mariarosaria palermo 1081 Dom Mag 23, 2010 8:56 am
Il video delle nuove tecnologie è a dir poco sconvolgente, a me, personalmente, spaventa anche un po'... forse la causa è anche dei film:
nei film che trattano delle tecnologie, quasi sempre, a metà l'uomo perde il controllo delle macchine. E' questo quello che mi spaventa, l'essere umano crea macchine, computer “intelligenti”, robot, ma poi sarà in grado di gestirli?
Qualche settimana fa su Italia1 è andata in onda una puntata di “Mistero” in cui Andrea Bossari si è recato in un acceleratore di particelle, credo fosse il CERN che si trova al confine tra la Francia e la Svizzera. In questo centro fanno viaggiare la particelle dentro dei tubi, dalla sala centrale i fisici le comandano, facendole scontrare fra loro. Gli scienziati attraverso questi scontri cercano di ricreare l'esplosione che ha dato vita all'universo, il Bing Bang, in particolare cercano di ricreare una particella nello specifico, la “Particella di Dio”.
A. Bossari intervista diversi fisici, e oltre a chiedere come funziona l'acceleratore, chiede loro i rischi di questi scontri fra particelle. E durante il servizio una scienziata mi ha colpito molto perché cercava di deviare il discorso e minimizzare i danni che questi esperimenti causano. Infatti, un altro scienziato afferma che questi scontri fra particelle generano dei mini buchi neri nell'universo e che il rischio più grande è quello che se ne possa creare uno di vaste dimensioni che possa risucchiare la Terra. Quando il conduttore fa notare ciò alla scienziata lei cerca di spiegare che sono persone competenti quelle che lavorano nel centro e a dimostrazione di ciò ci sono i cinquant'anni di funzionamento dell'acceleratore, durante i quali non è successo nulla di pericoloso...
Personalmente non mi sono rincuorata per nulla... anzi!
Quasi come se dovessimo aspettare che accada qualcosa di negativo per bloccare tutto, e se accadesse qualcosa di irrimediabile?
Trovo la ricerca della “Particella di Dio” molto inutile, cosa vuole dimostrare l'uomo? Di essere un dio? Di poter governare e gestire a proprio piacimento la “natura”? Se e quando l'uomo riuscisse a trovarla cosa ne ricaverebbe?
Ritornando tra i “comuni mortali” che del ricreare i primi istanti dell'universo non interessa proprio, credo che la tecnologia faciliti la vita dell'uomo, oggi basta prendere l'areo per spostarsi da un continente all'altro, ma ha anche molti aspetti negativi e spesse volte anche pericolosi.
Anche per quanto riguarda il rapporto disabili e tecnologia molti sono gli aspetti positivi e tanti altri sono quelli negativi. La tecnologia aiuta il disabile a condurre una vita più autonoma, meno difficoltosa, ma allo stesso tempo può diventare dipendente dallo strumento tecnologico. Ad esempio molte insidie sono portate dal computer: sempre di più si parla di telelavoro, ossia del lavoro che si può svolgere a casa. Ciò favorisce la condizione del diversamente abile ma se ci soffermiamo a riflettere è un passo avanti e due indietro perché in questo modo il disabile ritorna all'interno delle mura domestiche.
Se il video delle nuove tecnologie e della prospettiva di un mondo futuro sempre più tecnologico mi ha spaventato, i video riguardanti il Papa Giovanni Paolo II sono senza alcun dubbio toccanti, emozionanti...
Papa karol wojtyla ha segnato la storia, un esempio di resilienza. E' stato un uomo che non si è lasciato fermare dalla sua stessa malattia, eppure credo che per lui, a livello psicologico, sia stato molto difficile visto il suo passato da atleta. Più che con le parole credo che abbia insegnato con la sua vita: la voglia di fare, l'amore verso il prossimo, l'umiltà nei gesti...
Le parole spesso volano, vengono dimenticate, ma l'esempio si ricorda sempre. E' stato una figura importante non sono per i credenti ma anche per gli atei, su you tube sotto i suoi video ci sono molti commenti di persone non credenti che hanno amato e amano il papa Karol Wojtyla.
L'ultima volta che ho visto Giovanni Paolo II è stata dopo la sua morte, quando fu esposto il suo corpo prima dei funerali, ricordo le 10 ore di fila per entrare nella Chiesa (impossibili da dimenticare). Quando però sono finalmente entrata in Chiesa ho avuto la sensazione che non fosse lui, come se li non ci fosse il papa, che non appartenesse più a questa terra, forse ero stanca, forse per via dei ritocchi che gli hanno fatto...
Ogni intervento medico sulla persona umana è sottoposto a dei limiti che non si riducono all'eventuale impossibilità tecnica di realizzazione, ma sono legati al rispetto della stessa natura umana. Papa Karol Wojtyla