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PEDAGOGIA DELLA DISABILITà - ANNO 2010
FORUM DIDATTICO. Stanza di collaborazione della classe - docente del modulo Floriana Briganti (DOCENTE TITOLARE ORNELLA DE SANCTIS) attività laboratoriale del corso di di Pedagogia della Disabilità - Suor Orsola Benincasa di Napoli, lezioni da marzo a giu
Vi è un detto: " Le parole sono preziose, ma più prezioso è il silenzio ". Questo detto risulta sempre profondamente vero. Questa frase come i video visti "dicono" molto sul silenzio... "il silenzio non è un handicap ma un DIVERSO tipo si comunicazione, che non arriva alle nostre orecchie ma direttamente al nostro cuore" Sembra un controsenso ma... il silenzio E' parola...
1-Per quanto riguarda i video devo dire ke mi ha colpito particolarmente il primo quello intitolato "cos'è il silenzio".In particolar modo mi hanno colpito le parole e le definizioni ke venivano man mano date al concetto di silenzio."IL SILENZIO è VITA" è qst la definizione ke più di ogni altra mi ha colpito,xkè a mio parere il silenzio nn è un azzeramento della comunicazione,ma un solo un modo di comunicare diverso dagli altri ke ci consente di interagire;il silenzio è vita,è tra noi,è dentro di noi.Esso è capace di arrivare laddove le parole non arrivano,laddove noi stessi nn arriviamo e in qst modo ci rende vivi.
2-Per qnt riguarda le frasi estratte dal testo,mi ha colpito in particolar modo quella di BALDINI in cui affermava ke l'uomo contemporaneo è trp preso dalla freneticità,dal rumore ke non sa più ascoltare.Io sn d'accordo cn qst riflessione in qnt oggi giorno nessuno più sa realmente ascoltare..siamo trp impegnati dalla freneticità,dal nascondersi dietro identità virtuali ke nn abbiamo nemmeno il tempo di ascoltare e capire noi stessi,ed invece se ci concedessimo solo un attimo di pausa potremmo davvero capire il significato del silenzio,e pecepire il rumore di qst'ultimo.In merito a qst vlv proporre un video carino e interessante ke cn semplici parole racchiude il mio pensiero: https://www.youtube.com/watch?v=Mrnw8KSv4JA&feature=related
3-Per qnt riguarda il concetto di cultura dv dire ke la definizione di BRUNER rispecchia prpr la condizione ke si viene a creare nel mom in cui noi stesse ci cimentiamo a condividere i nostri pensieri nel forum cm in qls altro contesto.sm noi ke creiamo la cultura e diamo dei significatia ciò ke c circonda!
I video proiettati in aula sono stati veramente molto interessanti, quello che mi ha colpito maggiormente è stato sulla Comunicazione non verbale, sui gesti che quotidianamente facciamo e con i quali possiamo comunicare all'esterno sensazioni e anche pensieri senza utilizzare la parola. C'è stata una sorta di esercitazione in aula che ha visto protagoniste me ed un altra ragazza,sono rimasta in silenzio, ero in netta difficoltà, non sapevo quali parole utilizzare per rendere l'atmosfera più serena possibile. Il silenzio ha preso inizialmente il sopravvento, un silenzio a cui molteplici sono le definizioni che FIORENTINO ha dato. In questo caso la più appropriata fra tutte potrebbe essere "IL SILENZIO NEGA LA COMUNICAZIONE", in effetti si è creato un piccolo vuoto che prontamente la professoressa ha saputo colmare comunicando, rompendo il silenzio e infondendo sicurezza. E quindi "SILENZIO E COMUNICAZIONE" ,saper ascoltare in modo attento rende la comunicazione più semplice tra gli esseri viventi.
il silenzio......... come è difficile interpretarlo...... come è difficile spiegarlo......... dice tante cose profonde e sincere, come ascoltarlo? chiudendo gli occhi leggendo il cuore, leggendo dentro comprendendo...capendo...accettando!!! Molte persone non riescono a capire come il silenzio sia importante,si fraintende molto spesso che esso sia negativo,che una persona sta in silenzio perchè è apatica o perchè è chiusa o ancora perchè non vuole parlare..non è cosi!il silenzio parla,il silenzio è una reazione,il silenzio esprime tante cose e credo che se una persona non ha mai provato a stare nel silenzio non potrà mai capire il silenzio degli altri...
Il silenzio vale piu di mille parole..Spesso un semplice gesto,un semplice sguardo può dire piu di una sola parola..Può far capire emozioni sensazioni e stati d'animo di un individuo con il semplice toccarsi il mento(che ci fa capire che una persona sta pensando)oppure mordersi le labbra(ci fa capire che è nervosa)Tornando a casa in metropolitana mi sono soffermata a guardare le persone che erano in metropolitana per cercare di capire se attraverso i gesti,i movimenti e le posture riuscivo a capire cosa stessero pensando..E c'era chi ascoltava interessato, toccandosi il mento, l'altra persona e chi invece mentre l'altro parlava era interessato a leggere le varie insegne segno di poco interesse..Ed è proprio cosi che ho capito che attraverso i gesti si possono capire le persone....
A volte guardando negli occhi una persona e stando zitti si riesce a dire e ad esprimere sensazioni che le parole non sanno descrivere... perchè le parole sono limitate ma il silenzio con tutte le sue emozini infinite e indescrivibili; - Il silenzio "parla"... e dice molto di più di quanto le parole possano fare; - Anche più di mille parole il silenzio fà più male; - Il silenzio di una persona nei nostri confronti non è privo di significato anzi a volte si trasmette di più così; - Con il silenzio si può amare, ascoltare e trasmettere sensazioni che le parole non possono mai e poi mai.. dare lo stesso peso e significato.
Davvero bell'argomento quello di oggi..apparentemente semplice e scontato ma assolutamente profondo e dal significato e dall'interpretazione multipla! Ci son diversi tipi di silenzio..come abbiam visto anche nel primo video,c'è quello di paura,di malinconia,di dolore,di imbarazzo..ma c'è anche un silenzio di gioia,di felicità provocato da circostante positive così forti che annullano ogni parola...per lasciar spazio al grande significato del silenzio... Quindi c'è un silenzio positivo ed un altro negativo.. c'è però,un altro silenzio che mi viene in mente,un silenzio molto più importante e per certi aspetti diverso dagli altri, quello dei disabili.Sono proprio loro che mi vengono in mente..i sordomuti..costoro che del silenzio ne fanno una vera ricchezza,dal quale traggono insegnamenti e forza..spesso è difficile e pericoloso ascoltare il silenzio..un pò perchè non siamo abituati ad ascoltarci,ad ascoltarlo...siam troppo abituati al frastuono,al caos che fermarci e dargli peso..è per lo più una perdita di tempo.. un pò perchè costituisce spesso una vera e propria paura soprattutto quando cerchiamo di riempirlo con delle parole...per cercare di non ascoltarlo anche se ha lo stesso peso.Basterebbe ascoltarci ed ascoltarlo,per essere più tranquilli e sereni,per stare in pace con noi stessi perchè il silenzio è la vera guida..in tutto.. l'esperimento fatto in classe è stato divertente e per niente scontato. In un primo momento ciò che si è evidenziato è stato soprattutto l'imbarazzo e la rigiditàdi entrambe le colleghe..i gesti che sembravan trasparire ogni singola sensazione. Tutto sommato anche se sono noti gli studi che certificano ed interpretano i diversi comportamenti ed atteggiamenti credo che non sempre ci debba essere un significato nascosto ed inconscio.Il gesto della collega di accavallare le gambe,per esempio,certo in quella situazione può essere interpretato come segno di chiusura verso l'altro probabilmente dovuto dall'imbarazzo,ma in un'altra situazione credo che possa significare, al contrario, sinonimo di tranquillità tanto che ci si mette comodi accavallando le gambe.
il silenzio......... come è difficile interpretarlo...... come è difficile spiegarlo......... dice tante cose profonde e sincere, come ascoltarlo? chiudendo gli occhi leggendo il cuore, leggendo dentro comprendendo...capendo...accettando!!! Molte persone non riescono a capire come il silenzio sia importante,molto spesso si fraintende...si pensa che esso sia negativo,che una persona sta in silenzio perchè è apatica o perchè è chiusa o ancora perchè non vuole parlare..non è cosi!il silenzio parla,il silenzio è una reazione,il silenzio è gioia e felicità,il silenzio di un disabile è paura,bisogno di accettazione,il silenzio è il bisogno di urlare,sembra un paradosso ma è cosi,il silenzio esprime tante emozioni belle e brutte e credo che una persona può capire il silenzio di un'altra persona solo leggendola dentro,comprendendola e arrivando al suo cuore..
è sorprendente come le cose che vorresti dire, improvvisamente si facciano così piccole da scomparire tra le cose che non sono mai esistite... pensa, diventano tanto piccole da poter attraversare la toppa, quella toppa dalla quale non hai spiato che un misero squarcio di mare... nel quale infine si tuffano, si addormentano e si perdono incuranti del silenzio con cui ti hanno lasciato in compagnia. E tu? Sorridi...(non puoi fare altro).
Ecco per me il silenzio è questo!,in realtà noi tutti non stiamo mai in silenzio,anche se non comunichiamo,non parliamo con gli ci è accanto,nella nostra testa frullano idee,parole,immagini,pensieri che magari vorremo condividere,ma la timidezza,la paura di essere giudicati oppure di essere fraintesi,non compresi, ci blocca e tutto quello che volevamo raccontare,esprimere, rimane dentro noi!
Ho scelto questo video perchè a mio parere è molto rappresentativo dell'iponenza che i sentimenti possono aver nei momenti di silenzio, di pace, di silenzio. Il titolo del video è Urla nel silenzio. Urlare senza parlare, senza voce. Mostrare i propri sentimenti, emozioni. Dalle foto in successione si evincono diverse "parole", "voci", sfumature di ciò che si sente. Il silenzio che si crea quando si è avverte la povertà.. mancanza d'amore ovvero povertà d'amore. Il silenzio di un luogo, la quiete di un paesaggio. Il vuoto che si crea quando c'è abbandono. Dal silenzio si può cogliere la sensazione di unione, amicizia, fratellanza, vicinanza! Dal silenzio di può "ascoltare" la voce di chi è felice, lo sguardo triste di chi guarda la sua vita con rammarico o sguardo sereno di chi la guarda con compiacenza. Il silenzio, quindi, non è mai vuoto, non è mai "nulla", ma non deve mancare di comunicazione!!
Questo è l'argomento del laboratorio che ha suscitato in me più interesse, soffermarmi sulla parte della comunicazione non mi sembra costruttivo perchè non scriverei un commento davvero sentito.
dopo tutte le varie definizioni che si sono date in aula, per me il silenzio è solitudine, almeno quando io sto in silenzio è perchè mi sento sola, non riesco a trovare nessuno con cui parlare, inizio quindi a parlare con me stessa e a pormi domande sul perchè mi sento così in quel momento. so che il mio pensiero può sembrare pessimista ma forse è solo il mio stato d'animo attuale che mi fa dare questa interpretazione del "silenzio".ma se riesco a distaccarmi da questa situazione , il silenzio può avere tante sfaccettature, può significare disinteresse, imbarazzo ma anche una richiesta d'aiuto o una sorta di comunicazione come ci ha mostrato in video oggi visto. infatti anche il modo di camminare o la postura possono esprime le nostre idee e sensazioni.
I video riportati oggi in aula sono stati emozionanti;credo che il silenzio valga piu di mille parole,non e' solo simbolo di mistero ma di un diverso tipo di comunicazione riscontrabile nella vita',nella morte,nella felicita',nell'amore nell'odio o addirittura in una stretta di mano.Il silenzio per quanto possa essere visto sotto diversi punti di vista ,genera in me un senso di negativita',poiche' molte volte attraverso esso esprimo un disagio interiore.
IO CREDO CHE VIVERE NEL SILENZIO E NELLA SOLITUDINE SIGNIFICHI ANDARE INCONTRO ALLA VITA,ALLA REATà,CIOè METTERSI IN UN ATTEGGIAMENTO DI ASCOLTO DI CIò CHE LA VITA TI DICE. INOLTRE PENSO CHE TUTTA LA VITA SIA UN LINGUAGGIO;CIOè UNO DICE "METTITI E ASCOLTA", MA COSA SE C'è SILENZIO???A VOLTE è DIFFICILE CAPIRE CHE OGNI COSA HA UN SUO LINGUAGGIO,PER COGLIERE QUESTO LINGUAGGGIO ABBIAMO BISOGNO DI STARE IN SILENZIO , POICHE ESSO CI AIUTA A CONOSCERCI IN QUANTO ENTRIAMO IN CONTATTO CON NOI STESSI E DI CONOSEGUENZA TUTTE LE DEBOLEZZE AFFIORANO E SIAMO COSTRETTI AD AFFRONTARLE.p.S COME SPESSO SI DICE: IL SILENZIO è LA MIGLIORE RISPOSTA https://www.youtube.com/watch?v=jcSig7SQI4s
La realtà dell'altro non è in ciò che ti rivela, ma in ciò che non può rivelarti. Perciò se non puoi capirlo non ascoltare le parole che dice, ma quelle che non dice...
Non sempre le parole sono rappresentative fino in fondo di ciò che abbiamo dentro... un silenzio racconta più di quanto mille parole possano esprimere e dunque non puoò essere considerato come emblema della NON COMUNICAZIONE,del disagio ma al contrario un modo per incontrarci emotivamente... sia se si intende esprimere un sentimento negativo come la rabbia,il risentimeto,la delusione,sia se si vuole comunicare vicinanza,approvazione(il cosiddetto SILENZIO ASSENSO),felicità.. Impariamo a dosare il silenzio e chissche senza troppo frastuono riusciremo a capirci di più!!C'è tutto un mondo che si cela dietro le persone autistiche; uno scrigno nascosto in fondo al loro cuore ma pur sempre un MONDO!! Riprendendo una frase di una canzone a me molto cara,sono fermamente convinta che il "SILENZIO CHIEDE SOLO D'ESSERE ASCOLTATO"..
Ultima modifica di Angela Vitale il Sab Mag 08, 2010 12:00 am - modificato 3 volte.
Solo il silenzio apre il nostro orecchio alla voce che risuona nell’intimo di tutte le cose, animali, piante, monti, nuvole. La natura è muta per chi parla sempre. Del resto anche nelle parole dei nostri simili ci è dato di coglierne il senso profondo solo se sappiamo tacere.
R. Guardin.
IL SILENZIO PER ME, è IMPARARE A CAPIRE LA GENTE SOLO GUARDANDOLA. COME DICE IL DETTO, IL SILENZIO VALE PIù DI MILLE PAROLE, AVVOLTE PER COMUNICARE IL PROPRIO STATO D'ANIMO, BASTA SOLO UNO SGUARDO, UN SORRISO. IL SILENZIO PUò FAR PERCEPIRE MOLTE SENSAZIONI ED EMOZIONI.
Il silenzio è spesso un modo "eloquente" di comunicare, può essere una risposta – naturalmente da interpretare – ma pur sempre espressione di qualcosa che si vuole dire, che si vuole comunicare all’altro.Capita, a volte, di dire tante parole, ma non ciò che dobbiamo dire e, quindi, si parla, ma è come se si tacesse. Ci sono, invece, silenzi carichi di parole. Nel silenzio impariamo anche l’arte della comunicazione non solo verbale, riscopriamo il linguaggio dello sguardo, l’espressività del corpo... A volte chiamiamo silenzio la chiusura di chi non può o non vuole parlare della propria sofferenza, il quotidiano negarsi all’altro anche nell’intimità familiare, il progressivo smarrimento della fiducia reciproca: tesoro perduto di cui abbiamo nostalgia.Il silenzio che abbiamo bisogno è quello spazio in cui ridestiamo la nostra personalità, è la condizione per porre a noi stessi le domande più essenziali, per trovare le risposte da cui dipende il senso della vita, quello che possiamo sperare. Esistono verità inespresse e inesprimibili che solo nel silenzio possiamo percepire.
"un silenzio vale più di mille parole", è così. basta uno sguardo per un'intesa,un gesto...si tratta di comunicazione non verbale. dal terzo video visto in aula è emerso che tramite gesti è possibile capire molto sulle altre persone, talvolta anche a cosa pensano in base alla loro postura, si possono percepire stati d'animo... il silenzio si incontra in tanti momenti particolari, di amore per esempio, ma anche di dolore, oppure in un caloroso abbaccio... bisogna saper rimanere in silenzio per ascoltare gli altri, per provare emozioni forti. riporto un esempio rifacendomi alla prova svolta da tutti in aula, quando ci bendammo gli occhi, anche lì eravamo in silezio, provando mille emozioni!
Per me il silenzio è rumore...sembra strano ma è così...per me il silenzio non esiste,si comunica sempre...se stai zitto zitto senti comunque il tuo cuore battere, i tuo respiro...senti i pensieri...stando in silenzio puoi non comunicare(verbalmente) con gli altri ma comunichi con te stesso...il silenzio è ricco...bisogna imparare ad ascoltare il silenzio...a volte non servono le parole per comunicare,basta uno sguardo un gesto...il corpo comunica...basta osservare,sto seguendo il master in counseling e abbiamo studiato il linguaggio del corpo, che è molto importante, ad esempio in una seduta di counseling può venire un cliente che ti dice, oggi sono calmissimo, e invece i suoi gesti, tipo muovere freneticamente la gamba, fanno capire che c'è qualcosa che non torna...la comunicazione non verbale è importantissima!
Ultima modifica di Marianna de Martinis il Dom Mag 16, 2010 2:48 am - modificato 2 volte.
Personalmente credo che il laboratorio di oggi sia stato bellissimo..cito una frase di un video che mi ha piacevolmente colpito "il silenzio non è un handicap ma un diverso tipo di comunicazione..."ebbene anche io la penso esattamente così,molte volte il silenzio nasce perchè abbiamo così tanto da dire ma non vi sono parole che possiamo adoperare..parole in grado di esprimere ciò che effettivamente sentiamo..allora spesso è verissimo che il linguaggio non verbale esprime molto ma molto più di tutte le parole..ed ecco che da una postura..da un gesto..un mezzo sorriso ..l incurvare della bocca si può esprimere,ad un attento e preparato esperto, ciò che in realtà a parole mai diremmo,per vergogna..paura di un giudizio e così via..è importantissimo per noi educatori del domani saper leggere il silenzio..saper leggere tra le righe di un gesto,postura..o di un sorriso..se davvero vogliamo essere poi in grado di aiutare sul serio chi ne ha bisogno..
il silenzio è COMUNICAZIONE, questo l'ho sempre pensato, mi è capitato più di una volta in treno di osservare una conversazione tra sordomuti, è un'esperienza che mi ha colpita molto infatti mi piacerebbe anche imparare il linguaggio dei segni, io penso che per capire il silenzio ci voglia un pò più di attenzione e di impegno, rispetto a capire il linguaggio parlato, ma se riusciamo a coglierlo dona molto di più!
Personalmente ho interpretato il silenzio come una forma di comunicazione non verbale. Esistono molte persone, come i sordomuti, che hanno difficoltà cominucative e vivono nel totale silenzio ma fanno comprendere le loro intenzioni attraverso gesti o tramite un linguaggio a loro peculiare. Quando abbiamo introdotto questo argomento ho ricordato un' esperienza fatta al liceo con la professoressa di letteratura italiana. Con lei vedemmo un film muto del 1926 "Il fu Mattia Pascal" e questo film rappresentò un' esperienza davvero significativa. Nonastante l' aula fosse abitata da ventisei persone c' era un silenzio indicativo. La concentrazione era più alta perché se volevamo capire gli avvenimenti non potevamo distogliere lo sguardo e rifarci all' ausilio del nostro udito. Dovevamo focalizzare l' attenzione su quelle immagini in movimento mute e silenziose. Anche il silenzio di un film è stato in grado di appassionare noi studenti a quella storia che tuttora io ricordo meglio rispetto a molti altri autori studiati nozionisticamente. La nostra professoressa aveva ideato una soluzione originale nei confronti di una classe molto caotica. Ha messo fine alle continue distrazioni e al costante chiasso attraverso un film muto. Sembra un paradosso ma così facendo ha reso con il silenzio la classe muta per circa due ore.
Per me il silenzio è: necessità, bisogno, esercizio, parola, ascolto,solitudine, tristezza, ricordo e memoria, riflessione, contemplazione, interiorizzazione, calare ogni maschera e accettare chi davvero siamo, ritrovarci con noi stessi…
Per quanto riguarda l’esercizio fatto in classe l’ho sentito mio perché ogni giorno mi ritrovo ad accogliere persone con lo sforzo e il desiderio di non farle sentire giudicate. E' proprio vero che un atteggiamento, un contatto fisico, una posizione del corpo, un sorriso ... possono creare quelle condizioni e quel clima necessario per un dialogo o per un incontro accogliente e libero. Tante volte non dobbiamo crederci coloro che devono dare delle risposte o delle soluzioni alle difficoltà o ai problemi dell'altro. Il far percepire all'altro che noi ci siamo, che condividiamo quel dolore o quella fatica, che l'ascoltiamo o accogliamo una lacrima vale molto più di tante parole. Davvero il silenzio che si fa condivisione e partecipazione a volte è la risposta migliore.
Allego a questo intervento la presentazione di un bel film: Il grande silenzio e la testimonianza di una ragazza disabile, una voce tante volte inascoltata perchè viviamo ormai con le tecnologie che occupano tutti i silenzi della nostra vita. Eppure anche nella città può esserci il deserto (cfr. Carlo Carretto, Il deserto nella città), pure nella confusione e nel rumore delle nostre giornate possiamo ritagliarci il nostro silenzio.
Mi chiamo Cira, ho 20 anni e sono una ragazza disabile di Marano di Napoli. Fin da piccola ho trovato difficoltà con le barriere architettoniche partendo da quando andavo alle elementari. La mia scuola non era per niente attrezzata; all'entrata c'era una gradinata e avendo problemi di deambulazione ogni giorno mio padre mi portava in braccio. In seguito mio padre fece richiesta all' ASL per avere una discesa all'entrata. In 5 anni non iniziarono mai i lavori. Quando terminai le scuole elementari finalmente completarono i lavori anche se ormai a me non serviva più. Almeno però la mia "battaglia" sarà servita a qualcuno altro. I miei problemi però non si limitavano all'ambito scolastico ma continuavano al di fuori. Per me era difficile andare anche in gita o ad un parco giochi (le giostre non erano adatte per me ma fortunatamente mio padre mi faceva vivere il tutto sempre in modo leggero). I marciapiedi muniti di discesa oppure i parcheggi per disabili spesso e volentieri, per la negligenza delle persone, sono ostruiti da una moto o un auto. Accanto alla negligenza delle persone c'è anche la negligenza dei vigili urbani che dovrebbero controllare le soste vietate ma questo non succede mai perchè purtroppo dove non ci sono barriere architettoniche ci sono quelle create dall'indifferenza delle persone. Anche in Ospedale, dove ormai da anni mi reco per dei controlli ho sempre una serie di difficoltà. Puntualmente vi sono lettini troppo alti e non adatti per disabili e molte volte il personale sanitario e parasanitario non è organizzato e capace di accogliere un disabile. A Napoli come a Marano, città in cui abito, c'è ancora molto da fare. Quando esco, ad esempio, sono costretta a camminare al centro della strada perchè pur essendoci i marciapiedi sono troppo stretti. Anche solo uscire dal portone di casa per me è difficile perchè ci sono tante macchine parcheggiate che mi ostacolano. Spesso attendo le giornate in cui vi è l’isola pedonale in moda da non avere difficoltà e godermi anch’io il centro commerciale della città con i tanti negozi per lo shopping. Ora più che mai mi rendo conto di tutte le difficoltà che trovo nel fare anche le cose più banali come organizzarmi per andare ad un concerto. A dicembre vorrei andare a Milano per ascoltare la mia cantante preferita e, pensate, ho iniziato a informarmi già da qualche mese per i posti riservati ai disabili . Ho chiamato il call center dove si suppone dovrebbero dare tutte le informazioni e invece ho trovato una disorganizzazione allucinante e ho dovuto fare queste ricerche su internet e quindi provvedere da sola. Alla fine, via mail ho avuto risposta che i posti per disabili sono limitati e che dovrò presentare una serie di documenti che certificano la mia disabilità per poi essere inserita in una lista di attesa e sperare di essere chiamata. Dovrebbe essere più facile ottenere queste informazioni e prenotare un biglietto per un concerto, anche perché bisogna poi fare un procedimento analogo con le compagnie aeree. Prenotare un biglietto aereo significa comunicare in anticipo che sono disabile e attendere una risposta per la disponibilità dei posti. Da quattro anni frequento la Gioventù Francescana. Anche per raggiungere il Convento ho bisogno di aiuto. Fortunatamente in fraternità mi trovo bene e sono integrata benissimo perchè c'è sempre qualcuno disposto ad aiutarmi. In questi ultimi anni grazie ai miei amici e ai frati del Convento mi sono formata e sono maturata tantissimo con le esperienze di formazione e i “campo-scuola” . Proprio in quei momenti di integrazione con gli altri giovani non mi sentivo diversa e anche se trovavo delle barriere c'erano dei miei coetanei ad aiutarmi perchè si viveva proprio un clima di pace e fraternità e si stava così bene che ogni volta che queste esperienze terminavano non volevo rientrare a Marano per poi ritrovarmi ad affrontare gli stessi problemi. Questo clima fraterno l'ho provato anche lo scorso fine settimana l'1 e il 2 maggio quando insieme a fra Giuseppe siamo andati ad Assisi. Indubbiamente siamo stati benissimo ma comunque abbiamo incontrato diverse difficoltà sia dove abbiamo alloggiato perchè c’erano delle scale per salire in camera e ho avuto bisogno dell'aiuto dei ragazzi. Anche per visitare i vari luoghi di Assisi non è stato facile perchè alcune strade erano impraticabili a causa di lavori in corso e perfino i Vigili Urbani non hanno voluto concederci un permesso speciale per parcheggiare nel centro storico. Così su un autogrill abbiamo trovato puntualmente i parcheggi per disabili occupati da persone che neppure sapevano che quello era un posto riservato. Ancora in autogrill per andare in bagno c’era la fila anche in quello riservato ai disabili. Allora l’addetta ha iniziato a gridare: fate spazio c’è una “invalida”!!!! Fatela entrare!!! Durante la visita ai vari santuari poi, abbiamo presentato le nostre difficoltà ma i frati pur mostrandosi molto gentili anche nel trovare soluzioni ci hanno risposto che è la stessa Soprintendenza a non concedere neppure il permesso per installare delle pedane per disabili. Non nego di essere molto dispiaciuta per la disorganizzazione che c'è in giro e per le difficoltà che trovo quotidianamente ma ringrazio fra Giuseppe che mi ha dato l'opportunità di esporre queste mie difficoltà e di condividerle con tanti studenti. Spero e mi auguro che in futuro ci siano dei miglioramenti e che una bella città come Napoli e anche il resto dell'Italia diventi più vivibile per noi diversamente abili e che le barriere architettoniche e in alcuni casi "mentali" vengano abbattute definitivamente.
Io credo molto nel silenzio,credo sia importante e necessario ma sopratutto è pieno di significato. Infatti mi è piaciuto tantissimo il primo video che abbiamo visto in aula,probabilmente una voce che raccontava quelle immagini non mi avrebbe trasmesso le stesse emozioni,emozioni di gioia,tenerezza ma anche un pò di tristezza. Abbiamo visto inoltre che esistono tanti tipi diversi di silenzio come riflessione ma anche come altro modo di comunicare..Questa è una cosa importante secondo me,perchè non sempre le persone riescono ad apprezzare e a capire il reale significato di quello che si vuole esprimere anche attraverso il silenzio,quindi attraverso piccoli o grandi gesti,attraverso il solo modo di sedersi o gesticolare. Credo che tutti quanti dobbiamo fare un pò più di attenzione a queste cose,perchè c'è molto da imparare!
Il silenzio, quante volte abbiamo sentito urlare questa parola dalle nostre maestre...e noi che non capivamo il vero significato... Il silenzio...esperienza fantastica, quel silenzio che ti parte da dentro per riuscire ad ascoltare meglio l'altro, il silenzio, per me fondamentale, delle volte una vera e propria necessità, altre un modo di ascolto, di riflessione e di ritrovo. Il silenzio è la cosa che mi riesce meglio quando so che c'è qualcuno da ascoltare, e spesso accompagno questo mio silenzio con un semplicissimo abbraccio, sentendomi dire in seuguito: GRAZIE per il tuo abbraccio, un abbraccio che dice tutto! Si, per me è così dei piccoli gesti spesso possono farci capire tanto, possono farci capire quando una persona ha paura, quando una persona si sente sola, ma anche quando una persona è allegra. Mi ritrovo anche con quello che ha detto Giuseppe, "E' proprio vero che un atteggiamento, un contatto fisico, una posizione del corpo, un sorriso ... possono creare quelle condizioni e quel clima necessario per un dialogo o per un incontro accogliente e libero", e aggiungerei che noi da futuri educatori dovremmo riuscire a comunicare all'altro con il nostro corpo una serenità che gli permetterà di aprirsi a noi e di sentirsi accolto!
il laboratorio di ieri sul silenzio mi ha molto interessato.gurdando i video ci sono state varie frasi che mi hanno colpito particolarmente. una di queste è la seguente: "il silenzio non è un handicap ma un diverso tipo di comunicazione che non arriva alle nostre orecchie ma direttamente al nostro cuore". questa frase l'ho vissuta molto in quanto sono una persona che spesso comunica con il silenzio e a volte ho l'impressione di non essere capita fino in fondo...talvolta è difficile entrare in sintonia con le persone e creare un rapporto in cui anche un semplice sguardo conta più di 1000 parole. in aula, facendo queste riflessioni ho pensato a mio padre che ora non c'è più: comunicavamo molto con il silenzio,ma il nostro era uno di quei silenzi che riempiva! è strano come anche il suo silenzio mi manca, il silenzio che vivo adesso non mi riempie più...il silenzio che ha lasciato è vuoto!
anche il video sulla comunicazione non verbale mi ha interessato perchè quest'ultima, insieme al silenzio, è comunque un modo di entrare in sintonia con gli altri! per venire all'università prendo 3 mezzi pubblici e a volte per ingannare il tempo mi metto ad osservare gli altri passeggeri e, anche se la maggior parte di loro stanno in silenzio,riesco a capire (almeno in parte!)se i loro pensieri sono piacevoli o meno!