lab 6 maggio esperienza di emarginazione

oggi in aula i cittadini si sono divisi; in gruppi composti da persone che avavano gli occhiali, persone a cui piacevano la musica classica.
Io facevo parte del gruppo composto da cittadini che portvano gli occhiali; in un primo momento mi sono sentita emarginata e credo di aver provato la stessa sensazione di chi viene escluso da questa società solo perchè appartiene a culture e religioni diverse.

io facevo parte del gruppo che restava in città,quello "non emarginato",e pur stando nella posizione più agiata,rispetto a quelli "emarginati",nel momento in cui ci siamo separati per distinguere i due gruppi,mi sono sentita "strana"...non so se le emozioni che provavo erano dispiacere,tristezza,oppure solo un'incapacità di accettare l'emarginazione di un gruppo solo perche "diverso"....eppure c'era tanta gente che apparentemente era indifferente a cio che stava accadendo,forse perche piu coscienti di me,che era solo un gioco;l'emarginazione è un fenomeno che non riesco proprio ad accettare,è giustoche sia cosi,ma in particolare non lo tollero perchè da piccola molte volte mi è capitato di essere emarginata,o perchè non avevo gli stess interessi del gruppo, o per altro,ma ricordo come mi sentivo,e vi posso assicurare che è una sensazione BRUTTISSIMA,che non vorrò mai piu provare,ma soprattutto far provare agli altri

All'esperimento dell'emarginazione io ero "cittadina" attiva e ho vissuto una situazione di calma, tranquillità, sicurezza come accettata e non aver paura di niente, come se fossi protetta dalla "città". Mi è dispiaciuto per gli emarginati,i quali si sentivano "diversi", perchè realmente nella vita quotidiana queste persone hanno questa sensazione di insicurezza, di estraneità, non sentirsi mai accettati per come si è,per la mancanza di tutte quelle caratteristiche che la colletività richiede per entrar a far parte di essa;l'angosciante sensazione di non essere mai nel posto giusto.

in questo laboratorio mi sono trovata in entrambi i casi nella condizione di "non marginata" e crdo che questo esperimento si servito da monito per farci capir quanto sia difficile vivere in una società che t rifiuta e t considera uno "scarto".....

Purtroppo il giorno in cui è stato fatto questo esperimento mancavo per motivi personali,e mi è dispiaciuto molto non farlo,penso però che emarginare qualcuno solo in base al suo aspetto fisico,per esempio,per il solo fatto che porta gli occhiali,o per le sue capacita,qualità e gusti personali sia una cosa assurda.
Isolare una persona dalla socità approfittando della sua debolezza non è una cosa giusta,anzi a noi risulta facile puntare il dito verso qualcuno,mentre questo dimostra ovvie e forti difficoltà nel ribellarsi o nel conbattere contro una maggioranza di persone che lo escludono per la sua diversità o per le sue caratteristiche non idonee.
Penso che sentirsi emarginato ed escluso significa sentirsi solo,abbandonato senza neanche sapere il perchè,oggi bisogna liberarsi dai pregiudizzi,saper andare contro la maggioranza se per noi questa appare ingiusta e imparare a non giudicare ed isolara gli altri,ma accettare l'altro indifferentemente da com'è,da come si comporta,e per quello che pensa,insomma accettarlo per quello che è dentro e fuori.

Nella simulazione svolta in aula io sono rimasta nel gruppo che restava in città, forse molti di noi ritenevano che fosse un gioco date le nostre chiacchiere e i sorrisi che vedevo sui volti, ma non lo era affatto. E' stata una sorta di "provocazione" per invitarci alla riflessione rispetto al fenomeno dellìemarginazione. L'isolamento di un individuo, o di un gruppo di individui viene creata dalla società stessa. Infatti come diceva Durkheim, la società vive di rappresentazioni collettive, gli uomini discriminano fra le cose e le persone, assoggettando le une e le altre alla valutazione. Il problema non sta nell'eliminare la disuguaglianza, che caratterizza ogni cultura, ma farla funzionare correttamente e funzionalmente. I tossicodipendenti, gli immigrati o le prostitute, alcuni fra i soggetti discriminati, sono consapevoli della loro emarginazione, del fatto che non vengono accettati dagli altri, e penso sia questo pensiero a renderli ancora più infelici.

In aula abbiamo fatto "il gioco del sindaco".Nel primo caso mi sono sentita emarginata in quanto "portatrice di occhiali".Nel secondo caso no,anche se ho provato un forte senso di dispiacere nel vedere gli altri emarginati.Comunque credo che le persone non debbano sentirsi escluse e non dovrebbero cercare di cambiare per gli altri,anche se io sono la prima a farlo utilizzando le lentine perchè con gli occhiali me sento "brutta",sia ai miei occhi che a quelli degli altri.L'esperimento,come quello della benda,è stato molto utile anche se sono riuscita a comprendere solo in parte il senso di emarginazione che possono provare persone che vengono effettivamente escluse.

più che (rimanerci male) mi sono interrogato sulle motivazioni che hanno spinto il sindaco ad adottare una politica di emarginazione in quanto con questi atteggiamenti non si agevola il vivere comunitario e mi hanno meravigliato i cittadini con la loro indifferenza

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la docente:
caro Luigi è proprio con un esempio forte vissuto sulla propria pelle che si può comprendere un tema che teoricamente poco ci tocca o riguarda. secondo me può insegnare più un minuto da emarginato che un anno da cittadino privilegiato.
niente di personale, sono contro ogni emarginazione come ho deto e ribadito quando alcune persone hanno pensato di fare 'baccano' per ripicca.
Si sono piegati al gruppo, identificandosi.
ed era un gioco...... figurati nella realtà.
Il mio intento è farvi riflettere.
sempre. anche con piccoli scossoni.
come quando ho organizzato la simulazione, non ho mai voluto nessuno di voi fosse non vedente.
anche con le mie 'spalle' e la divisione organizzativa dei gruppi ho voluto farvi capire quanto è facile sia
-emarginare sentendosi privilegiati
- emarginare con l'indifferenza e il gruppo
- emarginare con 'volevo fare ma non ho fatto nulla...'

sia:
-essere emarginato per un qualcosa di fisico/psichico o per qualche cosa che ci distingue dagli altri.

Siamo tutti uguali e allos tesso tutti completamente diversi e nella nostra specificità vi è anche la nostra ricchezza.

la docente

l'esperimento condotto in aula è stato davvero interessante.mi sono sentita fortunata,poichè in entrambi i casi sono stata 'in citta',quindi non facevo parte degli emarginati. la mia sensazione è stata quindi positiva anche se non trovo alcuna differenza tra chi porta gli occhiali e chi no,o tra chi ascolta tipi di musiche diverse.. 'SIAMO TUTTI UGUALI'

sinceramente non mi sento nè emarginata e penso che nessuno dovrebbe essere emarginato,siamo esseri umani con un proprio carattere con dei gusti, stili diversi...il mondo è bello proprio x questo...ciò non vuol dire che bisogna escludere chi ha gli occhiali a chi piace la musica classica,non bisogna avere mentalità chiuse ma aprirsi alla diversità perchè noi non siamo "unici"o "migliori"ma ragazzi che vivono insieme ad altri ragazzi quindi non dobbiamo escluderli ma confrontarci con loro.

Salve, durante il gioco del sindaco, in entrambi i casi sono rimasta in città e non mi sono sentita emarginata, però quando avevo 8 anni portavo la macchinetta per i denti, ero l'unica della mia classe, e pensavo sempre che c'era qualcosa in me che non andava bene,mi sentivo diversa da tutti e mi chiedevo spesso : perchè io la porto e gli altri no?Poi crescendo è passato tutto,anche perchè l'ho tolta!Secondo me la cosa più brutta, non è essere esclusi ma sentirsi esclusi!

In aula abbiamo fatto "il gioco del sindaco".Nel primo caso mi sono sentita emarginata in quanto "portatrice di occhiali".Nel secondo caso no,non bisogna ne sentirsi emrginati ne tantomeno emarginare. credo che le persone non dovrebbero cercare di cambiare per gli altri,e io sono una di quelle che porta gli occhiali da quando ero alla scuola materna...Adesso porto anche le lenti a contatto ma non per far cambiare opinione agli altri o per sentirmi bella semplicem per far capire a tante persone che come mme portano gli occhili che c'è un rimedio se proprio ci sentiamo in disagio.

Dunque...il laboratorio svolto in aula e' stato molto coinvolgente mi e' piaciuto!! Io in entrambi i casi ero in citta' in quanto ne' porto gli cchiali ne' amo la musica classica....pero' quando ho visto il gruppo degli "emarginati" ero al quanto combattuta perche' in un certo qual modo mi sentivo emarginata anche io!!! e' una strana sensazione ma e' cosi'...ho notato una cosa spettacolare nei 2 gruppi che si sono creati..." La Solidarieta'" si' perche' nonostante facessero parte degli emarginati non mancava loro la grinta..hanno avuto subito avuto la forza di organizzare una festa dove anche loro potevano partecipare... Questa era una simulazione, un gioco ma anche nella vita reale accadono spesso queste situazioni dove le persone vengono emarginate..Io viaggio in pulman e li, vi assicuro, ne accadono di tutti i colori, soprattutto con gli stranieri, soprattutto con le persone di colore, accade spesso che la gente tende a spostasi a criticare o fare battute(a mio avviso squallide),e questo loro atteggiamento emargina....Io credo che noi tutti siamo molto bravi ad emarginare mentre dovremmo imparare ad accoglier tutti a priori.....

[b]All'esperimento ho partecipato come "cittadina"....è da ipocriti dire che non è stato un sollievo doversi emarginare,e cercare di creare un qualcosa per rendere l'emarginazione un vantaggio!....Le ragazze "con gli occhiali" hanno parlato di creare un gruppo,in modo tale da rendere "noi" gli emarginati....Credo ke il problema primario che ci si debba creare,non è quello di rendere uno migliore dell'altro,ma far si che ognuno renda normale le proprie differnze,in modo tale da poi lì creare un gruppo,più forte di quanto ci si possa immaginare!

Nell' "esperimento" di oggi in aula mi son ritrovata nella città entrambe le volte. Nella città ci si divertiva,c'erano tanti cantanti,si mangiava del buon cibo a differenza di coloro che erano stati emarginati perchè avevano gli occhiali o perchè ascoltavano la musica classa che non avevano la possibilità di di divertirsi,non avevano voce in capitolo,vivevano in una situazione in cui venivano isolati.
Nonostante mi trovassi nella "città",sentivo un senso di colpa nei confronti degli emarginati...era un'ingiustizia...
Questa situazione rispecchia la realtà attuale,una realtà in cui si è circondati da emarginazione nei confronti di coloro che sono "diversi" da noi ma in fondo sono uguali a noi ma hanno della semplici differenze.

io non sono stata emerginata..sono rimasta, entrambe le volte, in città...
questo "gioco", in particolar modo, mi ha fatto riflettere sul concetto di emarginazione...vedere quel piccolo gruppetto di ragazze isolato solo perchè o portavano gli occhiali o preferivano la musica classica mi sono sentita a disagio....certo però l'emarginazione è proprio brutta(nel gioco..figuriamoci nella realtà!!!)spero di nn trovarmi mai in una situazione del genere..chissà come si saranno sentiti tutte le persone "veramente" emarginate dalla società, da NOI STESSI!!!questo "gioco" mi ha fatto molto riflettere e spero che anche le altre persone capiscano che siamo tutti uguali indipendentemente dal colore della pelle, dalle scelte sessuali o da gusti....

Nel laboratorio svolto in aula io ero in entrambi i casi in citta' perchè non porto gli cchiali non amo la musica classica. La prima cosa che ho notato è che immediatamenete il gruppo di emarginati ha cercato di organnizzare qualcosa, cercavano di creare una loro città in modo tale da non avvertire questa differenza. Questo laboratorio è stato utile perchè ci ha fatto vedere chiaramente come le persone cercano istintivamente di annullare qualsiasi differenza presente: se la città fa festa anche la società di emarginati può farlo.
La tendenza ad emarginare purtroppo è una realtà che si vive tutti i giorni sia tra gli adulti che tra i bambini.
L'anno scorso ho svolto il tirocinio in un asilo nido e ho potuto notare che già a 2 anni i bambini sono capaci di emarginare sia un adulto che un loro coetaneo

Nel laboratorio svolto in aula,io erp emarginata solo nel primo caso,e quindi appartengo a coloro che sono 4occhi. Anche se per poco tempo,non mi è piaciuto essere messa al di fuori di un gruppo,essere isolata perchè momentaneamente diversa ! Nella vita reale non ho mai vissuto un'esperienza del genere, ho sempre socializzato con le persone che mi circordano e forse per questo ho vissuto in modo un pò diverso quest'esperienza di emarginazione.

il laboratorio del sei maggio è stato interessante,mi sono sentita molto partecipe in quuesta cosa,perchè io sono stata sempre discriminata,porto gli occhili da quando avevo tre anni,i bambini a volte sanno essere molto crudeli,e mi hanno sempre preso in giro,quando ero piccola ci soffrivo,poi crescendo e trovandomi in un ambiente scolastico diverso non mi è più pesato avere gli occhiali.

Nel esercizio svolto in aula per quanto riguarda l'emarginazione,ho notato che nessuno si sente emarginato e diverso fino a quando non è la stessa società a renderlo tale ,o meglio ad etichettarti in una "categoria" basandosi su alcuni aspetti estetici,caratteriali,comportamentali,ecc.Questo non è altro che proiettarsi nella realtà e capire cosa provano coloro che vengono messe di fronte a delle situazioni del genere,non avendo neanche la possibilità molte volte di difendersi,ma si ritrovano ad essere esclusi non potendosi sentire parte integrante(come è avvenuto in aula nel caso dell'esclusione dalla città)di qualcosa che li possa rendere"normali" e non farli sentire inferiori.E' anche vero però che gli emarginati possono far gruppo, e fare della loro diversità un punto di forza andando a combattere i pregiudizi che si hanno su di loro.Fà rabbia pensare che esistono queste situazioni,cioè imporre la privazione alle persone di esprimere il loro essere in qualsiasi forma essa si presenti,quindi non occorre eliminare la disuguaglianza ma farla funzionare.


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quanto hai scritto è esattamente lo scopo di questo esperimento!
la docente

IN ENTRAMBI I CASI NON SONO STATA EMARGINATA DALLA CITTà MA HO PARTECIPATO COME CITTADINA NONOSTANTA ERO NELLA CITTà MI SONO SENTITA IN UN CERTO SENSO IN COLPA PERCHè NON è GIUSTO EMARGINARE PERSONE SOLO PERCHè PORTANO GLI OCCHIALI,HANNO UN DEFICIT, ASCOLTANO UN TIPO DI MUSICA PARTICOLARE O VESTONO IN MODO DIVERSO EMARGINARE PERSONE è UNA COSA BRUTTA,ANZI BRUTTISSIMA E NON SI DOVREBBE MAI FARE ANCHE Sè NELLA SOCIETà IN CUI VIVIAMO QUESTO è ALL'ORDINE DEL GIORNO ADDIRITTURA VENGONO EMARGINATI RAGAZZI SOLTANTO PERCHè NON VESTONO DI MARCA.

Ho risposto in modo olistico in diversi interventi collegando diversi laboratori fra loro.

ho partecipato all'esperimento come cittadina attiva sono rimasta in città a fare festa ed ascoltare musica certamente la mia era una situazione di privilegio ma sapendo che era un gioco per il mio caso non ho avuto emozioni forti al contrario di quando mi sono fermata ad ossevare gli emarginati ho avuto il feedback di persone che vivono cosi tutti i giorni solo perchè sono diversi in qualcosa e vengono respinti dalla società come x esempio capita per gli stranieri.ho provato una sensazione strana brutta negativa che non mi appartiene nel momenti di emarginare gli altri gruppi,ma per gli studi fatti so bene che chi emargina può essere considerato a sua volta un emarginato è un gioco di esclusione complicato che mi ha fatto riflettere sull'attenzione che dobbiamo avere nel rapportarci con gli altri.

In questo esperimento fatto in aula,io mi sono sentita parte della città,non sono stata emarginata perchè non porto nè gli occhiali nè amo la musica classica...però mi sono resa conto di quanto sia stato brutto classificare,mettere da parte dei miei compagni per una semplice diversità...ma mi rendo conto che è proprio questo quello che la società di oggi fa,ti emargina se non segui dei canoni ben precisi,ma poi decisi da chi???su che parametri si stabilisce la diversità?
Questo esperimento è stato molto interessante...