SIMULAZIONE 9 APRILE

CON L ESPERIMENTO FATTO IN AULA CHE CONSISTEVA NEL BENDARE GLI OCCHI PER 10 MINUTI QUESTO SERIVIVA PER SIMULARE UNA SITUAZIONE DI CECITA'.IL NON RIUSCIRE A VEDERE NIENTE INTORNO A ME E' STATO STRANISSIMO MA ALLO STESSO TEMPO EMOZIONANTE PERCHE IN AULA SI E' CALATO UN SILENZIO PUR ESSENDO NUMEROSI.ABBIAMO ASCOLTATO ALCUNE POESIE SCRITTE DA PERSONE DISABILI,POI ABBIAMO ASCOLTATO ALCUNE IMPRESSIONI DI RAGAZZI E RAGAZZE IN AULA E MOLTI DI LORO HANNO RACCONTATO MOLTE DELLE LORO ESPERIENZE FISSUTE IN PRIMA PERSONA.ESSENDO BENDATA MI E' RISULTATO DIFFICILE ANKE SOLO MUOVERMI,E HO NOTATO UNA COSA CHE LA MIA ATTENZIONE ERA RIVOLTA MOLTO ALL ASCOLTO.A VOLTE MI E' CAPITATO DI PENSARE A QUESTE PERSONE CHE PROBLEMI DI CIECITA'
A COME SI POTREBBERO SENTIRE;MA SPESSO QUESTE PERSONE SI TROVANO AD AFFRONTARE SITUAZIONI NN SEMPRE FACILI MA TROVANO A FORZA PER SUPERARE.CONCLUDO DICENDO CHE NOI DA QUESTE PERSONA ABBIAMO SOLO DA IMPARARE E ACCETTARE LE PERSONE PER CIO' CHE SONO.LA POESIA CHE MI HA COLPITO E' STATA "NON" DI UNA RAGAZZA, LEI DICE DI NN CAMMINARE MA DI VIVERE E SOGNARE CHE NN SONO ALTRO CHE LE COSE ESSENZIALI DELLA VITA....

la simulazione sulla cecità è stata una cosa a dir poco commovente. non nascondo che ho pianto e mi sono emozionata tantissimo per le poesie lette in aula e non mi aspettavo nemmeno di vedere gli altri così commossi come me. a volte non abbiamo idea di quello che capita ad un ragazzo cieco,perchè non lo viviamo in prima persona. è così bello vedere il sole,la luna,le stelle e i colori della natura soprattutto adesso che siamo in primavera,che non immagino minimamente come possa fare un non vedente. magari trova il coraggio di andare avanti ma solo se è veramente spronato soprattutto dalla famiglia. in una delle poesie un ragazzo dice che per il mondo non vale niente mentre per i genitori è tutto.un altro afferma che non ha paura di cadere e farsi male ma più che altro gli fa paura la reazione della gente. anche le testimonianze in classe dei ragazzi sono state significative e mi hanno fatto molto riflettere.non abbiamo la minima idea di come possa essere la vita di queste persone e in classe anche se per poco tempo ho provato questa sensazione che mi ha provocato oltretutto anche un pò di ansia ,perchè avevo paura di quello che poteva accadere attorno a me ma che io non avrei potuto vedere. adesso capisco cosa provano queste persone!

La poesia, tra quelle ascoltate in classe, che piu mi ha colpito è stata quella intitolata "chiamatemi per nome" in cui l autrice, disabile, dice di non voler essere chiamata diversa o diversamente abile, perchè lei è uguale a tutti noi.Non ci sono persone diverse, ma solo meno abili in qualche cosa e questa non deve essere una differenza o una difficoltà, perchè ognuno è meno abile in una cosa ma molto piu abile in altre.

"chiamatemi per nome" il nome è l'unico aspetto ke ci differenzia dal nostro compagno vicino o quel ke sia....anche se si cade in contraddizione ma siamo tutti uguali!!! e non perchè se manca una gamba, un braccio o altro si deve essere il "poverino" di turno....ognuno a suo modo ha una mancanza, può essere fisica, psicologica, affettiva ce ne sono a migliaia di esempi...però si tende a vedere e a criticare sempre quello degli altri senza fare mai autocoscienza....

Questa simulazione è stata davvero emozionante. Per pochi minuti ci siamo messi nei panni delle persone non vedenti. Quando ero bendata ho potuto notare che l'unica cosa di cui possiamo usurfruire è solo del nostro udito e il tatto, e questo forse ci ha aiutato ad ascoltare in modo attento le poesie lette dalla prof.
Per me è stata un'esperienza toccante anche se è durata per pochi minuti,ed anche un pò "triste" perchènpoi nho pensato che queste sensazioni,queste paure per i non vedenti durano per sempre,e noi anche solo per poco tempo abbiamo capito almeno un pò anzi un pochino cosa vuol dire. Però la cosa che mi ha più colpite è che queste persone nonostante la loro disabilità hanno una voglia di vivere e una forza di andare avanti che nemmeno io ho!Eche se anche la vita è difficile loro vogliono viverla ed è questo che ci deve far capire che la vita è bella così com'è.



-La poesia che più mi ha colpito è stata "l'angelo del Signore" e come la mia amica maria roghi una frase in particolare: "per il mondo sono solo un diversamente abile,persona debole,un fardello inutile..."
Infatti per la maggior parte del mondo vengono visti come persone deboli,inutile e da emarginare. Ma secondo me sbagliano,perchè sono persone uguali a noi con un cuore e le nostre stesse emozioni,e non devono essere emarginate ma anzi integrate nel miglior dei modi nella società,così da abbattere le barriere che non permettono di viverela vita a pieno.

avere gli occhi bendati e provare a perdere la vista per un po è un'esperienza che ho già fatto. Ho fatto molto volontariato con persone dalle più diverse problematiche, e mi sono occupata di un corso che facesse avvicinare il mondo giovanile delle scuole alle disabilità. Perdere la vista è disabilitante, a mio parere tra i 5 sensi la vista è quello più importante. Le persone cieche che ho incontrato sul mio cammino mi hanno fatto capire che la vita anche se è difficile è una cosa meravigliosa e in qualsiasi caso vale la pena di essere vissuta, non dobbiamo mai guardare quello che non abbiamo ma quello che abbiamo. La felicità non è essere "perfetti", perchè la perfezione non esiste è solo una pazza invenzione dell'uomo, la felicità non è avere "tutto al posto giusto" la felicità è amare ad essere amati, ed avere la profonda convinzione che viviamo perchè qualcuno ci ama.

Quando sentiamo dire "non capisci una realtà finche non la vivi" può sembrare un semplice luogo comune, invece oggi ho avuto la prova che non esiste frase più giusta di questa.Essere bendati anche solo per pochi minuti mi ha fatto capire (oddio forse capire è una parola grossa visto che la mia cecità è durata pochi minuti)cosa vuol dire vedere il buio intorno a me e quindi posso solo immaginare le difficoltà che incontrano quotidianamente chi non puo vedere, ma ho anche notato come, di riflesso, automaticamente si è più attenti ai suoni che ci circondano, suoni che spesso ignoriamo e mi sono domandata: "chissà quanti suoni, quante percezioni tattili, quanti odori e di conseguenza quante amozioni ci perdiamo ogni giorno perchè vedendo non siamo attenti a particolari, sfumature e quindi senza che ce ne rendiamo conto perdiamo tanto!!!
Per qunato concerne invece le poesie che dire esperienza anche questa unica! mi hanno regalato sensazioni difficili da spiegare è stato come entrare in contatto con gli autori e percepire il loro stato d'animo, gioie, dolori...se l'ntento di una poesia e di un poeta è donare emozioni bhè loro ci sono riusciti in pieno.

Fare esperienza insegna più di tutti i trattati teorici che potremmo affrontare e conoscere.L'esperienza fatta in aula,una simulazione di cecità,è stato per me molto strano e quasi disorientante.l'organismo è come se dovesse adegurasi a questo nuovo stato,adattarsi e così mettere in gioco altre capacità del nostro corpo che diventono indispensabili quando non si riesce e vedere,più di tutto l'udito.Ciò che si è creato è stato proprio quel silenzio indispensabile per orientarsi,per rendersi conto di ciò che accadesse.La cosa bella è che mentre si leggevano delle poesie le parole, nella mente prendevano forma,avevano uno spessore e il loro significato rimbombavano nella mente,come se essa avesse la tendenza di immaginarle e farle prendere vita.la "parola"in questo modo si assapora quasi,si pone mente, si entra in contatto con la realtà con più spiritualità.

la simulazione fatta in classe mi ha toccato molto profondamente in quanto non sapevo cosa potevano provare realmente solamente chi ci è dentro può capire. mi sono meravigliata molto x il profondo silenzio che si è creato in aula secondo me un po tutti si sono ricreduti su questo problema

L'esperimento fatto oggi in aula è stato molto toccante, il fatto di non vedere anche per pochi minuti mi ha spaventato e mi ha messo un pò di angoscia.
La cosa che mi ha colpito ancor di più è stato il silenzio spontaneo in cui è caduta l'aula una volta indossate le bende.E stato come un grido d'aiuto per riaggrapparsi alla realtà che ci circondava,era come se ci sentissimo spaesati.
la prof.che leggeva le poesie scritte da persone disabili in aula era l'unico appiglio che potevamo avere con la realtà e lo volevamo a tutti i costi per questo è calato quel silenzio incredibile e questa cosa mi ha emozionato.
La poesia che mi ha fatto più riflettere è stata "NON" perche questa ragazza,Rebecca ,dice che lei non scrive nn parla non cammina non chatta ma sogna vive ama.Quelle cose che per noi rappresentano la cosiddetta "normalità",per lei sono l'irrealizzabile,ma nonostante questo riesce a riconoscere l'essenza fondamentale della vita stessa ;VIVERE E AMARE!!

L'esperimento svolto in classe, mi ha fatto capire quanto è importante vedere... alcune volte noi sottovalutiamo le doti che abbiamo e quando x un motivo ci vengono tolte ci rendiamo conto di quello che avevamo, è sempre cosi!!
io per quei poki minuti non risucivo a muovermi e mi bruciavano terribilmente gli occhi, poi mi sono dovuta alzare poiche' la prof mi aveva chiamata, ma stavo dietro a tutto quindi con il microfono e gli occi chiusi ho avuto un difficolta' immane pero' questo esercizio mi è servito molto!!!!!

L'ESPERIENZA VISSUTA IN CLASSE è STATA UNA DELLE PIù BELLE ED EMOZIONANTI.SECONDO ME UNA PERSONA SI RENDE CONTO DI QUANTO è IMPORTANTE UNA COSA SOLO QUANDO LA SI PERDE,INFATTI SOLO IN CLASSE ,QUANDO ABBIAMO INDOSSATO PER POCHI MINUTI LA BENDA,MI SONO RESA CONTO DI COME LA VISTA è IMPORTANTE E DI COME LE PERSONE POSSANO SENTIRSI AD NN ABVERLA.UNA DELLE POESIE CHE PIù MI è PIACIUTA è STATA "CHIAMATEMI PER NOME",QUESTA POESIA è STATA QUELLA CHE PIù MI HA EMOZIONATO,FORSE PERCHè TRAMITE QUESTA POESIA MI SN POTUTA RENDERE CONTO DI COME LE PERSONE"DIVERSAMENTE ABILI"POSSANO STARE NELL'ESERE TRATTATI DIVERSAMENTE,NELL'ESERE TRATTATI COME PERSONE "DISABILI",LORO NN CHIEDONO ALTRO DI ESSERE VISTI COME PERSONE "NORMALI" E NN COME PERSONE "DIVERSE".SONO DEL PARERE CHE GIà è DIFFICILE LA SITUAZIONE IN CUI QUESTE PERSONE VIVONO E TRATTARLE COME PERSONE "DIVERSE" NN PUò FARE ALTRO CHE PEGGIORARLA,QUINDI è MEGLIO RISERVARE LORO LO STESSO COMPORTAMENTE CHE RISERVIAMO ALLE LE PERSONE"NORMALI".

Ho avvertito sicuramente una sensazione di paura, insicurezza, ma anche di grande comprensione nei confronti di chi non vede.E' vero spesso disabili non vengono chiamati per nome, infatti, sento " quello col probrlema alla gamba " per esempio, perche' considerati diversi e con molta superficialita'. Credo che un esperienza come questa fatta in aula se fosse applicata con piu frequenza soprattutto ai bambini magari nelle scuole elementari non solo imparerebbero a rispettare e a capire chi ha una disabilita' visiva , ma innanzitutto si rivelerebbe come una grande tecnica educativa e pedagogica che migliorerebbe l' ascolto e la concentrazione fondamentali.

l esperienza vissuta in aula è stata molto importante xke ki in futuro vorrà fare il lavoro di educatore sarà gia in grado di affrontantare esperienze del genere .anke le poesie sn state molto belle ed emozionanti ,capire cosa si prova a vivere in mezzo a persone ke sn isolate come kissà ke avesserò.ad esempio proprio oggi mi è capitato di leggere su un giornale, dove dei ragazzi casertani avevano pikkiato un ragazzino e avevano filmato tt e lo avevano messo su internet . kissa cm si sarà sentito quel ragazzino passando in mezzo agli amici e sentirsi deriso da tt. e mi kiedo xke oggi c e tanta cattiveria e discriminanza in giro???????

Questo esperimento in classe penso abbia toccato un pò la sensibilità di ognuno di noi...Abbiamo purtroppo dei preconcetti che molte volte ci impediscono di andare oltre una sedia a rotelle.Le persone diversamente abili hanno valori,principi,sono sensibili come noi pur avendo una diversità fisica.Se solo ci fermassimo almeno a leggere tra le righe dei loro sguardi,dei loro stati d'animo,capiremmo che non bisogna solo fermarsi all'apparenza e che un soriso,una carezza rivolta a queste persone potrebbe dare loro la forza per andare avanti.

Stando con gli occhi bendati non ho potuto avere distrazioni ma sono stata "costretta" a sentire tutto della poesia, anche quelle emozioni che sono tra le righe.... come in questa frase: " Ho paura di cadere non tanto per il dolore che potrei avvertire ma per il peso dei loro occhi che sul quel pavimento mi potrebbero inchiodare." con gli occhi bendati ho immaginato quella scena e ho quasi potuto sentire sulla mia pelle il peso di quegli occhi. Se l'avessi ascoltata normalmente, senza coprire gli occhi non sarebbe stato lo stesso, questa simulazione mi ha permesso di percepire cosa sente un disabile quando si sente etichettato o emarginato, il senso di paura, di non essere capito oppure gli sguardi misti a tristezza e compassione e quindi il non poter essere trattato come si vorrebbe, come persona senza aggiunte di definizioni.

il laboratorio della sumulazione è stato molto bello,ascoltare quelle poesie è stato emozionante,si sentivano le difficolta che ogni giorno incontrano le persone diversamente abili.

L'esperimento sulla cecità è stato molto toccante... A dre il vero ci provai gia in classe alle superiori in quanto nella mia classe c'erano due ragazze non vedenti, e sotto consiglio della prof provammo ad essere come loro per qualche minuto. Essere privatidella vista anche per soli pochi minuti è una esperienza "strana"
mi sono sentita disorientata, spaesata.... e questo, come del resto tutte le cose che stiamo affrontando in questo corso, mi ha colpita molto e mi ha portato a riflettere....

NON HO FATTO LA SIMULAZIONE IN AULA MA QUI A CASA CON LA PARTECIPAZIONE DI MIA MADRE....E TRA LE DIVERSE POESIE MI HA COLPITO E COMMOSSO QUELLA DI GIANNI SCOPELLITI...PIU' CHE COPLIRE MI HA LASCIATO UN VUOTO
"chiamatemi per nome
anche io ho pensieri,fantasia
anche io ho una gioia da condividere"
PER UNA FRAZIONE DI SECONDI MI SONO SENTITA IN UN ALTRO CORPO E SINCERAMENTE NON SO' DESCRIVERE LA REALE SENSAZIONE...UNO SHAKE DI EMOZIONI..SUBLIME!

Mi ha colpito tanto questa poesia e voglio condividerla con tutti voi:
MIRACOLO
è la luce dei tuoi occhi,
anche se sono spenti
e senza colore
vagano nel cammino della tua vita.

La tua mano mi è vicina,
sento il tuo calore che mi avvolge,
prende la mia anima.

Sei un non vedente,
i tuoi occhi brillano come il cielo
con le stelle della notte,
mi guidi il cammino della mia vita.

Sei il miracolo dell'amore
fra due anime che sopravvivono,
nell'agonia di questa vita
indifferente e vanitosa.

L'esperienza di rimanere bendati e non poter vedere anche per pochi minuti è stata molto intensa,ho ascoltato con maggiore attenzione tutte le poesie lette in aula e mi sono commossa.La poesia che maggiormente mi ha colpito e che mi ha fatto riflette è quella di Rebecca intitolata "Non" in quanto viene fuori tutta la tristezza,la solitudine,l'angoscia di questa ragazza che non può fare nulla,non può scrivere,camminare,cantare,chattare,parlare tutte cose che per me sono naturali.Non mi sono mai posta il problema che per altre persone tutte quelle azioni che per me sono scontate possano essere impossibili,irrealizzabili,tutte cose che sognano di poter fare!