SIMULAZIONE 9 APRILE

L' esperienza vissuta in aula è stata straordinaria e molto emozionante perchè le persone "normali" nella loro vita quotidiana possono pensare solo per alcuni istanti le difficoltà che si trovano ad affrontare le persone "disabili", ma poi ne abbandonano il pensiero. Mai capita di mettersi nei panni dell' altro e capire come sono superficiali i nosrti problemi quotidiani. Essere bendata anche per alcuni minuti mi ha suscitato una sensazione di vuoto, ma comunque un' esperienza fantastica e commovente.

l'angelo del signore è la poesia che più mi ha colpita.Queste persone che si sentono impazzire per il loro essre, fa male.Questa simulazione mi ha fatto emozionare tantissimo e sentire i commenti di persone disabili mi rattristisce ma non perchè io non li accetto ma perchè il sentire le loro voci bucate, la loro sofferenza mi fa male.Io non vedo queste persone come "diverse", vorrei tanto aiutare (come )Daniela) una persona disabile e farla sentire bene e accettata.

è stata un esperienza al quanto unica in quanto non pensavo bastasse cosi poco per andare in un mondo che nn credevo fosse cosi difficile,diverso!penso che ancora piu grande e bello è stato ascoltare i colleghi di aula che avevano questi stessi problemi è stato un pò come vivere il l'oro disagio!

Che dire...oggi abbiamo per un pò simulato.."finto" di essere ciechi e per quei pochissimi minuti c'è stato il silenzio in aula,forse perchè effettivamente nessuno di noi era preparato ad una emozione così forte..che senso di smarrimento..e poi la lettura delle poesie,tutte bellissime,per me la più bella è la prima difficile è vivere in un mondo che ci costringe ad essere perfetti ma ancora più difficile è guardare negli occhi dei nostri genitori e leggere il profondo senso di colpa...noi per un pò abbiamo finto..ma ci sono persone che la sciarpa non hanno possibilità di toglierla...e allora è da cercare un cambiamento in noi..in noi che possiamo e che dobbiamo decidere di vedere davvero le persone non in quanto disabili..ma in quanto persone..

E' STATO A DIR POCO EMOZIONANTE IL LABORATORIO DI OGGI....ASCOLTARE LA SOAVE VOCE DELLA PROF.SSA MENTRE CI FACEVA "VIVERE" LE POESIE E' STATO STREPITOSO....SI VIVERE PERCHE' NON AVENDO MODO DI VEDERE ABBIAM DOVUTO IMMAGINARE.....PER ME E' STATA UNA BELLA ESPERIENZA PERCHE' MI E' STATA DATA LA POSSIBILITA' DI CAPIRE IN MINIMA PARTE COME SI SENTE UN NON VEDENTE....AL CONTEMPO PERO' HO AVVERTITO UN SENSO DI VUOTO...
TRA LE POESIE LETTE MI HA COLPITO LA PRIMA: L'ANGELO DEL SIGNORE..."PER IL MONDO SONO SOLO UN DIVERSAMENTE ABILE, UNA PERSONA DEBOLE, UN FARDELLO INUTILE" QUI L'AUTORE CI FA CAPIRE IN MODO ESPLICITO IL SUO DISAGIO E IL SUO DOLORE.....LA SECONDA CHE MI HA COLPITO E': IN BILICO...."HO PAURA DI CADERE NONTANTO PER IL DOLORE CHE POTREI AVVERTIRE MA PER IL PESO DEI LORO OCCHI CHE SUL PAVIMENTO MI POTREBBERO INCHIODARE"....QUI OLTRE AL DISAGIO VIENE SOTTOLINEATO ANCORA UNA VOLTA LA CATTIVERIA DELLA GENTE E I PREGIUDIZI CHE HANNO NEI CONFRONTI DEI DIVERSAMENTE ABILI...
TORNATA A CASA HO SOTTOPOSTO MIA SORELLA A QUESTO ESPERIMENTO LA QUALE E' RIMASTA INCANTATA....

LA SIMULAZIONE SVOLTA OGGI IN CLASSE E' STATA PER ME L' ESPERIENZA PIU' INTENSA TRA TUTTE QUELLE AFFRONTATE NEI VARI INCONTRI...PER POCHI MINUTI ABBIAMO VISSUTO LA STESSA PERCEZIONE DI CHI OGNI GIORNO DEVE CONVIVERE CON QUESTO DEFICIT E PENSO COME PER LORO SIA DIFFICILE NON SOLO CONVIVERE CON LA LORO CONDIZIONE MA ANCHE CON IL COMPORTAMENTO DELLA GRAN PARTE DELLE PERSONE CHE CERCA IL PIU' DELLE VOLTE DI AFFRONTARE LA QUESTIONE IN MODO MOLTO SUPERFICIALE...ESSNDO NOI FUTURI EDUCATORI DOVREBBE ESSSERE AFFRONTATA LA TEMATICA DELLA DISABILITA' IN TUTTE LE SUE MANIFESTAZIONI MOLTO DI PIU' PER POTER POI NOI STESSI POTER SENSIBILIZZARE GLI ALTRI.L' ESPERIENZA DI OGGi MOSTRa COME SIA mOLTO IMPORTANTE ESSERE GIa' GRATI PER LA SALUTE CHE ABBIAMO E NON PRETENDERE SPESSO DAI NOSTRI GENITORI TANTE COSE CHE HANNo SOLO UN VALORE MATERIALE....TRA LE POESIE LETTE QUELLA CHE PIU' MI HA COLPITO E' STATA QUELLA "Non" .L'AUTRICE ESPRIME MOLTO BENE LA SUA CONDIZIONE ATTUALE MA NELLO STESSO TEMPO SOTTOLINEA COMUNQUE IL FATTO CHE DOVREBBE ESSERE RISPETTA COME PERSONA UMANA COME TUTTI GLI ALTRI!!!! SPERIAMO CHE CON UNA MAGGIORE SENSIBILIZZAZIONE POSSA MODIFICARSI TANTO NELLA NOSTRA VITA..

La prima cosa che ho fatto quando mi sono messa la benda e mettere le mani sui miei occhiali… era come se questo strumento(è sempre stato parte di me dall’età di 5 anni) fosse l’unica cosa che mi mettesse al sicuro … ma da cosa? Sapevo dove ero, con chi ero, e che tutto entro 15 min sarebbe terminato eppure avevo paura… Sapevo anche che se avessi voluto avrei potuto aprire gli occhi al di sotto della benda e avrei visto, avrei potuto rimettere su i mie occhiali; ed ero convinta che la sensazione sarebbe stata quella di tutte le mattine quando cerco a tentoni le mie lenti(a volte non le ripongo nella loro custodia) … ma invece sbagliavo.. avevo paura…
Ascoltando le poesie e gli interventi delle mie colleghe ho sentito che il loro dolore era parte di me lo so sembra una di quelle frasi fatte che odio ma è stato così però mentre la commozione mi prendeva mi sono detta che per evitare che i nostri amici meno fortunati di noi si sentano diversi dovremmo imparare a chiamarli semplicemente per nome (dalla poesia”chiamami per nome”) tutti uno per uno e guardarli con serenità avendo una sola certezza che tutto ciò che hai i tuoi sensi funzionanti le tue gambe e braccia funzionanti sono un MERAVIGLIOSO DONO non è un tuo merito! Il nostro merito è saperli usare al meglio senza per questo sentirci “perfetti” perché nessuno di noi lo è! Spero un giorno di divenire un educatrice capace di accettare le persone così come sono e di non definirle mai con il nome della loro eventuale patologia o disabilità

Quando ho indossato il fular che mi oscurava la visuale,ascoltavo la professoressa mentre leggeva delle poesie;per un attimo mi sono immedesimata nei panni di un non vedente e mi sono sentita senza fiato,mi sentivo oppressa. Ci sono persone che nascono con la cecità e sviluppano pian piano gli altri sensi.
Ma per un vedente ,diventare all'improvviso un non vedente a causa di una patologia è una cosa spiazzante, che ti cambia completamente la vita. Se un giorno dovessi essere colpita da cecità mi sentirei sicuramente morire,perchè guardare il mondo che ci circonda è una cosa meravigliosa e lo è sopratutto per me che sono un'atenta osservatrice!!!

Le sensazioni che ho provato oggi in aula durante la simulazione sono state abbastanza strane,non riuscivo ad ascoltare ciò che i miei colleghi dicevano perchè non potevo guardarli in faccia,provavo una sorta di fastidio era come se mi sentissi impedita. Anche grazie a quest'esperienza sono riuscita a capire fino in fondo quanto sia dura la condizione del "non vedente". Come già abbiamo espresso in aulta io e la mia collega,siamo a contatto con un non vedente che ci ha aiutato a riflettese su come le cose che noi riteniamo futili come per esempio stare in silenzio nel momento in qui un'altra persona parla,sia fondamentale per loro! Personalmente anche in base alla mia esperienza ammiro queste persone
perchè hanno fatto della loro debbolezza,il loro punto di forza! Loro si che sono SPECIALI!


La poesia che mi ha colpito in particolar modo è stata "NON" scritta da Rebecca

Non scrivo
Non parlo
Non cammino
Non canto
Non chatto
Ma AMO
SOGNO e sono VIVA

Questi versi mi hanno fatto riflettere su quanto questa ragazza nonostante la sua condizione desse importanza a quelle che sono le cose realmente fondamentali della vita: Amare,Sognare,Vivere! Potrebbe essere una sorta di provocazione riferita a noi,persone "normali" che talvolta, dimentichiamo la vera essenza della vita!

[b]Oggi in classe la simulazione della cecita' e' stata una bellissima esperienza.L'esercizio consisteva nell'ascoltare delle poesie scritte dai diversabili mentre noi ragazzi avevamo gli occhi coperti da una sciarpa.Ho provato delle sensazioni uniche,inoltre perdendo momentaneamente l'uso di uno dei sensi sono riuscita ad apprezzare ogni singola parola delle poesia.Ho cercato anche di immedesimarmi nella condizione di un disabile e sicuramente ho capito che sono persone che hanno una gran forza di volonta' e anche se con loro il destino e' stato un po' piu' crudele non si scoraggiano dinanzi alle difficolta'.Tra le poesie sopra citate quella ke mi ha colpito particolarmente si intitola "Chiamatemi per nome", da questa poesia si evince il grido disperato di Gianni Scopelliti che,pensando a sua figlia, vorrebbe che i diversamente abili venissero chiamati per nome perche' anche loro come tutte le persone hanno pensieri,fantasie,sorrisi,pianti e ci invita a farci comprendere che prima di tutto i diversamente abili sono esseri umani che vanno rispettati.

esperienza davvero importante e toccante soprattuto per chi come me non sa cosa significa privarsi della vista e abbandonarsi solo all'udito!!nonostante è stata fatta questa esperienza penso sia comunque difficile riuscirsi a mettere nei panni di chi vive una cosa del genere e con cui deve confrontarsi ogni giorno e non solo per 15 minuti!!imparare non solo a vedere le cose con gli occhi ma a sentirle con il cuore perchè tutti sono capaci di ciò anche coloro che vengono definiti"dsabili"perchè come ha detto un mio collega in aula anche loro hanno le ali!!

Per quanto riguarda invece la simulazione svolta oggi in aula si può dire che è stata un 'esperienza che ci ha permesso di intendere bene o male quali sono le percezioni, le emozioni che può provare un non vedente semplicemente ascoltando, un azione che spesso noi sottovalutiamo proprio come abbiamo detto in aula; infatti proprio questa simulazione ci ha smossi, ci ha permesso di innalzare dibattiti sul come queste persone vengono poco valutate e come invece noi considerati "normali" non abbiamo la più pallid idea di cosa provano e non sappiamo come rapportarci con loro, nè ci viene insegnato.

Non ho mai avuto pregiudizi nei confronti dei diversabili, e in questo caso dei non vedenti, non li considero diversi solo per la mancanza di uno dei cinque sensi....si tratta solo di "vedere" il mondo in modo diverso!!!Forse questo discorso può essere più semplice per una persona che è cieca fin dalla nascita, poichè attraverso il tatto riesce ad immaginare oggetti, animali, persone che non ha mai visto!
Durante la simulazione, ho ascoltato le poesie, e il tema ricorrente era sicuramente quello di poter VOLARE, ovvero di sentirsi liberi dai pregiudizi degli altri, dalle paure e dalle insicurezze nascoste nel profondo della propria personalità!
Per quanto mi riguarda, in quei minuti, mi sono sentita un pò ansiosa, ma cercavo di stare tranquilla e pensavo a come avrebbe potuto reagire un cieco ad una improvvisa perdita della vista...poi mi rendo conto che è proprio grazie all' aiuto delle persone che ci stanno accanto e che ci vogliono bene che è possibile andare avanti...

Io non ho fatto l'esercitazione in classe e quindi non posso raccontare ciò che,invece,hanno provato in tanti che lo hanno fatto..Leggendo,però,le poesie posso comunque esprimere una mia opinione e sensazione così come posso dire cosa ho provato mentre una ragazza in aula ha raccontato la propria"storia"...Nascere sani per poi diventare ciechi è una cosa che ti cambia e ti sconvolge la vita dentro e fuori..vedere il mondo,i suoi colori,la luce,la vita che scorre e poi all'improvviso tutto cambia,tutto diventa sbiadito,lontano fino a giungere nel buio più totale passando dall'autonomia,dall'indipendenza all'affidarsi ad una persona..è triste..molto triste..non ho parole..ho soltanto una voglia grande di pregare il Signore...e il cuore di un genitore?..come può accettare tutto ciò?..qual'è la"colpa"?...io che dico sempre che ogni cosa al mondo c'è perchè ha un"senso"..allora mi domando..qual'è il senso di ciò che sta accadendo a questa ragazza?...

Nascere già ciechi ti porta a sviluppare altri sensi che ti aiutano a vivere una vita quanto più nella normalità..a capire come fare le cose..come muoverti..a sviluppare dentro di te un mondo che ti aiuti comunque a stare bene con te stesso e a realizzarti come persona..

Durante una lezione del laboratorio SAAD ho visto un filmato.."Anna dei miracoli"..il caso di una bambina che dalla nascita è cieca,sorda e muta..tragedia in famiglia..sofferenze..e la professionalità di un'educatrice che finalmente riesce ad aiutare la bambina a relazionare con il mondo che la circonda..una storia che ti rafforza l'anima e il cuore.....Anche se i"colori"del mondo finiscono nel"buio"c'è sempre una piccola luce di speranza e di amore che ti aiuta a vivere...

Dopo aver messo il fular per coprire gli occhi..è stato un incubo...quando penso all'idea di non poter vedere più, mi deprimo.
Non so cosa farei se mi accadesse, non so se troverei la forza di reagire.
Mi sono ricordata di quando avevo 7-8 anni ed andavo a trovare mia nonna, la quale perse la vista con la leucemia.
Mi ricordo, a malincuore, che mi faceva <<ribrezzo>>, la vedevo come una persona troppo diversa da me, che ogni volta mi prendeva il capo tra le mani per toccarmi.
Mi dispiace tanto d'essermi comportata così, ma forse, come diceva 'Federico', vi è la necessità d'insegnare, di far comprendere le "diversità" agli uomini da quando sono piccoli.

Per pochi minuti sono diventata cieca. E' stato come un tuffo nel buio, gli occhi fremevano dalla voglia di aprirsi ma erano costretti dalle bende a rimanere chiusi. Il silenzio che si è creato in aula quasi subito mi ha fatto capire quanto sia importante per una persona affetta da cecità l'ascolto e la calma intorno a sè ed invece il più delle volte egli o ella è costretto/a a vivere in ambienti caotici che non assicurano quella serenità di cui hanno bisogno.
Vorrei parlare di un argomento a me molto vicino che riguarda la disabilità vista in tutte le sue forme e quindi anche la cecità.
Avendo fatto delle esperienze di subacquea ho imparato molto: l'acqua è un elemento naturale, che stimola in una certa misura e a certe condizioni l'assenza di gravità, venendo così in aiuto a chi ha difficoltà di movimento.Nel corso di anni si sono realizzate importanti collaborazioni di studio a livello terapeutico, medico e scientifico sul tema della disabilità e la pratica subacquea. In Texas, con l'introduzione dei corsi subacquei dell'HSA si utilizza la subacqueoterapia per facilitare una felice reintegrazione dei pazienti in seno alla comunità.
Nell'acqua non esistono barriere fisiche, per cui una persona con difficoltà motorie scoprirà la possibilità di fare dei movimenti impensati.
Bene, quando mi sono ritrovata a chiedere a Salvatore, un istruttore e accompagnatore di disabili subacquei cosa provassero i non vedenti sott'acqua (per me era strano che un non vedente scendesse in acqua poichè non poteva ammirare quelle bellezze per cui ci si immerge), egli mi capovolse la domanda: Cosa hai provato tu la prima volta? Provai un senso di pace, di tranquillità e anche di sicurezza poichè lontana dal mondo marcio che è su. Questo disse lui sono le stesse cose che provano anche loro, si sentono ovattati, liberi di muoversi senza la paura di poter cadere o inciampare in qualcosa che non hanno visto. Questa è una bellissima esperienza che però non tutti hanno la possibilità di fare ma per chi come me l'ha fatta e specie le persone affette da forme di disabilità può rappresentare veramente una bellissima opportunità.
PER QUANTO RIGUARDA le poesie lette in aula quella che più mi ha colpito è stata quella del bambino che si rivolge ai genitori, dei genitori che cercano in ogni modo di proteggerlo e che si sentono in colpa per la condizione del figlio, dei genitori però che così presi da questi aspetti "non lo conoscono".....

L esperienza fatta in aula è stata un emozione fortissima.
Mi sono accorta ke probabilmente gran parte di noi,nella vita quotidiana, si limita a "guardare" invece di "ascoltare" l altra persona....Spesso ci soffermiamo sull aspetto fisico,sull abbigliamento...invece di capire,comprendere "ascoltare" quello che magari una persona ha da dirci.

dopo aver coperto gli occhi in aula mi è sembrato quasi di essere entrata in un'altra dimensione...ogni piccolo rumore, anche quello più insignificante, sembrava molto più forte e veniva prercepito subito. è stata un'emozione fortissima ascoltare al "cento per cento" senza distrazioni..ho ascoltato le poesie e, lo ammetto, mi sono emozionata!non so tra le tante quale citare, in quanto sono state tutte molto forti, toccanti.credo dovrebbero provare tutti quest'esperienza per provare a capire le cose importanti della vita, a quanto tempo perdiamo per inutili futilità.questo corso mi sta aprendo gli occhi su problematiche che forse prima non osservavo in profonditò quanto adesso. è un'esperienza sempre più interessante!

La simulazione fatta in aula è stata molto significante, non credevo che restando bendata potevo percepire così tante emozioni, a primo impatto, mettendomi la benda, mi sentivo in un certo senso persa, ma poi ascoltando le poesie così piene di emozioni, mi sono resa conto che la mia concentrazione era molto più forte e si basava solo sull'udito, e da questa sensazione durata solo pochi minuti ho immaginato di quanto disagio provano le persone cieche in mezzo a persone che urlano.
Dalle poesie che ho ascoltato in aula, mi ha colpito molto questo verso della poesia "IN BILICO": Ho paura di cadere
non tanto per il dolore che potrei avvertire
ma per il peso dei loro occhi
che sul quel pavimento
mi potrebbero inchiodare.
Lo sguardo inchiodato addosso di persone ignoranti diventa , per un disabile e non solo, l'handicap più forte che si possa avere, e si prova più dolore di una caduta.
Da questa esperienza dovremmo dedurre che bisogna avere molto rispetto per le persone che hanno qualche disabilità e dobbiamo pensare che loro non sono diverse da noi.

I pocchi minuti che sono stata bendata, sono stati senza parole, è stata una sensazione che non ho mai provato,ho capito ancora di più io quanto sia fortunata,spero che tutti abbiano provato la mia stessa sensazione e che una volta e per sempre tutti capiscano che al mondo sia tutti uguali.

Quella di ieri è stata un'esperienza veramente forte... a volte durante le lezioni all'università mi lascio distrarre facimente da un'amica, da un messaggio che arriva sul telefonino, dalle persone che parlano intorno a me... ma ieri... tutti bendati, abbiamo sentito il bisogno di ASCOLTARE con attenzione... di ascoltare quelle poesie così dolci e allo stesso tempo amare perchè piene di dolore... soprattutto l'ultima: CHIAMAMI PER NOME... per non parlare poi degli interventi delle mie colleghe... ammetto di essermi commossa... ringrazio la professoressa per questa bella esperienza... sicuramente non facile da dimenticare...

La simulazione fatta in aula ha suscitato in tutti noi grandi emozioni e un turbinio di sensazioni contrastanti,di questo ne sono sicura per il solo fatto che tutta l aula nel momento in cui la professoressa leggeva le poesie è precipitata in un silenzio plumbeo.Dico però che le sensazioni erano contrastanti perchè credo che abbiamo vissuto una sorta di angoscia nel pensare che solo per 15min non potevamo vedere ciò che accadeva,non potevamo guardare il volto di chi ci raccontava la propria esperienza e contemporaneamente,almeno io,ho ascltatao le poesie e mi ha colpito in modo particolare "In bilico"e ho rifletutto su quanto l essere umano possa essere superficiale,menefreghista,egoista e indiferente.La domanda che mi pongo,sulla quale quest esercizio mi ha porto a riflettere è .. ma bisogna per forza immedesimarsi in una situazione così spiacevole per superare tutti i pregiudizi,per eliminare le forme di emarginazione e la cattiveria?Bisogna porsi in questo condizione per imparare ad ascoltare e aiutare gli altri senza guardare con disprezzo e abbattere le barriere che i nostri occhi costruiscono per mancanza di sensibilità?Il mio non è un invito alla compassione,perchè la nosta compassione a loro non serve anzi credo che a volte siano loro a provarla per noi visto che siamo legati alle cose effimere della vita senza badare a quelle davvero importanti e non riusicamo ad apprezzare la vita stessa che è un dono per il nostro senso di incompiutezza e la nostra fenetrica voglia di primeggiare.Le persone affette da cecità,come tutte quelle che sono portatrici di handicap hanno imparato,a mio avviso,a capire il vero senso della vita, perchè loro sanno guardare oltre il pregiudizio che le pesone hanno nei loro confronti e sono sagge perchè posseggono un dono...sanno ascoltare ed inoltre non hanno paura di ciò che sono e della vita dure che gli si prospetta per loro.Per questo mi arrabbio e credo che molte volte noi vogliamo riempirci la bocca con termini importanti come umanità,solidarietà,fratellanza...e poi?Come dice Gennaro Morra(..)"Basterebbe un sorriso
il protrarsi di una mano
alla quale mi potrei aggrappare
per non sentire più l'imbarazzo
del mio continuo ondeggiare."...per evitare di essere inchodato da uno sguardo..

In aula abbiamo effettuato una simulazione che ha permesso di immedesimarci solo per qualche attimo nelle persone non vedenti,attraverso il bendaggio dei nostri occhi ossia di quello che rappreseta la nostra guida.Eppure anche senza l'aiuto di questo senso,si possono provare sensazioni,emozioni attraverso l'ascolto(come è avvenuto per noi)di poesie;non semplici poesie ma quelle provenienti da esperienze di persone che provano sulla propria pelle l'essere disabile e di cosa vorrebbero non accadesse,o dell'essere accettati per quelli che sono."In bilico" è questa la poesia che mi ha colpito,di come esso non si importa della fatica che deve fare per cercare ovunque un appiglio,ma di come abbia timore dello sguardo altrui che lo potrebbero inchiodare al pavimento.Ci fà capire come il modo di vedere coloro che sono disabili possa far male loro,e di come un piccolo gesto possa aiutarli ad uscire dall'imbarazzo di tale situazione.