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Ilaria Esposito
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307 partecipanti
Lab. 30 aprile - ESERCIZIO CATEGORIE GIOVANI / CONVEGNO(PER CHI è ANDATO)
felicia sciorio- Messaggi : 25
Data di iscrizione : 18.03.10
Età : 38
Località : Giugliano in Campania
da poco tornata dal convegno, che si è tenuto oggi pomerriggio al complesso universitario di Monte S. Angelo, sull autismo...... ora vi spiego un pò come si è svolto il seminario.... la prima parte, è stata un po "pesante" perchè si è parlato in termini tecnici di autismo.... mentre la seconda parte è quella che mi è rimasta più impressa, nella quale abbiamo sentito varie testimonianze...... oltre alla testimoninza del professore Minguzzi, anche la testimonianza diretta di un ragazzo autistico.... di nome Dario D'Arbora.....lui ha parlato della sua esperienza, nella sua integrazione nella scuola che è stata facilitata sopratutto grazie alla dirigente scolastica della scuola Margherita di Savoia, Napoli....... e in particolare dalla sua professoressa di lettere Marisa Dumontet(che gli ha fatto da tutor)e grazie al sostegno di entrambe, che hanno visto in lui un vero talento, lo hanno aiutato nell integrazione con gli altri ma ha anche preso il diploma ed ora è anche laureato in Psicologia dei processi relazionali e di sviluppo..... Questa è stato per me un esperienza davvero interessante...... e credo che da ora in poi mi avvicinerò sempre di più a questo mondo che prima per me era molto sconosciuto....
antonia- Messaggi : 21
Data di iscrizione : 23.03.10
I giovani sono un argomento su cui si dibatte molto oggi giorno. Ci sono sempre più quarantenni che sembrano dei ventenni tanto che i media ci hanno bombardato, per un periodo, con i cosiddetti "figli bamboccioni". Non possiamo nascondere il fatto che un tempo si veniva responsabilizzati molto prima. Oggi possiamo allargare la fascia d'età dei giovani, secondo me, dai 18 ai 30 anni. Il periodo della giovinezza è quello in cui si è spensierati (più o meno), ci si vuole divertire tenendo però sempre presente l'importanza di costruire un qualcosa per il futuro ( ovviamnete questo non vale per tutti). Credo che nello stabilire la fascia d'età in cui ci si considera giovani, molti di noi, hanno tenuto conto dell'aspetto "futuro"; la fascia d'età è più ampia proprio perchè c'è più difficoltà nel trovare lavoro, di conseguenza ci si allontana da casa in età più tarda e l'intero processo è rallentato. Il futuro purtroppo per noi è incerto, ma non bisogna demordere ed una speranza in più ce l'hanno data i due prof. che sono venuti a parlarci oggi della loro associazione sull'autismo. Molte volte il nostro settore di educatori viene sminuito, talvolta ci si scoraggia, loro oggi ci hanno fatto capire che siamo utili e forse indispensabili per molti bambini e non solo affetti da malattie o che comunque non godono di famiglie solide alle spalle! GRAZIE
ChiaraMontefusco- Messaggi : 26
Data di iscrizione : 23.03.10
Età : 34
Giovani/futuro (adattamento e resilienza)
Quando si parla dei giovani mi viene spontaneo apportare un confronto soprattutto tra quella che è la mia generezione (anni 80) e gli adolescenti odierni (ossia degli anni 90)...personalmente noto molta differenza in quanto i ragazzi d'oggi (dai 12 ai 15 anni) sono molto più spigliati e indipendenti rispetto a come lo ero io alla loro età, si può dire che io giocavo con le bambole e ignoravo l'esistenza di certe cose come anche l'andare a ballare o ritirarmi tardi la sera, mentre invece al giorno d'oggi si può dire che i giovani bruciano troppo in fretta tutte le tappe mettendo spesso su anche "famiglia". Credo che la colpa vada attribuita in parte anche ai genitori che volendo anch'essi fare i giovani trascurano il loro "mestiere" di educare i figli pensando che lasciandoli liberi crescano bene, mentre invece vengon fuori ragazzi sbandati e privi di valori che nn riescono a porsi un fermo neanche dinanzi a determinate circostanze. C'è da dire però che man mano che si va avanti le generazioni variano sempre più e questo lo posso dimostrare personalmente col fatto che io nonostante abbia dei valori che la mia famiglia mi ha inculcato sin da piccola,sono più "ribelle" rispetto a mia sorella con cui ho 12 anni di differenza, nonostante quindi siamo state educate allo stesso modo. Credo che queste differenze così nette siano dettate però anche dal continuo trasformarsi della società in cui viviamo, dei modelli che vengono trasmessi, e perchè no anche dai media che trasmettono attraverso fictions e reality stili di vita viziati, in cui la parola d'ordine è lo sballo assieme all'apparire.
Tuttavia (anche se posso sembrare contraddittoria, lo sono di natura) non bisogna etichettare tutti i giovani come buoni a nulla, svogliati o viziati, in quanto noi giovani non abbiamo molte possibilità di riuscita, sbocchi , quindi spesso fà anche comodo etichettarci in questo modo non curandosi del fatto che invece dovrebbero garantirci una maggiore stabilità all'interno della società in cui viviamo anche per quanto riguarda il nostro futuro, futuro che per il momento lo intravedo come un grosso punto interrogativo.
Quando si parla dei giovani mi viene spontaneo apportare un confronto soprattutto tra quella che è la mia generezione (anni 80) e gli adolescenti odierni (ossia degli anni 90)...personalmente noto molta differenza in quanto i ragazzi d'oggi (dai 12 ai 15 anni) sono molto più spigliati e indipendenti rispetto a come lo ero io alla loro età, si può dire che io giocavo con le bambole e ignoravo l'esistenza di certe cose come anche l'andare a ballare o ritirarmi tardi la sera, mentre invece al giorno d'oggi si può dire che i giovani bruciano troppo in fretta tutte le tappe mettendo spesso su anche "famiglia". Credo che la colpa vada attribuita in parte anche ai genitori che volendo anch'essi fare i giovani trascurano il loro "mestiere" di educare i figli pensando che lasciandoli liberi crescano bene, mentre invece vengon fuori ragazzi sbandati e privi di valori che nn riescono a porsi un fermo neanche dinanzi a determinate circostanze. C'è da dire però che man mano che si va avanti le generazioni variano sempre più e questo lo posso dimostrare personalmente col fatto che io nonostante abbia dei valori che la mia famiglia mi ha inculcato sin da piccola,sono più "ribelle" rispetto a mia sorella con cui ho 12 anni di differenza, nonostante quindi siamo state educate allo stesso modo. Credo che queste differenze così nette siano dettate però anche dal continuo trasformarsi della società in cui viviamo, dei modelli che vengono trasmessi, e perchè no anche dai media che trasmettono attraverso fictions e reality stili di vita viziati, in cui la parola d'ordine è lo sballo assieme all'apparire.
Tuttavia (anche se posso sembrare contraddittoria, lo sono di natura) non bisogna etichettare tutti i giovani come buoni a nulla, svogliati o viziati, in quanto noi giovani non abbiamo molte possibilità di riuscita, sbocchi , quindi spesso fà anche comodo etichettarci in questo modo non curandosi del fatto che invece dovrebbero garantirci una maggiore stabilità all'interno della società in cui viviamo anche per quanto riguarda il nostro futuro, futuro che per il momento lo intravedo come un grosso punto interrogativo.
Angela Vitale- Messaggi : 23
Data di iscrizione : 20.03.10
Età : 40
Località : Calvizzano
SEMINARIO "Autismo,dall'adolescenza all'età adulta"
Oggi ho preso parte al seminario organizzato dal centro SINAPSI(centro dell'Ateneo Federico II che offre servizi ed iniziative rivolte all'iclusione ed alla partecipazione alla vita universitaria, attraverso una progettazione individualizzata per lo studente e supporto in ambito pedagogico,psicologico e tecnologico) intitolato "Autismo,dall'adolescenza all'età adulta"... Gli interventi dei relatori sono risulati a mio avviso molto interessanti e stimolanti per una miriade di riflessioni... Anzitutto è stato definito il concetto stesso di AUTISMO,come disturbo pervasivo dello sviluppo "diverso" da quello di SCHIZZOFRENIA(patologia a cui per tanti anni erroneamente è stata associata).. L'importanza della DIAGNOSI,utile per individuare e classificare la patologia e della TERAPIA,che non può essere generalizzata ma pianificata ad personam... Il ruolo fondamentale della RIABILITAZIONE in particolare nei soggetti con disturbi dello spettro autistico in età adolescenziale(fase critica,di trasformazione che determina un forte squilibrio psicofisico).. In ultimo il ruolo e le competenze sempre più affinate e specifiche degli EDUCATORI e dgli OPERATORI SCOLASTICI nell'ambito dell'autismo.. L'autismo è una sindrome di cui si sa poco e si tende a minimizare o comunque ad isolare i soggeti affetti da questo disturbo.. in realtà,riprendendo una della frasi dell'esimio prof. Vassallo,tutti questi soggetti portano in sè innumerevoli potenzialità... una efficace progettazione ed erogazione dell'offerta formativa potrebbe dischiudere uno scrigno di risorse e abilità inpensate.. Il convegno di oggi mi hanno molto arricchita non solo da un punto di vista informativo/nozionistico ma soprattutto umano.. ogni persona è un piccolo mondo che va rispettato e compreso nella sua peculiarità..
Oggi ho preso parte al seminario organizzato dal centro SINAPSI(centro dell'Ateneo Federico II che offre servizi ed iniziative rivolte all'iclusione ed alla partecipazione alla vita universitaria, attraverso una progettazione individualizzata per lo studente e supporto in ambito pedagogico,psicologico e tecnologico) intitolato "Autismo,dall'adolescenza all'età adulta"... Gli interventi dei relatori sono risulati a mio avviso molto interessanti e stimolanti per una miriade di riflessioni... Anzitutto è stato definito il concetto stesso di AUTISMO,come disturbo pervasivo dello sviluppo "diverso" da quello di SCHIZZOFRENIA(patologia a cui per tanti anni erroneamente è stata associata).. L'importanza della DIAGNOSI,utile per individuare e classificare la patologia e della TERAPIA,che non può essere generalizzata ma pianificata ad personam... Il ruolo fondamentale della RIABILITAZIONE in particolare nei soggetti con disturbi dello spettro autistico in età adolescenziale(fase critica,di trasformazione che determina un forte squilibrio psicofisico).. In ultimo il ruolo e le competenze sempre più affinate e specifiche degli EDUCATORI e dgli OPERATORI SCOLASTICI nell'ambito dell'autismo.. L'autismo è una sindrome di cui si sa poco e si tende a minimizare o comunque ad isolare i soggeti affetti da questo disturbo.. in realtà,riprendendo una della frasi dell'esimio prof. Vassallo,tutti questi soggetti portano in sè innumerevoli potenzialità... una efficace progettazione ed erogazione dell'offerta formativa potrebbe dischiudere uno scrigno di risorse e abilità inpensate.. Il convegno di oggi mi hanno molto arricchita non solo da un punto di vista informativo/nozionistico ma soprattutto umano.. ogni persona è un piccolo mondo che va rispettato e compreso nella sua peculiarità..
ErminiaScamardella- Messaggi : 22
Data di iscrizione : 19.03.10
Età : 35
Località : Bacoli
- Messaggio n°30
Salve!!
Allora cosa dire del convegno...bhe c'e stata un introduzione classica al tema dell'Autismo, con diversi interventi( anche una video conferenza con Burgos città spagnola).Gli interventi sono stati interessanti ma quello che più mi ha colpito è stato quello della Prof.ssa Sibilio è stata l'unica a non aver portato materiale cartaceo o informatico(slide,video,ecc...);
ha semplicemente parlato... ed ha parlato molto bene...
oltre ad aver raccontato la storia di Marianna( ragazza sulla sedia a rotelle che comunicava grazie ad un casco computerizzato,se ho capito bene,la quale voleva andare all'università, però tale struttura possedeva ascensori poco capienti per una carrozzina, per tale motivo la qui sopra citata Prof.ssa Sibilio, ha contattato,uffaaaaaaaa non ricordo quale centro,il quale,comunque, gli ha risposto: la ragazza andrà all'università poichè gli ascensori si possono cambiare.Fattore molto positivo solo che questa ragazza è morta in un incidente stradale)
e di essersi complimentata con Dario D'Albora( laureatosi nonostante le sue difficoltà,l'unica che ricordo è il deficit linguistico).
Lei ha detto che la <<normalità>> non esiste e che deve scomparire la STANDARDIZZAZIONE DEL PENSIERO.Ma soprattutto che ACCOGLIENZA vuol dire: CAPACITA' DI ACCETTARE CHIUNQUE,ANDARE OLTRE LA DIVERSITA.
Sarebbe meraviglioso andare oltre ciò che ci appare come diverso da noi, ma che in realtà sappiamo bene che è esattamente come noi.Nascono come noi e crescono come noi(addirittura i soggetti autistici hanno una spinta di crescita cerebrale maggiore rispetto ad un normodotato,ed incontreranno difficoltà nel periodo dell'adolescenza <<ho citato l'intervento del Prof. Militerni>> ).
Una bellissima esperienza...sisi
ha semplicemente parlato... ed ha parlato molto bene...
oltre ad aver raccontato la storia di Marianna( ragazza sulla sedia a rotelle che comunicava grazie ad un casco computerizzato,se ho capito bene,la quale voleva andare all'università, però tale struttura possedeva ascensori poco capienti per una carrozzina, per tale motivo la qui sopra citata Prof.ssa Sibilio, ha contattato,uffaaaaaaaa non ricordo quale centro,il quale,comunque, gli ha risposto: la ragazza andrà all'università poichè gli ascensori si possono cambiare.Fattore molto positivo solo che questa ragazza è morta in un incidente stradale)
e di essersi complimentata con Dario D'Albora( laureatosi nonostante le sue difficoltà,l'unica che ricordo è il deficit linguistico).
Lei ha detto che la <<normalità>> non esiste e che deve scomparire la STANDARDIZZAZIONE DEL PENSIERO.Ma soprattutto che ACCOGLIENZA vuol dire: CAPACITA' DI ACCETTARE CHIUNQUE,ANDARE OLTRE LA DIVERSITA.
Sarebbe meraviglioso andare oltre ciò che ci appare come diverso da noi, ma che in realtà sappiamo bene che è esattamente come noi.Nascono come noi e crescono come noi(addirittura i soggetti autistici hanno una spinta di crescita cerebrale maggiore rispetto ad un normodotato,ed incontreranno difficoltà nel periodo dell'adolescenza <<ho citato l'intervento del Prof. Militerni>> ).
Una bellissima esperienza...sisi
lauraesposito896- Messaggi : 24
Data di iscrizione : 18.03.10
I giovani io li considero coloro che rientrano nella fascia d'età (18-30).
I giovani sono coloro che non hanno ancora raggiunto la maturità tipica dell'età adulta; essi sono coloro che si impegnano, lavorano e studiano per costruirsi il proprio futuro.
Il collegamento giovani-futuro: in questo collegamento si può rintracciare la difficoltà nel trovare gli sbocchi professionali; il futuro deI giovani è incerto, anche se sta proprio a noi provare a cambiare il sistema.
Questo lavoro l'ho svolto in collaborazione con Ilaria Esposito, Federica Petrone, Giuseppina D'Ambrosio, Laura Esposito, katia Esposito e Claudia Tufano.
Il mio commento personale:
credo che forse oggi ci sono troppo steriotipi che in un certo qual seso marchiano i giovani, vengono poste molte aspettative, è come se fossimo anche posti ad una forte pressione, "devi fare quello, devi essere come... ecc.."
I giovani sono coloro che non hanno ancora raggiunto la maturità tipica dell'età adulta; essi sono coloro che si impegnano, lavorano e studiano per costruirsi il proprio futuro.
Il collegamento giovani-futuro: in questo collegamento si può rintracciare la difficoltà nel trovare gli sbocchi professionali; il futuro deI giovani è incerto, anche se sta proprio a noi provare a cambiare il sistema.
Questo lavoro l'ho svolto in collaborazione con Ilaria Esposito, Federica Petrone, Giuseppina D'Ambrosio, Laura Esposito, katia Esposito e Claudia Tufano.
Il mio commento personale:
credo che forse oggi ci sono troppo steriotipi che in un certo qual seso marchiano i giovani, vengono poste molte aspettative, è come se fossimo anche posti ad una forte pressione, "devi fare quello, devi essere come... ecc.."
katiaesposito995- Messaggi : 23
Data di iscrizione : 18.03.10
I giovani io li considero coloro che rientrano nella fascia d'età (18-30).
I giovani sono coloro che non hanno ancora raggiunto la maturità tipica dell'età adulta; essi sono coloro che si impegnano, lavorano e studiano per costruirsi il proprio futuro.
Il collegamento giovani-futuro: in questo collegamento si può rintracciare la difficoltà nel trovare gli sbocchi professionali; il futuro deI giovani è incerto, anche se sta proprio a noi provare a cambiare il sistema.
Questo lavoro l'ho svolto in collaborazione con Ilaria Esposito, Federica Petrone, Giuseppina D'Ambrosio, Laura Esposito, katia Esposito e Claudia Tufano.
Il mio commento personale:
Credo che davvero i giovani siano molti di più di quello che pensa l'opinione comune!
I giovani sono coloro che non hanno ancora raggiunto la maturità tipica dell'età adulta; essi sono coloro che si impegnano, lavorano e studiano per costruirsi il proprio futuro.
Il collegamento giovani-futuro: in questo collegamento si può rintracciare la difficoltà nel trovare gli sbocchi professionali; il futuro deI giovani è incerto, anche se sta proprio a noi provare a cambiare il sistema.
Questo lavoro l'ho svolto in collaborazione con Ilaria Esposito, Federica Petrone, Giuseppina D'Ambrosio, Laura Esposito, katia Esposito e Claudia Tufano.
Il mio commento personale:
Credo che davvero i giovani siano molti di più di quello che pensa l'opinione comune!
Carmela Palmieri 1431- Messaggi : 26
Data di iscrizione : 18.03.10
Età : 35
Località : Napoli
La fascia di età che abbiamo preso in considerazione è quella che va tra i 18 e i 25 anni. Questa comprende universitari,lavoratori ; abbiamo scelto proprio questa fascia perché loro rappresentano l’evoluzione delle problematiche sociali e si impegnano per poi essere la società futura,il collegamento giovani futuro ci porta a sperare in un mondo migliore.
Questo lavoro è stao svolto da:Rossella Calò,Margherita Leonetti,Ersilia Di Grezia,Carmela Palmieri,Margherita Manica.
Questo lavoro è stao svolto da:Rossella Calò,Margherita Leonetti,Ersilia Di Grezia,Carmela Palmieri,Margherita Manica.
vittoria liccardi- Messaggi : 20
Data di iscrizione : 19.03.10
Età : 34
- Messaggio n°34
Lab. 30 aprile - ESERCIZIO CATEGORIE GIOVANI
Esercizio svolto con Elvira Tortorelli:
i giovani si dividono in 2 fasce:
11-18 anni in cui sono superficiali, pensano alle cose banali materiali e futili solo al divertimento e poco alle cose importanti......
20-30 anni in su in cui essi iniziano a maturare e a proiettarsi e a pensare al futuro.
Il futuro a livello lavorativo non c'è per i giovani poichè tanti laureati e pochissimi posti di lavoro per cui i ragazzi devono adattarsi:adattarsi a ciò che trovano a livello lavorativo lavorando anche part time come baristi, camerieri, commessi pur non essendo giustamente retribuiti.
Diverso ed ancora più complicato è il ragionamento per i giovani disabili ai quali non sono riconosciuti pienamente i propri diritti(riferimento al discorso fatto in classe in cui si fa ricorso alla legge per la richiesta di un insegnante di sostegno)....mi chiedo:che futuro possono avere questi ragazzi dati tali presupposti?bisognerebbe a mio avviso creare opere di sensibilizzazione.......
i giovani si dividono in 2 fasce:
11-18 anni in cui sono superficiali, pensano alle cose banali materiali e futili solo al divertimento e poco alle cose importanti......
20-30 anni in su in cui essi iniziano a maturare e a proiettarsi e a pensare al futuro.
Il futuro a livello lavorativo non c'è per i giovani poichè tanti laureati e pochissimi posti di lavoro per cui i ragazzi devono adattarsi:adattarsi a ciò che trovano a livello lavorativo lavorando anche part time come baristi, camerieri, commessi pur non essendo giustamente retribuiti.
Diverso ed ancora più complicato è il ragionamento per i giovani disabili ai quali non sono riconosciuti pienamente i propri diritti(riferimento al discorso fatto in classe in cui si fa ricorso alla legge per la richiesta di un insegnante di sostegno)....mi chiedo:che futuro possono avere questi ragazzi dati tali presupposti?bisognerebbe a mio avviso creare opere di sensibilizzazione.......
giuliana caputo90- Messaggi : 22
Data di iscrizione : 18.03.10
Età : 34
Località : Frattamaggiore
La fascia di età dei giovani presa in considerazione va dai 18 ai 25/30 anni. Questi infatti sono gli anni in cui i giovani dovrebbero formarsi sia come persone, cioè "uomini" e "donne" sia relativo all'ambito lavorativo. Spesso però anche superati i trent'anni si è ancora immaturi, irresponsabili e sopratutto disoccupati. E' la società che non da spazio ai giovani, non li fa crescere, li influenza solo con messaggi superficiali, eppure noi rappresentiamo una delle risorse più importanti: il futuro!
Margrid Guarracino87- Messaggi : 19
Data di iscrizione : 20.03.10
Età : 36
Località : Sorrento
Penso sia difficile collocare i giovani in una fascia d'età ben precisa,però posso dire che non sono d'accordo quando si dice che una persona può essere definita giovane a qualsiasi età se dentro sente di esserlo.I giovani solo coloro che hanno dei sogni,che inziano a costruire il proprio futuro mattone su mattone,sono spensierati(ma non smpre),sono liberi,nella maggior parte dei casi sono felici,sono impulsivi.Oggi peri i giovani inserirsi nel mondo del lavoro è molto diffcile i posti scarseggiano e quindi a volte pensare al futuro spaventa,spaventa l'indipendenza stare lontano dalla propria famiglia ecc...Pnsare al futuro spaventa sempre un pò tutti me in primis perchè non sai mai quello ch ti aspetta ma speri sempre che la strada non sia troppo in salita.
Ivana Mennella- Messaggi : 23
Data di iscrizione : 19.03.10
Età : 39
Località : Torre del Greco, NAPOLI
Ieri, dopo la lezione, sono stata anch'io al seminario sull'autismo. Sono già un paio di anni che sono interessata all' argomento, da quando (tramite il mio lavoro in una casa famiglia sono entrata in contatto con 2 bambini autistici, e da lì sono rimasta affascinata dal loro mondo, dalle loro poblematiche ed è nata sempre di più in me la voglia di capire e di interessarmi a queste situazioni) Ecco perchè sono stata molto onorata di partecipare all'evento, e soprattutto un ringraziamento speciale va alla professoressa per avermi dato non solo questa possibilità ma anche per la sofisticata scelta degli "ospiti" venuti ieri mattina in aula (e che poi ho ritrovato con piacere al seminario). Il loro intervento è stato incoraggiante, visto che una città come Napoli ha un enorme bisogno di persone che si mettono in gioco ogni giorno, che contribuiscono alla ricerca e al miglioramento di quelle difficoltà che incontriamo e che troppo spesso fanno paura. Ascoltare i loro racconti mi ha riempito il cuore, ci vuole molta umanità a lavorare con persone con tali problemi, e soprattutto ci vuole tantissima esperienza e voglia di fare e costruire piano piano. I successi e le soddisfazioni ottenute, con l'avvio dei corsi in piscina per questi bambini autistici non potevano non notarsi sui loro volti pieni di speranza, entusiasmo e di voglia di andare avanti. Spero un giorno di riuscire ad essere anch'io così determinata come queste persone un giorno che avrò un lavoro tutto mio, dove poter spendere tutte le mie risorse e le mie energie in qualcosa in cui credo, e cioè il sociale.
Al seminario inoltre, tutti gli interventi sono stati interessanti e istruttivi; i primi 3 molto teorici e basati su fonti psicologiche e tecniche, l'ultimo invece, per me è stato il più rappresentativo e soprattutto emozionante... mi sono commossa. A parlare è stata la Preside di un istituto superiore, Franca Sibilio, ormai in pensione, ha riportato la sua esperienza citando due suoi ragazzi con problemi autistici: Marianna (una ragazza in carrozzina, che comunicava tramite un casco tecnologico ed elettrico, la quale espresse più volte la volontà di potersi iscrivere all' Università, e grazie alla suddetta Preside, la facoltà acconsentì a ricevere Marianna tra i suoi banchi, anche se ciò costava il miglioramento dei servizi e l'ampliamento degli ascensori... Marianna purtroppo venne a mancare in un incidente stradale, e il suo sogno di laurearsi morì assieme a lei....) e Dario, lì presente in mezzo a noi a "comunicarci" (parola difficile visto che anche lui è autistico e ha poblemi a esprimersi, per questo motivo ha imparato - grazie alla sua prof. di italiano e storia, che lui segue tutt'oggi dappertutto e la reputa uno dei suoi punti di riferimento - a scrivere tutte le sue emozioni e le cose da dire su di un foglio.. Infatti ieri abbiamo ricevuto la sua esperienza tramite un foglio cartaceo. Parole molto belle e commoventi che hanno toccato il cuore di tutti i presenti.
Spero che un giorno la volontà di persone degne e giuste come la Preside Sibilio e la prof. di italiano di questo liceo, possano far "tornare a vivere" ragazzi come Dario e dare a loro un significato e un senso alla loro "routine" quotidiana.
Come diceva appunto la Sibilio, questo è prorio il ruolo fondamentale dell'educatore: realizzare un progetto di vita, rompere le barriere, aprire nuove reti di comunicazione, mettere insieme i soggetti (disabili, normali, autistici, perchè tutti siamo uguali!!!)...L'educazione deve ROMPERE I GUSCI. I nostri gusci... fatti di paure e pregiudizi verso il diverso. L'educatore deve attuare il cambiamento, la comunicazione e favorire le relazioni. L' educatore quindi è un cosiddetto "rompiscatole"; dove le scatole rappresentano le varie categorie di vita, le mentalità chiuse. Quindi rompere le scatole vuol dire rompere gli schemi, unire quello che fino ad ora era soltanto un mondo a parte. Unire il nostro mondo a quello del diverso (sempre se diverso si può chiamare, perchè il concetto di normalità non esiste. Si può definire normale colui che pensa e risponde allo stesso modo di tutti? No, perchè tutti siamo diversi uni dagli altri. La normalità non esiste.)
Empatia ed emotività..queste le parole chiave per una buona crescita e riuscita in questo intento, e soprattutto ACCOGLIENZA, la capacità di andare oltre e di accettare la cosiddetta "diversità" (aggiungo io!).
GRAZIE INFINITE PER QUESTA ESPERIENZA UNICA CHE MI HA FATTO CRESCERE ED EMOZIONARE ALLO STESSO TEMPO.
Al seminario inoltre, tutti gli interventi sono stati interessanti e istruttivi; i primi 3 molto teorici e basati su fonti psicologiche e tecniche, l'ultimo invece, per me è stato il più rappresentativo e soprattutto emozionante... mi sono commossa. A parlare è stata la Preside di un istituto superiore, Franca Sibilio, ormai in pensione, ha riportato la sua esperienza citando due suoi ragazzi con problemi autistici: Marianna (una ragazza in carrozzina, che comunicava tramite un casco tecnologico ed elettrico, la quale espresse più volte la volontà di potersi iscrivere all' Università, e grazie alla suddetta Preside, la facoltà acconsentì a ricevere Marianna tra i suoi banchi, anche se ciò costava il miglioramento dei servizi e l'ampliamento degli ascensori... Marianna purtroppo venne a mancare in un incidente stradale, e il suo sogno di laurearsi morì assieme a lei....) e Dario, lì presente in mezzo a noi a "comunicarci" (parola difficile visto che anche lui è autistico e ha poblemi a esprimersi, per questo motivo ha imparato - grazie alla sua prof. di italiano e storia, che lui segue tutt'oggi dappertutto e la reputa uno dei suoi punti di riferimento - a scrivere tutte le sue emozioni e le cose da dire su di un foglio.. Infatti ieri abbiamo ricevuto la sua esperienza tramite un foglio cartaceo. Parole molto belle e commoventi che hanno toccato il cuore di tutti i presenti.
Spero che un giorno la volontà di persone degne e giuste come la Preside Sibilio e la prof. di italiano di questo liceo, possano far "tornare a vivere" ragazzi come Dario e dare a loro un significato e un senso alla loro "routine" quotidiana.
Come diceva appunto la Sibilio, questo è prorio il ruolo fondamentale dell'educatore: realizzare un progetto di vita, rompere le barriere, aprire nuove reti di comunicazione, mettere insieme i soggetti (disabili, normali, autistici, perchè tutti siamo uguali!!!)...L'educazione deve ROMPERE I GUSCI. I nostri gusci... fatti di paure e pregiudizi verso il diverso. L'educatore deve attuare il cambiamento, la comunicazione e favorire le relazioni. L' educatore quindi è un cosiddetto "rompiscatole"; dove le scatole rappresentano le varie categorie di vita, le mentalità chiuse. Quindi rompere le scatole vuol dire rompere gli schemi, unire quello che fino ad ora era soltanto un mondo a parte. Unire il nostro mondo a quello del diverso (sempre se diverso si può chiamare, perchè il concetto di normalità non esiste. Si può definire normale colui che pensa e risponde allo stesso modo di tutti? No, perchè tutti siamo diversi uni dagli altri. La normalità non esiste.)
Empatia ed emotività..queste le parole chiave per una buona crescita e riuscita in questo intento, e soprattutto ACCOGLIENZA, la capacità di andare oltre e di accettare la cosiddetta "diversità" (aggiungo io!).
GRAZIE INFINITE PER QUESTA ESPERIENZA UNICA CHE MI HA FATTO CRESCERE ED EMOZIONARE ALLO STESSO TEMPO.
elvira tortorelli- Messaggi : 23
Data di iscrizione : 18.03.10
Età : 35
laboratorio svolto con vittoria liccardi.
abbiamo diviso la categoria dei giovani in due fasce d'età: da 11 a 18 anni, in cui i ragazzi di oggi si dimostrano molto superficiali, e da 20 a 30 anni, in cui si matura e si pensa al proprio futuro.
quando noi giovani pensiamo al nostro futuro, a livello lavorativo, purtroppo non lo vediamo semplice. i giovani di oggi si adattano a quel che si trova e spesso non sono giustamente retribuiti.
il discorso è diverso per i ragazzi disabili, ai quali non sono riconosciuti pienamente i loro diritti (in riferimento alla discussione in aula del docente che per ottenere l'insegnante di sostegno ha dovuto far ricorso alla legge).che futuro possono avere questi ragazzi se questi sono i presupposti?bisognerebbe creare più opere di sensibilizzazione!!
abbiamo diviso la categoria dei giovani in due fasce d'età: da 11 a 18 anni, in cui i ragazzi di oggi si dimostrano molto superficiali, e da 20 a 30 anni, in cui si matura e si pensa al proprio futuro.
quando noi giovani pensiamo al nostro futuro, a livello lavorativo, purtroppo non lo vediamo semplice. i giovani di oggi si adattano a quel che si trova e spesso non sono giustamente retribuiti.
il discorso è diverso per i ragazzi disabili, ai quali non sono riconosciuti pienamente i loro diritti (in riferimento alla discussione in aula del docente che per ottenere l'insegnante di sostegno ha dovuto far ricorso alla legge).che futuro possono avere questi ragazzi se questi sono i presupposti?bisognerebbe creare più opere di sensibilizzazione!!
Erica Esposito- Messaggi : 17
Data di iscrizione : 23.03.10
Per giovani io intendo coloro che vanno dalla fascia di età tra i 12 e i 30 anni.
Da ciò che si vede e da ciò che si sente i giovani,oggi, sembrano essere più schiavi del conformismo e della massificazione forse perchè l'educazione è cambiata,forse perchè si tende a privilegiare alcuni valori piuttosto che altri.La gioventù ,come tutti sappiamo, è il periodo ,il passaggio all'età adulta che viene attraversato da non poche crisi...crisi che portano a crescere in bene,altre a crescere in male.Indicare ai giovani una diritta via non è un compito facile proprio perchè,soprattutto nell'adolescenza, a volte si è portati a compiere scelte,atti per attirare attenzioni o per rimanere nella massa per sentirsi ben accetti.Sarebbe meglio,secondo me,che gli adulti ( genitori sopratutto )li ascoltassero un pò di più nonostante molte volte noi giovani c allontaniamo da alcuni discorsi...Dovrebbero trovare il modo giusto per entrare nel nostro mondo ,cercare di capirci e indicarci la via...Tutto ovviamente però deve partire già dall'educazione ricevuta sin dall'infanzia.
I giovani sono il futuro...ed è proprio da questa buona educazione,fatta di valori, che essi devono essere il frutto della speranza di un giusto mondo.
Da ciò che si vede e da ciò che si sente i giovani,oggi, sembrano essere più schiavi del conformismo e della massificazione forse perchè l'educazione è cambiata,forse perchè si tende a privilegiare alcuni valori piuttosto che altri.La gioventù ,come tutti sappiamo, è il periodo ,il passaggio all'età adulta che viene attraversato da non poche crisi...crisi che portano a crescere in bene,altre a crescere in male.Indicare ai giovani una diritta via non è un compito facile proprio perchè,soprattutto nell'adolescenza, a volte si è portati a compiere scelte,atti per attirare attenzioni o per rimanere nella massa per sentirsi ben accetti.Sarebbe meglio,secondo me,che gli adulti ( genitori sopratutto )li ascoltassero un pò di più nonostante molte volte noi giovani c allontaniamo da alcuni discorsi...Dovrebbero trovare il modo giusto per entrare nel nostro mondo ,cercare di capirci e indicarci la via...Tutto ovviamente però deve partire già dall'educazione ricevuta sin dall'infanzia.
I giovani sono il futuro...ed è proprio da questa buona educazione,fatta di valori, che essi devono essere il frutto della speranza di un giusto mondo.
iolandamigliaccio- Messaggi : 17
Data di iscrizione : 18.03.10
Età : 36
Località : Aversa
Laboratorio del 30 aprile
I giovani non sono più quelli di una volta,sono irresponsabili,bamboccioni.Diciamo che non si può fare una distinzione di età,ci sono persone che anke a 30 anni sono peggio,molto peggio!!!I giovani di oggi bruciano subito le tappe,a 18 anni gia si sentono GRANDI,capaci di pretendere tutto e fare tutto.Studiano per optional,perchè fa "tendenza".Fortunatamente al mondo ci sono persone che non corrispondono a questa descrizione,giovani che fanno sacrifici per andare avanti,mantenersi e non pesare sulle spalle dei propri genitori.
I giovani non sono più quelli di una volta,sono irresponsabili,bamboccioni.Diciamo che non si può fare una distinzione di età,ci sono persone che anke a 30 anni sono peggio,molto peggio!!!I giovani di oggi bruciano subito le tappe,a 18 anni gia si sentono GRANDI,capaci di pretendere tutto e fare tutto.Studiano per optional,perchè fa "tendenza".Fortunatamente al mondo ci sono persone che non corrispondono a questa descrizione,giovani che fanno sacrifici per andare avanti,mantenersi e non pesare sulle spalle dei propri genitori.
Filomena Martino1657- Messaggi : 21
Data di iscrizione : 18.03.10
Mi sono soffermata sulla fascia d'età che va dai 12 e i 18 anni perchè credo sia una fase evolutiva molto importante e delicata per il giovane durante la quale l'immagine di sè va in crisi,una crisi che porterà l'adolescente alla ricerca di nuovi modelli spesso rappresentati da figure ideali:campioni sportivi,personaggi famosi,ecc;per definire la sua nuova identità. Penso che sia questa continua influenza dei mass media e dell'ideale del bello ad allontanare l'adolescente dai sani valori ed avvicinarlo sempre più alle cose futili e al consumismo!Vedo nel collegamento giovane-futuro troppe difficoltà e incertezze soprattutto a livello lavorativo!
Serafina Riccio (SARA)- Messaggi : 24
Data di iscrizione : 23.03.10
Età : 36
Località : giugliano
CHI SONO I GIOVANI?CHE FASCIA D'ETà?difficile da definire,bisogna sentirsi giovani oltre che esserlo,tutto dipende dalla maturità del soggetto,il giovane e colui che passa dall'adolescenza alla vita adulta.GIOVANE!!!!vive nell'incertezza,vede la vita in maniera pessimistica,lotta per il futuro. Anche io mi definisco giovane,nella nostra società i giovani sono sempre insicuri,non hanno appoggi e spesso non vengono presi in considerazione,ne vengono ascoltati dagli adulti,che sono sempre presi dai mille impegni......e così restano soli con i loro dubbi ed è per questo che molti giovani si rifugiano nella droga,alcool,....gli adulti giudicano i giovani ma non lì aiutano.
COLLEGAMENTO GIOVANI/ FUTURO perfetto.... i giovani sono responsabili del futuro o meglio sono il futuro di domani.
Penso spesso al futuro!!!!!perchè i giovani italiani sono costretti ad emigrare in altri paesi dove vengono definiti prefetti!!!mentre qui non vengono apprezzate le loro capacità!!! BHE ....i giovani devono lottare per crearsi il futuro,ma la società può almeno aiutarli nella formazione ma sopratutto nel sostegno!!!GIOVANE??? è colui che è incerto sul futuro,ma vive il periodo più bello della sua vita,periodo di crescita dove avvengono gli errori.
SPERANZA NEI GIOVANI PER IL FUTURO.
COLLEGAMENTO GIOVANI/ FUTURO perfetto.... i giovani sono responsabili del futuro o meglio sono il futuro di domani.
Penso spesso al futuro!!!!!perchè i giovani italiani sono costretti ad emigrare in altri paesi dove vengono definiti prefetti!!!mentre qui non vengono apprezzate le loro capacità!!! BHE ....i giovani devono lottare per crearsi il futuro,ma la società può almeno aiutarli nella formazione ma sopratutto nel sostegno!!!GIOVANE??? è colui che è incerto sul futuro,ma vive il periodo più bello della sua vita,periodo di crescita dove avvengono gli errori.
SPERANZA NEI GIOVANI PER IL FUTURO.
antonello pilato- Messaggi : 21
Data di iscrizione : 19.03.10
Età : 35
Località : Ischia
Bè credo che i giovani sono il futuro, dalle diverse considerazioni fatte a mio parere il giovane è colui che vive l'oggi ma sogna il domani, ha poco passato dietro le spalle ma si sente proiettato nel futuro, oggi sebra quasi ke da bambini si diventa adulti, ma molti adulti sono bambini... molti giovani sono bambini, proprio perchè la loro infanzia e l'adolescenza sono vissute spesso come quelle di un grande, ma manca il meglio, la struttura forte, per poi andare avanti tra le insidie della vita, manca la base spesso per affrontare quei problemi che vuoi o no si vivono, affrontarli non solo ma poi trarne del positivo e della forza per quelli dopo!
e cosi spesso i giovani come castelli senza fondamenta, castelli fatti di sabbia, crollano. a mio parere bisogna costruire dall'infanzia poi l'adolescenza per poi arrivare ad una forte gioventù che può vincere e crescere e andare avanti, e così via come una catena e per un futuro stabile sia per gli adulti ma anche per le nuove generazioni!!!
e cosi spesso i giovani come castelli senza fondamenta, castelli fatti di sabbia, crollano. a mio parere bisogna costruire dall'infanzia poi l'adolescenza per poi arrivare ad una forte gioventù che può vincere e crescere e andare avanti, e così via come una catena e per un futuro stabile sia per gli adulti ma anche per le nuove generazioni!!!
assuntagallotta19- Messaggi : 38
Data di iscrizione : 18.03.10
Età : 35
Località : napoli
- Messaggio n°44
SEMINARIO
]Il giorno 30/04/10 non ho svolto il laboratorio in aula ma ho partecipato al Seminario Internazionale sull'Autismo. Prima di esporre le miei impressioni sul Seminario volevo anzitutto ringraziare la proff. per averci informato di questa esperienza che a mio parere è stata molto istruttiva.
Nel Seminario il Prof. Valerio, direttore del Centro SINAPSI, dopo aver spiegato di cosa si occupava questo centro(in pratica è come il nostro SAAD)e dopo aver dato una definizione "tecnica" dell'autismo (complessa sindrome legata a cause ambientali e genetiche) ha fatto un'affermazione che mi ha colpito molto, ovvero che "tutti noi potremmo essere dei potenziali handicappati, perchè quello che amplifica il "problema" è il contesto. Quest'affermazione mi ha colpito molto per la sua concretezza in quanto scende in profondità mostrando le reali difficoltà del disabile ce non sono legate alla carrozzella,alla malattia, ad una protesi, ad una menomazione , ma al contesto che li avvolge, che non sempre riesce ad andare in contro alle sue esigenze.
Al seminario hanno partecipato professori e dottori, vi sono il Proff. Militerni, ordinario di Neuropsichiatria infantile, il Dott. Andrea Di Somma, presidente dell'associazione nazionale disturbi apprendimento e il Dott. Goffredo Scucimarra, direttore sanitario Istituto Antoniano che hanno fatto un'analisi dell'autismo sotto un profilo medico, neurobiolocigo e funzionale, sotto un profilo psicologico analizzando i diversi aspetti dell'Autismo da quando compare fino all'età adolescenziale. Ma gli interventi che mi hanno colpito di più sono stati quelli della Prof.ssa Marisa Dumontet , che raccontava la storia di un suo alunno autistico, Dario D'Albors, e il suo stesso intervento (letto dalla madre) , e quello del presidente dell'associazione Autismo AID (è venuto in aula da noi la mattina) ed infine quekllo della prof.ssa Franca Sibilio. Questi interventi mi hanno colpito maggiormente perchè sono andati oltre il concetto medico ed hanno espresso più sensazioni ed emozioni.
Riguardo la testimonianza del Presidente dell'associazione Autism , il concetto è stato come quello espresso in aula. La testimonianza di Dario è stata molto interessante ed anche commovente, in quanto nonostante le sue difficoltà ha raccontato la sua vita, la vita di un ragazzo autistico che nonostante le difficoltà e le aspettative altrui è riuscito ad ottenere tanto, basti pensare che è laureato ed ha grandi progetti per aiutare gli Autistici. Dario è la prova vivente che gli Autistici non sono Ritardati mentali ma hanno solo forti disturbi di comunicazione e relazionali e che se aiutati ha trovare il loro modo giusto di esprimersi sono ingradi di dare e fare tanto.
Ma la testimonianza che mi è rimasta maggiormente impressa è stata quella della Prof.ssa Sibilio in quanto nelle sue parole sono riuscita a ritrovare il mio pensieri. Per lei la prima cosa da fare per poter mettere in atto un intervento efficace è quello di rompere i propri gusci, mettersi in discussione per poi poter recuperare, modellare o rompere i gusci altrui, perchè tutto ciò che è apprendimento non passa solo attraverso le parole, ma soprattutto attraverso le emozioni.
in particolare ha detto: Il segreto della riuscita, non sta solo nella rete e negli spazi normativi: si riesce a rompere il guscio dell'autismo, solo se noi riusciamo a rompere il nostro, NON AUTISTICO, ma ancor più spesso e resistente: il guscio della NORMALITà.
Su questo ultimo aspetto mi ci ritrovo moltissimo perchè credo che se vogliamo tentare di aiutare e migliorare noi e glia altri rimanendo sempre fermi sulla ricerca della normalità, non faremo mai un passo in avanti.[/font]
Nel Seminario il Prof. Valerio, direttore del Centro SINAPSI, dopo aver spiegato di cosa si occupava questo centro(in pratica è come il nostro SAAD)e dopo aver dato una definizione "tecnica" dell'autismo (complessa sindrome legata a cause ambientali e genetiche) ha fatto un'affermazione che mi ha colpito molto, ovvero che "tutti noi potremmo essere dei potenziali handicappati, perchè quello che amplifica il "problema" è il contesto. Quest'affermazione mi ha colpito molto per la sua concretezza in quanto scende in profondità mostrando le reali difficoltà del disabile ce non sono legate alla carrozzella,alla malattia, ad una protesi, ad una menomazione , ma al contesto che li avvolge, che non sempre riesce ad andare in contro alle sue esigenze.
Al seminario hanno partecipato professori e dottori, vi sono il Proff. Militerni, ordinario di Neuropsichiatria infantile, il Dott. Andrea Di Somma, presidente dell'associazione nazionale disturbi apprendimento e il Dott. Goffredo Scucimarra, direttore sanitario Istituto Antoniano che hanno fatto un'analisi dell'autismo sotto un profilo medico, neurobiolocigo e funzionale, sotto un profilo psicologico analizzando i diversi aspetti dell'Autismo da quando compare fino all'età adolescenziale. Ma gli interventi che mi hanno colpito di più sono stati quelli della Prof.ssa Marisa Dumontet , che raccontava la storia di un suo alunno autistico, Dario D'Albors, e il suo stesso intervento (letto dalla madre) , e quello del presidente dell'associazione Autismo AID (è venuto in aula da noi la mattina) ed infine quekllo della prof.ssa Franca Sibilio. Questi interventi mi hanno colpito maggiormente perchè sono andati oltre il concetto medico ed hanno espresso più sensazioni ed emozioni.
Riguardo la testimonianza del Presidente dell'associazione Autism , il concetto è stato come quello espresso in aula. La testimonianza di Dario è stata molto interessante ed anche commovente, in quanto nonostante le sue difficoltà ha raccontato la sua vita, la vita di un ragazzo autistico che nonostante le difficoltà e le aspettative altrui è riuscito ad ottenere tanto, basti pensare che è laureato ed ha grandi progetti per aiutare gli Autistici. Dario è la prova vivente che gli Autistici non sono Ritardati mentali ma hanno solo forti disturbi di comunicazione e relazionali e che se aiutati ha trovare il loro modo giusto di esprimersi sono ingradi di dare e fare tanto.
Ma la testimonianza che mi è rimasta maggiormente impressa è stata quella della Prof.ssa Sibilio in quanto nelle sue parole sono riuscita a ritrovare il mio pensieri. Per lei la prima cosa da fare per poter mettere in atto un intervento efficace è quello di rompere i propri gusci, mettersi in discussione per poi poter recuperare, modellare o rompere i gusci altrui, perchè tutto ciò che è apprendimento non passa solo attraverso le parole, ma soprattutto attraverso le emozioni.
in particolare ha detto: Il segreto della riuscita, non sta solo nella rete e negli spazi normativi: si riesce a rompere il guscio dell'autismo, solo se noi riusciamo a rompere il nostro, NON AUTISTICO, ma ancor più spesso e resistente: il guscio della NORMALITà.
Su questo ultimo aspetto mi ci ritrovo moltissimo perchè credo che se vogliamo tentare di aiutare e migliorare noi e glia altri rimanendo sempre fermi sulla ricerca della normalità, non faremo mai un passo in avanti.[/font]
Telese Antonia 0083- Messaggi : 22
Data di iscrizione : 18.03.10
Località : Benevento
L'esercizio CATEGORIE GIOVANI, l'ho svolto individualmente e ho cercato di inquadrare bene il tema, anche se esso è molto vasto e merita varie considerazioni e riflessioni. Giovane è una persona che ha un ANIMO GIOVANE, che aldilà dell'età è colui che continua a proggettare, sognare, darsi da fare per il futuro, senza limiti e senza barriere. La gioventù è freschezza, originalità è un qualcosa che in effetti non tutti hanno, molto spesso neanche coloro che sono giovani d'età. Ovviamente ciò non è da confondere con l'infantilismo che è ben altro.
Sé poi vogliamo analizzare i giovani, identificandoli in una categoria specifica, è secondo me opportuno inquadrarli in un'età compresa tra i 18 ai 30 anni. Prima dei 18 anni si è bambini, ragazzi, adolescenti; poi si raggiunge la maggiore età. Maggiore età che non sempre significa maturità. Quest'ultima si acquisisce con il tempo, l'esperienza, le delusioni, i traguardi...
I giovani sono: vita, proggetto, desiderio, volontà, impegno, sono quelli che con le loro idee creeranno la vita di domani e sono quelli che con la loro fatica stanno spianando la strada giusta per questo domani. Ma molto spesso i giovani sono anche: debolezza, insicurezza, irrazionalità, immaturità, sono coloro che sprecano la loro vita , e coltivano una terra arida per il loro domani.
Il giovane è colui che ha all'interno di esso un enorme tesoro: la vita; c'è chi riesce a sfruttarla al massimo, c'è chi invece si ferma a metà strada, oppure c'è chi non comincia affatto. Quest'ultimi sono quelli che hanno bisogno di aiuto e molto spesso non lo capiscono e non lo ricevono, neppure dalle loro famiglie.
IL GIOVANE DI OGGI è IL FUTURO è IL PERNO PRINCIPALE, PERCHè IL GIOVANE DI OGGI SARà L'UOMO DI DOMANI. Ma attualmente questo fattore non viene valutato e preso in considerazione come si dovrebbe; perchè per esso la società non fa niente, anzi lo esclude. La società non investe sui giovani, anzi fa si che restino il più a lungo così: "figli", "eterni bambini", senza mai raggiungere, (a causa della mancanza di lavoro, del lungo percorso scolastico, delle difficoltà economiche), una propria indipendenza (non solo economica) ed autonomia. Per quanto riguarda il tema della RESILIENZA, ossia la capacità di uscire da una situazione di disagio, credo che quindi sia strettamente connessa al tema GIOVANI. Quest'ultimi non hanno sempre questa capacità e molto spesso finiscono per peggiorare la loro situazione di difficoltà. Entra in gioco qui la "buona e vecchia educazione", educatori, formatori, insegnanti, assistenti, genitori e tutti coloro che sono coinvolti in ciò hanno il diritto e il dovere di scendere in campo.
Sé poi vogliamo analizzare i giovani, identificandoli in una categoria specifica, è secondo me opportuno inquadrarli in un'età compresa tra i 18 ai 30 anni. Prima dei 18 anni si è bambini, ragazzi, adolescenti; poi si raggiunge la maggiore età. Maggiore età che non sempre significa maturità. Quest'ultima si acquisisce con il tempo, l'esperienza, le delusioni, i traguardi...
I giovani sono: vita, proggetto, desiderio, volontà, impegno, sono quelli che con le loro idee creeranno la vita di domani e sono quelli che con la loro fatica stanno spianando la strada giusta per questo domani. Ma molto spesso i giovani sono anche: debolezza, insicurezza, irrazionalità, immaturità, sono coloro che sprecano la loro vita , e coltivano una terra arida per il loro domani.
Il giovane è colui che ha all'interno di esso un enorme tesoro: la vita; c'è chi riesce a sfruttarla al massimo, c'è chi invece si ferma a metà strada, oppure c'è chi non comincia affatto. Quest'ultimi sono quelli che hanno bisogno di aiuto e molto spesso non lo capiscono e non lo ricevono, neppure dalle loro famiglie.
IL GIOVANE DI OGGI è IL FUTURO è IL PERNO PRINCIPALE, PERCHè IL GIOVANE DI OGGI SARà L'UOMO DI DOMANI. Ma attualmente questo fattore non viene valutato e preso in considerazione come si dovrebbe; perchè per esso la società non fa niente, anzi lo esclude. La società non investe sui giovani, anzi fa si che restino il più a lungo così: "figli", "eterni bambini", senza mai raggiungere, (a causa della mancanza di lavoro, del lungo percorso scolastico, delle difficoltà economiche), una propria indipendenza (non solo economica) ed autonomia. Per quanto riguarda il tema della RESILIENZA, ossia la capacità di uscire da una situazione di disagio, credo che quindi sia strettamente connessa al tema GIOVANI. Quest'ultimi non hanno sempre questa capacità e molto spesso finiscono per peggiorare la loro situazione di difficoltà. Entra in gioco qui la "buona e vecchia educazione", educatori, formatori, insegnanti, assistenti, genitori e tutti coloro che sono coinvolti in ciò hanno il diritto e il dovere di scendere in campo.
Rosalinda Franzese- Messaggi : 18
Data di iscrizione : 19.03.10
Età : 34
Località : succivo(ce)
Credo che la fascia d'età dei giovani va dai 15 ai 30 anni.Questi sono gli anni in cui devi far conto con le tue scelte future sia di vita ke lavorative come ad esempio:la scuola ke sceglierai e quali esperienze lavorative potrai fare con tale scuola,come il primo amore,la prima delusione,i litigi coi genitori.L'adolescenza è l'età più brutta perchè senza volerlo si va sempre alla ricerca di qualcosa di instabile,di qualcosa ke non ti appaga del tutto.Forse accade tutto questo perchè rispetto agli anni precedenti la società è cambiata di molto in peggio,i giovani non hanno più valori,non hanno educazione e credono solo ke se non diventi una persona famosa non sarai mai nessuno nella vita.Ma sono altre le cose importanti e ognuno deve sapersele guadagnare da sè e con dignità.
YleniaFiorile- Messaggi : 23
Data di iscrizione : 18.03.10
I giovani per me sono i ragazzi compresi nella fascia d'età tra 14 ai 30'anni.La fascia prescelta è molto ampia perchè i tempi ormai sono cambiati;ho scelto di farla iniziare dai 14 anni perchè i ragazzi a quest'età già sono in grado di prendere decisioni importanti,infatti è proprio in questo periodo che terminano le scuole medie e prendono una decisione importante dove continuare gli studi?e sanno che la strada che imbocccheranno li condizionerà per la vita,ma ci sono anche tanti altri che preferiscono nil lavoro agtli studi ed hanno il coraggio di metterso in gioco pur essendo molto piccolini. La faccio terminare a 30'anni perchè come menzionato da molte colleghe i tempi sono cambiati,e quindi mentre p0rima a 30\annii eri padre di famiglia ora in molti studiano ancora e dipendono anche economicamente dai genitori.
I ragazzi di oggi,purtroppo sono stati spesso accusati di essere svogliati,di non aver voglia di lavorare,di non volersi costruire un futuro,per me coloro che hanno fatto queste affermazioni non sono naltro che degli ignoranti,perchè non siamo noi giovani a non volerci staccare dal nostro "mondo fatato",ma è il nostro bel paese e i nostri politici che non ci dà l'opportunità di staccarci del tutto;i giovani a mio parere,non sono tutelati nelle loro scelte,sono lasciati soli dalle istituzioni a differenza di altri paesi che hanno basato la loro politica sui giovani e sul nloro affermarsi nel mondo del lavoro. In conclusione il NOSTRO è PROPRIO UN PAESE PER VECCHI !!!
I ragazzi di oggi,purtroppo sono stati spesso accusati di essere svogliati,di non aver voglia di lavorare,di non volersi costruire un futuro,per me coloro che hanno fatto queste affermazioni non sono naltro che degli ignoranti,perchè non siamo noi giovani a non volerci staccare dal nostro "mondo fatato",ma è il nostro bel paese e i nostri politici che non ci dà l'opportunità di staccarci del tutto;i giovani a mio parere,non sono tutelati nelle loro scelte,sono lasciati soli dalle istituzioni a differenza di altri paesi che hanno basato la loro politica sui giovani e sul nloro affermarsi nel mondo del lavoro. In conclusione il NOSTRO è PROPRIO UN PAESE PER VECCHI !!!
cavallaromariarosaria- Messaggi : 21
Data di iscrizione : 19.03.10
Età : 57
Località : Portici
- Messaggio n°48
GIOVANI-FUTURO-RESILIENZA
LA FASCIA DI ETA' DEI GIOVANI VA DAI 18 AI 30 ANNI.
VIVONO SOPRATTUTTO IL PRESENTE PERCHE' LA MANCANZA DI CERTEZZE E DEI PUNTI DI RIFERIMENTO, NON PERMETTE LORO DI FARE PROGETTI A LUNGO TERMINE.
I GIOVANI RAPPRESENTANO IL FUTURO E SONO LA NOSTRA SPERANZA.
LA RESILIENZA, COME CAPACITA' DI USCIRE DA UNA SITUAZIONE DI DISAGIO, E' PROPRIO UNA CARATTERISTICA DEI GIOVANI, CHE GRAZIE ALLA LORO INTRAPRENDENZA E LA LORO VOGLIA DI VIVERE SARANNO IN GRADO DI COSTRUIRE UN FUTURO MIGLIORE.
E' COMPITO DELLE ISTITUZIONI EDUCATIVE GUIDARLI NEL LORO PERCORSO FORMATIVO AFFINCHE' SI POSSANO REALIZZARE.
VIVONO SOPRATTUTTO IL PRESENTE PERCHE' LA MANCANZA DI CERTEZZE E DEI PUNTI DI RIFERIMENTO, NON PERMETTE LORO DI FARE PROGETTI A LUNGO TERMINE.
I GIOVANI RAPPRESENTANO IL FUTURO E SONO LA NOSTRA SPERANZA.
LA RESILIENZA, COME CAPACITA' DI USCIRE DA UNA SITUAZIONE DI DISAGIO, E' PROPRIO UNA CARATTERISTICA DEI GIOVANI, CHE GRAZIE ALLA LORO INTRAPRENDENZA E LA LORO VOGLIA DI VIVERE SARANNO IN GRADO DI COSTRUIRE UN FUTURO MIGLIORE.
E' COMPITO DELLE ISTITUZIONI EDUCATIVE GUIDARLI NEL LORO PERCORSO FORMATIVO AFFINCHE' SI POSSANO REALIZZARE.
ELVIRASERAO990- Messaggi : 24
Data di iscrizione : 18.03.10
Premessa: questo corso è magnifico,qui io sto maturando tantissimo,conosco nel profondo tante malattie.Grazie tanto prof. per questa esperienza.
laboratorio da me, maria roghi,dora aiello e angela
secondo noi non esiste una fascia d'età in cui si è giovani,in quanto ci sono persone che a 80 anni si sentono giovani.Per quanto riguarda il collegamento tra giovani e futuro,noi pensiamo che non avremmo grandi aspettative,in quanto l'avanzamento della tecnoligia sta portando perdita di principi, valori ,ecc.. per non parlare in campo lavorativo e qui voglio dire una piccola cosa in aula oggi si è detto che non è vero che il lavoro non c'è,ma siamo noi che non riusciamo ad adeguarci,a questo rispondo che non è vero,perchè io mio adeguo con 200€ al mese, non posso chiedere una giornata di permesso,e alla fine perchè sono la più piccola devo fare il lavoro di 4 persone che prendono 800€ al mese, secondo voi questo è lavoro?
laboratorio da me, maria roghi,dora aiello e angela
secondo noi non esiste una fascia d'età in cui si è giovani,in quanto ci sono persone che a 80 anni si sentono giovani.Per quanto riguarda il collegamento tra giovani e futuro,noi pensiamo che non avremmo grandi aspettative,in quanto l'avanzamento della tecnoligia sta portando perdita di principi, valori ,ecc.. per non parlare in campo lavorativo e qui voglio dire una piccola cosa in aula oggi si è detto che non è vero che il lavoro non c'è,ma siamo noi che non riusciamo ad adeguarci,a questo rispondo che non è vero,perchè io mio adeguo con 200€ al mese, non posso chiedere una giornata di permesso,e alla fine perchè sono la più piccola devo fare il lavoro di 4 persone che prendono 800€ al mese, secondo voi questo è lavoro?
ferraroantonietta- Messaggi : 28
Data di iscrizione : 18.03.10
Secondo il mio punto di vista, i giovani attuali, nella comunicazione di massa (programmi televisivi, giornali, cronaca…), vengono rappresentati proprio come sono.
Li reputo incoscienti in quanto pensano solamente a tutte le sciocchezze presenti a questo mondo e non riflettono su quello che fanno.
Personalmente, mi rispecchio solo parzialmente in questa rappresentazione poiché cerco di moderare i pensieri “inutili” e di concentrare le mie attenzioni su qualcosa di più concreto, che possa arricchire maggiormente la mia personalità e le conoscenze culturali.
I giovani della mia generazione sono egoisti, sicuri di sé, menefreghisti, bulli, arrabbiati con il mondo intero e si credono già in grado di prendere le decisioni
Penso che la società di oggi sia tutta una finzione, infatti i giovani hanno imparato i comportamenti negativi proprio dalla società, che, a mio avviso, non è in grado di crescere degli adolescenti.
Li reputo incoscienti in quanto pensano solamente a tutte le sciocchezze presenti a questo mondo e non riflettono su quello che fanno.
Personalmente, mi rispecchio solo parzialmente in questa rappresentazione poiché cerco di moderare i pensieri “inutili” e di concentrare le mie attenzioni su qualcosa di più concreto, che possa arricchire maggiormente la mia personalità e le conoscenze culturali.
I giovani della mia generazione sono egoisti, sicuri di sé, menefreghisti, bulli, arrabbiati con il mondo intero e si credono già in grado di prendere le decisioni
Penso che la società di oggi sia tutta una finzione, infatti i giovani hanno imparato i comportamenti negativi proprio dalla società, che, a mio avviso, non è in grado di crescere degli adolescenti.
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