SIMULAZIONE 9 APRILE

L'esperienza vissuta in aula è stata molto costruttiva e soprattutto emozionante. Il fatto di non poter vedere per pochi minuti mi ha fatto mettere nei panni di coloro che convivono con questo problema ogni giorno e mi rendo conto di quanto noi siamo così distratti dal contorno, da tutto ciò che ci circonda e non andiamo in profondità delle cose, ascoltare quelle poesie (davvero molto belle) mi ha emozionato perchè non avevo distrazioni, e quindi mi sono concentrata esclusivamente su quello che ascoltavo, a volte secondo me dobbiamo proprio fare questo, ascoltare di più e dimenticare ciò che si ha intorno!!

provare ad entrare nella mente di una persona non vedente è qualcosa che tocca davvero..capire le sensazione...usare solo gli altri sensi e privarsi di vedere i colori della vita... io ho fatto anche un esperimento con una persona nn vedente...che mi ha accompagnato in un tunnel completamente buio...e dove solo cn l aiuto degli altri sensi dovevo indovinare le cose ke stesso lui m presentava...(ho mangiato anche il cocco:) (prova del gusto).... in fin dei conti è stata davvero una bella esperienza...e queste persone hanno davvero una gran forza...ammirazione totale:)

l'immedesimarsi in una persona è un'operazione mentale che dovrebbe essere fatta più spesso. Il laboratorio svolto in aula è andato anche oltre questo concetto poichè è avvenuta un'immedesimazione concreta, pratica.
Tutti coloro che portano l'handicap di essere ciechi spesso creano imbarazzo in coloro che non lo sono, ma effettuando questo laboratorio si capiscono essenzialmente 2 cose: la prima è che la cecità porta a sviluppare e ad utilizzare al meglio gli altri sensi;
la seconda è che si può abbattere questa paura del diverso.Bisogna dare una mano a questi vedenti che quando incontrano un cieco entrano in crisi.

ho sempre provato dspiacere nel vedere persone non vedenti o con altri tipi di disabilità, e ho sempre provato a immaginare come sarebbe la mia vita se avessi una difficoltà del genere. Oggi però ho capito realmente cosa si prova, sono stata bendata per pochi minuti eppure la sensazione è stata quella del panico, dovevo spostami piano con la mano per cercare la bottiglina d'acqua che avevo poggiato sul banco, e la sensazione spiacevole è aumentta quando mi sono resa conto grazie alla vibrazione di aver ricevuto un sms....ma non potevo leggerlo in quella situazione da non vedente. Quando mi sono tolta la benda è tornato tutto alla normalità ma questo purtroppo non accade per chi ha realmente una disabilità visiva.

é sempre utile calarsi in una dimensione diversa dalla nostra. Gli ipovedenti hanno sicuramente gli altri sensi più affinati dei nostri, e sono sicuramente abituati ad ascoltare con attenzione, diversamente da noi, che il più delle volte non prestiamo attenzione alle parole e perchè no ai rumori del mondo!

è stato bellissimo vivere questa esperienza! mi ha permesso di mettermi per qualche istante nei panni di una persona cn cecità anche se ho potuto cogliere solo pochissimi dei disagi nel quale si ritrovano ogni giorno, il nn sapere chi li circonda, cosa fanno, il non conoscere le espressioni di coloro che ti sono intorno. sei lì in quel posto ma in realtà ne sai molto poco. poi ascoltare quelle poesie in questo modo... non è lo stesso sentirle anke dalla voce più bella e con la migliore espressione. da un significato diverso e più profondo. davvero bello ed emozionante

io sfortunatamente a questa lezione non sono potuta esserci...mi sarebbe piaciuto molto fare questa esperienza...anche se le mie amiche mi hanno raccontato che è stata una emozione grandissima

La primissima sensazione che ho provato è stata quella di volermi togliere la benda, perchè mi sentivo di non avere tutto sottocontrollo, avevo bisogno di vedere, della luce. La primissima sensazione di assenza di luce, colre, immagini è stata angosciante. Sentivo le voci delle altre ragazze e volevo associarle ad immagini, a volti. Le voci senza immagini mi infastidivano, il brusio era quasi insopportabile.
Passato questo primo momento di fastidio e anche un po' di angoscia, quando è iniziato l'ascolto delle poesie e il silenzio è calato in aula, mi sono concentrata inizialmente sulla voce della professoressa, poi sulle parole, poi le parole sono diventate immagini nella mia mente. Le poesie sono diventate delle fotografie, dei film. Le immagini che si sono create nella mia fantasia erano più intense, più forti.
La cecità è qualcosa che mi ha sempre spaventata. Sono miope e la prima cosa che faccio al mattino prima ancora di aprire gli occhi, è prendere gli occhiali dal comodino e indossarli. Il bisogno di vedere chiaro è per me vitale. E se un giorno diventassi cieca? La mia vita finirebbe? Sarei angosciata e depressa per il resto della mia vita? Aspetterei solo di che la mia vita finisse? Probabilmente all'inizio sarebbe così. Poi però forse arriverebbe un momento di consapevolezza, consapevlezza del fatto che la vita è vita anche se ci manca un senso, un arto, una capacità, perchè siamo fatti, per fortuna, di molteplici sensi e di molteplici capacità e non si cessa di essere esseri umani perchè imperfetti. Come la storia di "anna dei miracoli", la bambina cieca e sorda che nonostante questo riesce a trovare il modo di comunicare con il mondo, con gli altri. Quello di "anna dei miracoli" credo sia un altro perfetto esempio di resilienza.