritroso per tornare a casa
14,15 pranzo
15,00-18,00 riposo,oppure leggo,controllo le e-mail,chiacchiero con qualche amica al telefono
18,00 vado in palestra (per arrivarci percorro una scorciatoia,due rampe di scale che mi permettono di arrivare almeno 10 minuti prima)
19,30 torno a casa(sempre prendendo la scorciatoia),faccio la doccia
20,30 ceno
22,00 esco con amici (abitando in un parco grande con più entrate, quando esco scelgo l'uscita del parco più vicina al mio palazzo,cioè una ramapa di scale totalmente sprovvista di un'apparecchiatura per disabili)
24,00 vado a dormire
Immaginando che questa stessa giornata sia vissuta da una persona sulla sedia a rotelle, la prima cosa che mi salta all'occhio è sicuramente la necessità di maggior tempo per poter compiere quelle che io ritengo azioni abituali e disinvolte,azioni che uno compie senza neanche rendersene conto (come scendere le scale,prendere scorciatoie).
Dopo questo esercizio e dopo aver visto il video mi è venuto un gran senso di tristezzae rabbia.Di questioni del genere se ne parla spesso e da sempre(a partire dai tempi della scuola,per poi arrivare all'università,tra amici,in famiglia,ecc)e chiunque viene coinvolto nella discussione orale non può non esserlo anche emotivamente.Rabbia?Compassione?Tristezza?Si può chiamare in qualsiasi modo ma di certo un coinvolgimento più profondo c'è,perchè non si può rimanere impassibili davanti a una tale tematica.Ma poi passa del tempo e ognuno torna a vivere la propria vita normalmente e quelli che sono "problemi" esistenziali per alcuni (e che per alcuni attimi li abbiamo sentiti anche nostri nel momento in cui abbiamo condiviso il loro disagio),tornano ad essere "problemi" esclusivamente loro.
Quello che penso (collegandomi anche al video visto in aula) è che purtroppo per far funzionare bene il sistema,per far sì che da esso nessuno ne venga escluso, non basta solo un piano urbanistico ad hoc.Soprattutto negli ultimi anni, infatti,si è visto come si sta cercando di abbattere le barriere architettoniche(sono più frequenti ascensori,montacarichi ecc),però a quanto pare questo non basta.L'indifferenza e la negligenza degli addetti al funizionamento dei montacarichi nella metropolitana ne è un chiro segnale.I montacarichi ci sono ma non funzionano,perchè?Il concetto di barriera è un concetto molto ampio che non può sicuramente essere uguale per tutti(quella che può essere una barriere per me potrebbe non esserlo per un'altra persona e viceversa)ma comprendere e immedesimarsi nell'altro non è una cosa facile.E' per questo che la società andrebbe rieducata rispetto a quella che è la "diversità" e la conoscenza dell'altro,perchè altrimenti si andrà sempre verso un mondo che esclude i "diversi" e neanche le migliori tecnologie potranno servire.