SIMULAZIONE 9 APRILE

l'esperienza è stata sicuramente emozionante. Tutto ciò stimolava la nostra attenzione nell'ascolto, ma quello che credo è che non potremmo mai entrare nei panni di un non vedente,perchè sappaimo che una volta tolta la benda cominceremo di nuovo a vedere come abbiamo sempre fatto.

l' esperienza che abbiamo fatto in aula è stata un esperienza nuova e interessante perche' ascoltando le poesie sensa vedere nulla mi ha creato in un primo momento un po' di ansia perche' non vedendo nulla e come se ti sentissi isolata dal mondo pero' è stato bello perche' ascoltando le poesie sensa vedere nulla mi ha permesso per un attimo di immedesimarmi nelle persone che purtoppo viviono questa realta' giorno per giorno. la poesia che mi ha colpito di piu' è stata NON perche' nonostante Rebecca non potendo fare molte cose ke noi tutti facciamo abitualmente non ha smesso mai di sognare, questo dimostra che a nessuno si puo' togliere la possibilita' di sognare e di provare nuove emozioni.

LA SENSANZIONE PROVATA: DISAGIO.
LA REAZIONE: QUELLA DI RESTARE IN SILENZIO E CONCENTRATA SU OGNI SINGOLO RUMORE,PAROLA.
L'EMOZIONE PROVATA: NEGATIVA PERCHE' ABITUATA A VEDERE COLORI E MOVIMENTI MI SENTIVO DISIORENTATA NON CAPACE DI MUOVERMI E DI PERCEPIRE LE COSE INTORNO A ME.

NON

Non scrivo
Non parlo
Non cammino
Non canto
Non chatto
Ma sogno
E vivo

Non scrivo
Non parlo
Non cammino
Non canto
Non chatto
Ma amo
Sogno e sono viva

Non scrivo
Non parlo
Non cammino
Non canto
Non chatto
Non amo
Non sogno
Sono viva
E SOLA
[i] Rebecca[/i
QUESTA è LA POESIA CHE MI HA COLPITO DI PIù,PERCHè SECONDO ME RACCHIUDE TUTTO IL DRAMMA DELLA VITA DI QUESTE PERSONE E MI HA ATTO CAPIRE QUANTO NOI SIAMO SUPERFICIALI NEI LORO CONFRONTI

La simulazione in aula è stata un'esperienza molto toccante..ho provato un senso di smarrimento,perdita di controllo del mio corpo,anche se mi è servita a capire come possono sentirsi le persone non vedenti nell'affrontare situazioni a noi semplicissime e per di più scontate! Come ho anche detto in aula, sono a contatto con una persona non vedente,in quanto frequento un corso di scrittura Braille, da lui presieduto..e grazie a lui ho capito quanto certe cose possano essere importanti e significative, mentre per noi sono semplicemente scontate.

La poesia che piu' mi ha colpita è stata "chiamatemi per nome"
questa poesia ci fa comprendere che non bisogna mai considerare le persone per sottrazione ma sempre per le proprie doti e capacità!

Professoressa Briganti vi chiedo scusa se solo adesso ho inserito il mio commento, ma sfogliando il quaderno mi sono accorta di non aver trascritto a suo tempo il mio commento sul forum!

é stata un'esperienza davvero strana...si così mi sono sentita Strana....Spesso in famiglia,tra amici, è capitato di porci la domanda:"Chissà com'è non vedere"....Bhe io credo che ci sia una differenza tra essre non vedenti dalla nascita,e diventarlo.
Ho un amico non vedente dalla nascita,ed è una persona simpaticissima,speesso gioca molto sulla sua "diversità"...un giorno gli chiesi:"Ma com'è non vedere,cosa provi?"Lui mi rispose,rimanendomi basita:"Com'è vedere!?"...Parlando mi spiegò che per lui era normalissimo,perchè essendo nato così e non avendo mai provato la sensazione di vedere,non sapeva come potesse essere,e di conseguenza diceva,che al solo pensiero di vedere,si sentiva in seria difficoltà.
Invece diventarlo,bhè diventarlo credo sia una vera e propria tragedia.....conoscere i colori,la luce,il buio...e poi...perderli in un batter d'occhi.

A mio parere l'esperienza vissuta in classe è stata molto bella e toccante,ci ha dato la possibilità di vivere in prima persona le sensazioni e le emozioni vissute da persone con determinati deficit.
L'uso della benda ci ha permesso,anche se molto superficialmente di comprendere le loro difficoltà.
Le poesie sono state molto significative ed espressive,nella loro semplicità mi hanno consentito di capire gli stati d'animo di queste persone e condividerli.

L'esperienza fatta in aula mi ha profondamente colpito ed emozionato, all'inizio ho provato una sensazione strana come se fossi nel vouto non riuscivo a capire cosa stava succedendo intorno a me poi ascoltando le poesie il mio cervello ha inizato a volare con la fan tasia cioè immagginava tutto ciò che mi veniva letto , anche se davanti a me c'era il buio . Io personalmente per quei pochi minuti ero spaventata e spaesata e alla fine mi sono resa conto quanto può essere difficile la vita di un non vedente, il vivere nel buio. Per quanto riguarda le poesie sono state molto toccanti e profonde perchè hanno descritto la realtà, i sentimenti e le emozioni di quelle persone e non nascondo che mi sono un pò emozionata però la poesia che mi è piaciuta di più è CHIAMATEMI PER NOME perchè rappresenta uno sfogo che tutti i disabili dovrebbero avere nei nostri confronti.

La simulazione fatta in aula è stata un esperienza , per me , molto costruttiva . Io ho una nonna non vedenente e spesso avevo provato a fare questo esperimento ma non è mai andato a buon fine fino ad oggi . Questa esperienza mi ha fatto rende conto dei reali bisogni di una persona disabile.

è stata un esperienza toccante quella fatta in aula quando tutti ci siamo bendati gli occhi,come è brutto nn poter vedere!quindi mi sono un pò messa nei panni di coloro che hannno questo disagio.ancora più bello è stato uando la profesoressa, in aula ha letto le poese lì a quel punto è calato un silenzio assoluto,poi ancora ascoltarele opinioni degli atri colleghi in aula!

Girando su internet ho letto una piccola poesia che mi ha colpito molto e che dice:
Non ho volti da ricordare
nessun paese da scoprire
buio,vedo nero
non ho piu immagini nel
mio pensiero
Ecco questa poesia dovrebbe far riflettere..Con l'esperienza fatta in aula ho capito che non bisogna fermarci all'apparenza ma andare a fondo delle cose..."Diventando ciechi"anche se solo per poco,abbiamo sviluppato gli altri sensi come quello dell'udito.Abbiamo cercato di capire quello che stava accadendo intorno a noi con l'udito e cioè ascoltando ogni singolo rumore che magari prima non riuscivamo a percepire.......

il laboratorio e stato molto bello e interessante,le poesie sono tutte belle ascoltare le poesie mi ha fatto capire com'è la vita dei disabili.

Le poesie lette mi hanno fatto capire lo stato d'animo che hanno questi ragazzi disabili, loro secondo me si sentono così perche siamo noi normodotati che li facciamo sentire inadeguati forse perchè non li facciamo collaborare molto con la nostra vita, loro anche se sono diversamente abili riescono a darci molte cose ad esempio l'affetto che una persona normale non riesce a darci.

L’esperienza che ho vissuto durante la lezione è stata unica ; mai avrei pensato di provare simili emozioni.
Inizialmente pensai subito a cosa potesse servire portare quell’ oggetto all’ interno della lezione, poi quando indossammo il foulard e la professoressa incominciò a leggere le poesie, mi sentii come trasportata in un’altra dimensione … i pensieri viaggiavano trasportati solo dalla fantasia..tutti i miei sensi erano attivi al 100%; credo sia stata diciamo una delle prime volte che ho provato un emozione cosi grande, forte e particolare .

Il laboratorio sulla cecità è stata un'esperienza stupenda, mai vissuta in vita mia. Tutta l'aula aveva gli occhi bendati pronta ad ascoltare alcune poesie. All'inizio dell'esperimento è calato subito un silenzio cosi forte da portare con se un non so che di magico, ciò che inizialmente poteva sembrare il "semplice" udire di alcune belle poesie si è presto trasformato in un esperienza unica. Il suono delle parole ha assunto le fattezze di emozioni pure e sensazioni così forti da sentirle poggiarsi sulla mia pelle. Tutti insieme abbiamo potuto provare, seppur superficialmente, alcune sensazioni, quelle positive ovviamente, che le persone affette da cecità quotidianamente vivono.
Le poesie stesse e le parole usate si sono dimostrate particolarmente stimolanti, la poesia che mi ha colpito maggiormente è "chiamatemi per nome", perchè mette particolamente in evidenza la necessità di immedesimarsi negli altri senza cadere nelle facili e comode etichettature, ma apprezzando le persone per quello che sono, quello che trasmettono e che posso insegnarci. Io penso che bisogna guardare al di là del muro e non fermarsi alla facciata superficiale.

Mi dispiace non avere vissuto quest’esperienza sulla simulazione alla cecità, sono andata via per motivi di lavoro in compenso, ho fatto quest’esperimento insieme ad alcune colleghe…..all’inizio il non vedere niente attorno a me, l’assenza dei suoni , mi ha portato anche se solo per pochi minuti a sentirmi sola, spaventata impaurita ho immaginato la mia vita da non vedente……un altro modo di vedere il mondo!!!!!!!!!!!1

Pultroppo non ero presente durante l'esperienza vissuta in aula, ma ho cercato di capire ugualmete cosa si provasse ad essere privi di uno dei sensi più importanti che abbiamo:la vista!. E' stata un esperienza difficile in quanto mi sono sentita sola, senza la capacità di ambientarmi nel mondo in cui vivo, ho avuto paura!. Il pensiero che maggiormente mi ha rincuorato è stata la consapevolezza di ritornare alla mia vera quotidianeità una volta tolta la benda. Ma in realtà come ci si sente realmente senza questa consapevolezza? La riposta mi è stata data da una mia conoscente. La sua forza è tutta interiore e anche se ci sono numerose difficoltà ad affrontare la vita quotidiana non si sente ne inferiore ne diversa rispetto agli altri. Per quanto riguarda invece le poesie ascoltate il senso che ho colto è stato quello di un messaggio diretto alle persone "normododate". Le persone con deficit non vogliono e non devono essere trattate come diverse perche cosi' facendo riusciamo solo a ferirle nell'io. Il loro obbiettivo è solo quello di sentirsi vive cercando di combattere le loro difficooltà.

La simulazione svolta in classe mi ha spiazzata;in pochi secondi mi sono sentita senza nessun punto di riferimento ed è stata una sensazione strana e anche un pò inquietante!Solo dopo questo esercizio riesco a capire coloro che vivono in questa maniera da sempre; vivere ogni giorno senza sapere ciò che ti sta attorno richiede veramente una grande forza d'animo che io forse non riuscirei ad avere. Questo è stato, per me, uno degli esercizi più belli fatti in aula!
Sono 2 le poesie che mi hanno più colpita:''IN BILICO'' e ''CHIAMATEMI PER NOME''!
IN BILICO perchè dalle parole del poeta ho percepito una estrema e disperata ricerca d'aiuto!Eppure servirebbe solo un sorriso per far si che l'autore ritovi ''l'equilibrio'' nel suo cuore. è davvero fantastica questa poesia, l'armonia tra parole e sensazioni ha reso l'ascolto MAGICO.
CHIAMATEMI PER NOME perchè ogni persona ha una propria soggettività e per questo deve essere riconosciuta per quello che è e per quello che trasmette.Riconoscere una persona per ciò che non può fare è la cosa più brutta per un disabile, perchè non potrà mai andare oltre al suo deficit e dovrà sempre vivere con il costante pensiero dei suoi limiti.

La simulazione svolta in classe mi ha spiazzata;in pochi secondi mi sono sentita senza nessun punto di riferimento ed è stata una sensazione strana e anche un pò inquietante!Solo dopo questo esercizio riesco a capire coloro che vivono in questa maniera da sempre; vivere ogni giorno senza sapere ciò che ti sta attorno richiede veramente una grande forza d'animo che io forse non riuscirei ad avere. Questo è stato, per me, uno degli esercizi più belli fatti in aula!
Sono 2 le poesie che mi hanno più colpita:''IN BILICO'' e ''CHIAMATEMI PER NOME''!
IN BILICO perchè dalle parole del poeta ho percepito una estrema e disperata ricerca d'aiuto!Eppure servirebbe solo un sorriso per far si che l'autore ritovi ''l'equilibrio'' nel suo cuore. è davvero fantastica questa poesia, l'armonia tra parole e sensazioni ha reso l'ascolto MAGICO.
CHIAMATEMI PER NOME perchè ogni persona ha una propria soggettività e per questo deve essere riconosciuta per quello che è e per quello che trasmette.Riconoscere una persona per ciò che non può fare è la cosa più brutta per un disabile, perchè non potrà mai andare oltre al suo deficit e dovrà sempre vivere con il costante pensiero dei suoi limiti.

La simulazione svolta in classe mi ha spiazzata;in pochi secondi mi sono sentita senza nessun punto di riferimento ed è stata una sensazione strana e anche un pò inquietante!Solo dopo questo esercizio riesco a capire coloro che vivono in questa maniera da sempre; vivere ogni giorno senza sapere ciò che ti sta attorno richiede veramente una grande forza d'animo che io forse non riuscirei ad avere. Questo è stato, per me, uno degli esercizi più belli fatti in aula!
Sono 2 le poesie che mi hanno più colpita:''IN BILICO'' e ''CHIAMATEMI PER NOME''!
IN BILICO perchè dalle parole del poeta ho percepito una estrema e disperata ricerca d'aiuto!Eppure servirebbe solo un sorriso per far si che l'autore ritovi ''l'equilibrio'' nel suo cuore. è davvero fantastica questa poesia, l'armonia tra parole e sensazioni ha reso l'ascolto MAGICO.
CHIAMATEMI PER NOME perchè ogni persona ha una propria soggettività e per questo deve essere riconosciuta per quello che è e per quello che trasmette.Riconoscere una persona per ciò che non può fare è la cosa più brutta per un disabile, perchè non potrà mai andare oltre al suo deficit e dovrà sempre vivere con il costante pensiero dei suoi limiti.

la simulazione di cecita e stata un emozione fortissima mi sono resa da subito conto di come sia difficile vivere ed orientarsi nel buoi come sono riuscita a capire ke gli altri 3 sensi ke abbimo nn li utiliziamo quasi x nulla se nn x il necessario.. le poesie sono state tt belle forse xke x la 1 volta sono andata oltre al sentire superficiale ...

il buio ha sempre suscitato in me una certa paura,la simulazione fatta in aula mi ha spiazzata,mi sono ritrovata imporvvisamente senza alcun punto di riferimeno sentendomi anche per poschi secondi "persa"attraversata da un'agoscia ed un inquietudine assurda.
dopo un'esperienza simile capisci quanto sia difficile vivere con un deficit di questo genere,ad esempio senza vedere i volti delle persone care,senza poter emozionarsi nel guardare un cielo stellato o un scorcio di cielo al tramonto cose che molto spesso noi "normodotati"sottovalutiamo.
l'ascolto delle poesie è stato molto toccante,sentire la forza e la voglia di vivere.mi ha colpito molto la frase:"Chiamatemi per nome non voglio più essere conosciuto per ciò che non ho"... tratta dalla poesia chiamatemi per nome.la voglia di sentirsi accettati per quello che si è non per quello che non si ha!

spesso si sottovalutano ricchezze come quelle dello sviluppo dei sensi..spesso invece si sopravvalutano..voglio dire che spesso per provare emozioni, durante una lettura ad esempio, non sono neccessari più sensi, basterebbe l'udito, come è successo in aula, senza la vista, per permettere a parole, scritte in prosa o meno, di emozionarti davvero..

Sono 2 le poesie che mi hanno più colpita:''IN BILICO'' e ''CHIAMATEMI PER NOME''! in bilico si mette in luce la continua ricerca di aiuto, di presenza, anche se tutto si sarebbe risolto con un semplice abbraccio o sorriso per ritrovare la serenità interiore. chiamatemi per nome è molto intensa questa poesia ci fa capire che le persone sono tutte uguali, che non bisogna mettere nomignoli o aver pregiudizi. anche perche per un disabile significherebbe essere diverso, anormale, un mostro.