Ecco il caso di Pistorius, il quale è riuscito nell'ardua impresa di sviluppare oltremodo non una sua capacità diversa dal suo deficit, ma il deficit stesso. In questo caso l'utilizzo delle protesi è da considerarsi un vantaggio per il soggetto che può arrivare ad acquisire capacità proprie di un normodotato. D'altra parte, però, l'enorme forza interiore l'ha portato a superare le prestazioni dei normodotati e di conseguenza a essere escluso dalla gara olimpica.
Ma allora dov'è l'integrazione? Noi, studenti di pedagogia, di studi sociali, non possiamo e non dobbiamo limitarci a considerare il problema da un punto di ista medico, ma sociale. Nel momento in cui un soggetto come Pistorius, diversamente abile, riesce ad abbattere il suo deficit, perchè non INSERIRLO nel contesto a lui appropriato? In fondo è quello che quasi tutti i diversamenti abili voglio, ovvero mettersi alla pari dei normodotati ed essere trattati come questi ultimi.