PEDAGOGIA DELLA DISABILITà - ANNO 2010

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PEDAGOGIA DELLA DISABILITà - ANNO 2010

FORUM DIDATTICO. Stanza di collaborazione della classe - docente del modulo Floriana Briganti (DOCENTE TITOLARE ORNELLA DE SANCTIS) attività laboratoriale del corso di di Pedagogia della Disabilità - Suor Orsola Benincasa di Napoli, lezioni da marzo a giu


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    Messaggio  benedetta pieruccini 89 Gio Mag 27, 2010 12:13 pm

    Nella puntata di mistero di ieri sera mi ha colpito questa storia che credo rappresenti un esempio di resilienza...

    Si puo’ vedere senza occhi? La storia di Ben un ragazzo americano che da quando aveva tre anni e’ cieco per colpa di un tumore alla retina, ma lui gioca a basket o va in bicicletta, lui ha imparato a vivere senza occhi lui non si considera cieco. Ben riesce a vivere senza aiuto di nessuno. Lui non si e’ mai sentito diverso Ben fa tutto quello che vuole sembra magia ma invece e’ realta’. Ben gioca, va a scuola lui conduce una vita normale, anche la stampa si e’ occupata di lui e non solo anche la televisione. Ben vive come i Delfini o i Pipistrelli emettendo suoni ?
    é l'unico caso di ecolocalizzazione.Attraverso un suono che produce con la lingua riesce a percepire cosa si trova intorno a lui...il suono rimbomba in presenza di oggetti e riesce a immaginarli nella sua mente...riesce addirittura a identificare 2 oggetti simili o uguali.Ben purtoppo non ce l'ha fatta ad andare avanti ma ha vissuto fino a 17 anni (credo perchè non hanno detto l'età esatta)in piena autonomia nonostante la sua cecità.
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    Messaggio  emanuela_degregorio Gio Mag 27, 2010 4:30 pm

    E' una poesia che non avevo mai sentito prima ma queste poche righe sono piene di significato...e colpiscono in pieno anche il mio pensiero...Soprattutto l'ultima frase!!! cyclops


    Diversità
    mi guardi con disprezzo,
    perché la mia pelle è scura,
    ridi di me perché sono un diverso.
    ma qual'è la diversità,
    una rosa è diversa da una margherita, ma sono ugualmente belle, l'alba è diversa dal tramonto,
    qual'è la diversità, se il mio cuore batte come il tuo,
    rido, piango, amo come fai tu.
    la diversità abita, nel cuore della stupidità.
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    Messaggio  veronica russo18 Gio Mag 27, 2010 7:41 pm

    vorrei essere stato cieco

    oggi mi gusterei la luce dell’alba

    il rosso dei tramonti



    vorrei essere stato storpio

    ora mi godrei la schiuma dell’onda

    camminando là dove la spiaggia

    fa l’amore con il mare



    vorrei essere stato sordo

    fra poco mi vibrerebbe l’anima

    al sussurro delle fronde



    vorrei essere stato

    tutte le diversità dell’uomo

    e tutte le unicità della creatura

    Dio mi bacerebbe di ogni sua eternità





    diamo tutto per scontato senza accorgerci che anche il semplice vento tra i capelli è una grandezza della natura...e se proviamo questa magnifica sensazione dobbiamo ritenerci fortunati!!
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    Messaggio  Vincenza Mangiacapra Gio Mag 27, 2010 10:42 pm

    Diverso

    Non scombussolare
    le tue idee
    i tuoi pensieri
    i tuoi sogni.

    Sii sempre te stesso e non fermarti
    al muro dell'indifferenza

    La tua bontà
    la tua intelligenza
    lo renderà impercettibile
    innocuo.

    La diversità
    consiste nella tua grandezza
    ed eleganza d'animo

    perchè dentro di te
    è innata la dolcezza
    e
    la gioia di donare

    la tua voglia di vivere
    riempirà di speranza
    i sorrisi, i cuori e gli occhi
    di chi ti è vicino

    diverso si è
    ...per la tua grandezza d'animo

    Questa poesia sulla diversità è bellissima...
    e quando dice che la diversità consiste solo nella grandezza ed eleganza d'animo è la pura verità bisogna abbattere l'indifferenza e l'intolleranza...
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    Messaggio  gabriella falanga 68 Ven Mag 28, 2010 9:01 am

    SCIENZA E ARTE

    Le nanotecnologie sono sempre più scienza e non fantascienza.Cominciando a far parte della vita quotidiana degli uomini,anche se solo a livello tecnologico, sta anche assumendo aspetti più propri dell'umanità caratterizzandosi ed esprimendosi attraverso la creatività e la fantasia e dando spazio all'innovazione.
    Riporto un articolo che ho trovato su internet e un video che mosta opere d'arte create con la nanotecnologia.

    maggio 2010
    Quando le nanotecnologie diventano arte
    Provengono dall'Istituto per l'energetica e le interfasi (Ieni) del Cnr di Padova le immagini che hanno ottenuto il primo posto nell'ambito del ‘NanoArt 2009-2010 International online exhibition', l'originale concorso che premia le più suggestive immagini di atomi, molecole o strutture di nanomateriali visualizzati con potenti microscopi elettronici o a forza atomica, comunemente utilizzati per attività di ricerca.

    È una selezione di fotografie al microscopio elettronico a scansione di ‘nanopetali' di ossido di titanio (titania) ottenuti tramite tecniche di deposizione da plasma su un substrato di carbonio nanostrutturato, le quali danno vita a particolarissime formazioni dalle sembianze floreali: l'autore è il ricercatore Simone Battiston dello Ieni-Cnr, che ha lavorato in collaborazione con il collega Andrea Leto dell'azienda giapponese Piezotech Japan Ltd.

    "È bene ricordare che, al di la del valore estetico delle immagini, i nanopetali di titania e le loro proprietà sono oggetto di numerosi studi", afferma Battiston. "Questi materiali, infatti, offrono numerose potenzialità, ad esempio per i processi di fotocatalisi, con applicazioni nel settore energetico, come la produzione diretta di idrogeno dall'acqua mediante l'irraggiamento solare".

    Nuova disciplina ai confini tra arte, scienza e tecnologia, la ‘nanoarte' sta riscuotendo un crescente interesse a livello internazionale. Fondata e promossa dal californiano Cris Orfescu, essa permette di creare fantastici paesaggi attraverso l'utilizzo di immagini ottenute con microscopi avanzati e sottoposte a trattamenti che, senza snaturare il soggetto, danno origine a opere capaci di comunicare al grande pubblico nuove emozioni, fornendo un inusuale e originale punto di vista sul mondo delle nanotecnologie.

    Un suggestivo video che raccoglie i lavori dei primi dieci classificati al ‘NanoArt 2009-2010' è visibile al sito: http://www.nanoart21.org/index.html.

    Fonte: Simone Battiston , Istituto per l'energetica e le interfasi, Padova, tel. 049/82958771, email s.battiston@ieni.cnr.it
    Fonte: http://www.almanacco.rm.cnr.itProgetto Cofinanziato da:
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    Messaggio  assuntagallotta19 Ven Mag 28, 2010 12:50 pm

    simona vitiello ha scritto:in un precedente commento ho inserito solo un link omettendo una parte dell'articolo ritenuta da me molto importante...

    questo laboratorio mi ha resa consapevole della mia non conoscenza dell'autismo, per questo sto effettuando varie ricerche sull'argomento.

    una delle ipotesi sulla patogenesi dell’autismo infantile

    A volte ci sono problemi legati ad una serie di credenze, o di relazioni, che si stabiliscono tra il soggetto e il mondo culturale in cui egli è immerso: così avviene nel caso della bambina del film "LA VOCE DEL SILENZIO". Nel film la bambina vive un lutto: la perdita del padre. Questo dolore, unito alla credenza di diverse leggende apprese dalla civiltà Maya, tra cui quella che infonde la convinzione che il padre può continuare a vivere nella "culla della luna", e di altre come "non dovete piangere", "nei sogni non ci sono parole", "si sogna per vedere meglio le cose", ed ancora " in perfetto silenzio potrete vedere meglio le cose", provocano una reazione inconsueta nella bambina che finisce per chiudersi completamente in se stessa. Non c’è violenza da parte della madre, tutt'altro. Ma la piccola sperimenta lo stesso l’ineluttabilità della situazione. Solo nei suoi rituali e nel suo silenzio crede di riuscire a mettersi e a rimanere in contatto con il suo papà.

    Quello che abbiamo sin qui visto costituisce un insieme di ipotesi sulla genesi dell'autismo nei processi di regressione.
    Nei casi di fissazione, di non sviluppo, di totale e completa chiusura dentro il guscio del primo anno di vita, non sappiamo bene cosa succeda e cosa li provochi.
    Forse il bambino sperimenta qualcosa di terribile e di pericoloso per la sua incolumità.
    Ma è difficile comprendere in che modo e in quali occasioni ciò avvenga.
    Nella fissazione si può ipotizzare che al bambino sia inferta una ferita psichica da una madre fredda, rigida, distaccata. Questo modo di comportarsi da parte della madre può dipendere da un inconscio rifiuto della maternità, presente in alcune donne. Tale ipotesi, troppo spesso richiamata per legittimare la genesi dell'autismo, viene ridimensionata da molti studiosi, compresi alcuni psicoanalisti e viene ritenuta valida soltanto per alcuni casi di autismo.
    Si potrebbe ipotizzare, inoltre, che il bambino senta e viva entrambi i genitori come nemici, pericolosi per la propria vita e la propria incolumità (cfr. la fiaba di Hansel e Gretel).
    Esperienze strane e negative possono essere vissute dal bambino quando i genitori parlano un linguaggio equivoco e distaccato da sentimenti veri e da autentica affettività.
    Ma il problema può riguardare anche gli altri, l’ambiente esterno, il mondo culturale in cui il piccolo vive.
    Sia Anna Freud che Melanie Klein, avevano potuto osservare che negli Orfanotrofi, luoghi ben tenuti, con ambienti salubri, dove lavoravano balie asciutte professionalmente ben preparate, ma fredde, distaccate, e psicologicamente "asettiche", i bambini, anche se ben nutriti, ma non abbracciati, non cullati, non coccolati, non avvolti da affetto, crescevano tristi, silenziosi, e da grandi mantenevano uno stato d’animo caratterizzato da un umore cupo. La tristezza li portava ad un isolamento e ad una scarsa capacità di stabilire ed intessere buoni rapporti sociali.
    Completamente diverso da questo ambiente c’era quello molto confortevole delle balie della campagna romana alle quali i nobili della città affidavano i propri rampolli. I bambini vivevano in luoghi non sempre lindi e puliti, ma in compagnia di altri bambini, affettuosamente avvolti dalle cure di queste procaci e simpatiche donne. Essi crescevano sani, robusti, allegri, rumorosi, vivaci e, una volta tornati in seno alle loro famiglie continuavano a mostrare un carattere aperto e tranquillo, qualità psicologiche che manifestavano poi da grandi, accomunate a buonumore e socievolezza.
    L’ambiente e le persone che gravitano intorno al bambino sono sempre molto importanti per la formazione del carattere e della personalità. Occorre pertanto che l'ambiente esterno sia tale da infondere serenità, sicurezza e stati d'animo positivi.


    la relazione è fondamentale nello sviluppo del bambino... per l'articolo completo http://www.psicovita.it/autismo_infantile.htm

    Simona io non ne sò abbastaza dell'autismo per poter fare una discussione però credo (forse mi sbaglio) che certo atteggiamenti distaccati, di indifferenza o di aggressione possono menomare il corretto sviluppo mentale e fisico di un bambino, ma non credo che si possa arrivare all'autismo. Credo invece che l'autismo sia una malattia genetica, ma che non si sia ancora scoperto come , quando e perchè sorga tale malattia.
    Se sai qualcosa di più fammi sapere perchè interessa molto anche me grazie.
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    Messaggio  mariagraziamattera688 Ven Mag 28, 2010 1:03 pm

    Maria Ferraro ha scritto:LEGGETE QUESTO ARTICOLO:

    SPINGE LA CARROZZINA E UCCIDE UN DISABILE

    Questa mattina i carabinieri della Stazione di Sorso hanno arrestato per omicidio volontario Alfio Quan Annibale Lombardo, 21 anni, di Sorso, in esecuzione di un ordine di custodia cautelare in carcere. Secondo l'accusa avrebbe spinto un disabile in carrozzella che è caduto ed è poi morto a causa delle gravi ferite riportate. Per gli inquirenti avrebbe commesso il gesto in preda ai fumi dell'alcool, con cinismo e per l'insano divertimento di veder cadere il povero disabile da una rampa di carico e scarico merci che, alla sua estremità, non ha un parapetto di protezione. La notte del 9 aprile 2009, verso l'1, nella Rivera di Sorso, nel centro residenziale dove è ubicato un night club, Giovanni Andrea Satta, di 60 anni, di Porto Torres, disabile costretto su di una sedia a rotelle, era caduto da una rampa per il carico e scarico delle merci. Satta, in coma, era stato ricoverato in ospedale e, senza più riprendere conoscenza, era morto il successivo 21 giugno. Dopo i primi accertamenti era stato denunciato per omicidio colposo l'amministratore del centro commerciale, poichè non aveva osservato le norme in materia di sicurezza e per il mancato abbattimento delle barriere architettoniche. Ma l'attività investigativa di carabinieri di Sorso è proseguita in questi mesi con l'interrogatorio anche di decine di testimoni, avventori del locale notturno, che hanno permesso di ricostruire in modo diverso quanto accaduto. Satta, così, secondo l'accusa, sarebbe stato spinto da Lombardo che avrebbe commesso il gesto in preda all'alcool, per l'insano divertimento di veder cadere il disabile.



    ANCORA UNA VOLTA RIMANGO SCONVOLTA DAVANTI ALLA STUPIDITA' DELLE PERSONE....COME CI SI PUO' DIVERTIRE NEL VEDERE UN DISABILE CADERE??????

    veramente assurdo!
    la stupidità umana non ha mai fine!!
    vorrei essere spiegata da questo ragazzo che divertimento ha provato uccidendo una persona???
    che schifoooo!!!!
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    Messaggio  maurizia pezzullo 1001 Ven Mag 28, 2010 1:05 pm

    Ragazzi disabili, la scuola non è più un diritto

    di Maria Novella de Luca, da la Repubblica
    ROMA – Ogni ora tagliata è un salto all’indietro. Ogni insegnante che se ne va un trauma psicologico difficile da ricostruire. Come una barriera architettonica che non si riesce mai ad abbattere, perché per loro, i bambini e i ragazzi H (così la scuola ancora li definisce) la vita in Italia si è fatta davvero dura. Si chiamano Valerio, Giulia, Martina, Claudia, Adele, hanno dai 4 ai 18 anni, hanno disabilità diverse, e abitano in ogni luogo d’Italia. Da quest’anno, con i tagli della riforma Gelmini, hanno perso la metà dei loro diritti: ore di sostegno dimezzate, assistenza inesistente, accesso allo studio, di fatto, negato. Parliamo di studenti disabili, vittime del taglio degli insegnanti di sostegno, la faccia più oscura e dolorosa della scuola senza più fondi, dove spesso non c’è più nessuno che accompagni al bagno il piccolo con handicap, nessuno che lo sorvegli, e dove anche 5 o 6 alunni disabili vengono concentrati in un sola classe. Dove, denuncia Alessandra Corradi, una mamma di Verona con un bimbo di 4 anni, cieco e con una grave tetraparesi, “sono tornati gli stanzini H”. “Spesso mio figlio, con la scusa di proteggerlo dalla confusione, veniva portato in una classe a parte, lui da solo, senza gli altri bambini… Vi sembra integrazione questa?”.
    I dati dell’anno 2009/2010 segnalano un taglio di circa 500 insegnanti di sostegno con un aumento però di oltre 4000 ragazzi disabili. Questo vuol dire, spiega Giuseppe Argiolas, docente all’Istituto “Colli Vignarelli” di Sanluri, in Sardegna, “che la maggioranza dei ragazzi e dei bambini disabili che ieri avevano diritto a 18 ore di sostegno alla settimana, oggi arriva a malapena a nove”. Con conseguenze spesso gravissime per le vite di studenti, che con enormi sforzi e pazienza conquistano pezzetti di autonomia e abilità. “Anche in questo istituto, da sempre all’avanguardia nell’integrazione e nel processo formativo dei giovani con disabilità, oggi c’è una prima superiore con addirittura sei ragazzi con seri handicap riuniti tutti insieme, mentre per il buon andamento della classe, per il successo sia loro che dei ragazzi normodotati non dovrebbero essere più di due. Ma qual è il disegno? Tornare alle classi differenziali?”. Il risultato è una pioggia di ricorsi che si è abbattuta sui tribunali regionali di tutta Italia, da parte di famiglie che chiedono, e spesso ottengono, che per i loro figli, vengano ripristinate le ore di lezione legittime.
    Una battaglia di raccomandate e carte bollate, come quella che ha intrapreso Marisa Melis, mamma di Martina, che ha 14 anni, una grave malformazione cerebrale, ma una fantastica voglia di vivere e di imparare. Grazie agli sforzi fin qui fatti dalla famiglia e dagli insegnanti Martina fa equitazione, è cintura marrone di karate, partecipa ai campi Scout, legge e scrive bene, ma ha bisogno di continuo appoggio e di percorsi personalizzati. “Invece da quest’anno Martina ha il sostegno soltanto per nove ore alla settimana, contro le 18 dell’anno scorso. Ho protestato con la dirigente, con il ministero, ma non ho ottenuto niente. Se Martina non viene stimolata, seguita, ogni volta si torna indietro, ogni successo di questi bambini è figlio di sforzi enormi… Così ho deciso di fare ricorso al Tar e in questi giorni arriverà la sentenza”.
    Storie di sfide quotidiane, vissute in silenzio, l’Italia è uno dei paesi d’Europa che destina meno risorse alla cura e allo sviluppo delle persone con handicap. Giulia Dolcetti ha 45 anni, è un’insegnante di sostegno precaria che quest’anno ha perso il posto. “Ma la vittima di questo taglio – racconta Giulia – non sono soltanto io, ma anche un bambino di 9 anni che si chiama Pietro. La sua diagnosi? Grave disturbo pervasivo dello sviluppo. Autismo. Pietro non parla, ma capisce tutto, comunica con il computer, scia e nuota come un campione. L’ho seguito per tre anni, avevamo un rapporto forte e bellissimo: oggi Pietro a scuola non ci vuole più andare. A novembre non gli è stata ancora assegnata un’insegnante di sostegno, e senza di me sembra aver perso il suo legame sia con i compagni che con lo studio… Ma che Stato è questo che punisce i più deboli?”.
    La guerra dei ricorsi è soltanto all’inizio. E se in Sardegna una mamma passa tutta la sua giornata davanti alla scuola del figlio, affetto da autismo per “tradurre” ai prof che cosa vuol dire il ragazzo, Alessandra Corradi, mamma di un piccolo tetraplegico, spiega in poche parole cosa vuol dire disinteresse. “A mio figlio, cieco fin dalla nascita, le maestre in classe chiedevano: “La vedi quella cosa lì?”. La stessa insegnate di sostegno ha confessato che per lei il mio bambino era troppo grave… Per fortuna il Comune ci ha assegnato una “lettrice”, che con la musicoterapia e l’ascolto delle fiabe stimola il suo udito e le sue abilità. E quando c’è lei mio figlio cambia, sorride, non è più triste”.
    (ha collaborato Salvo Intravaia)

    Leggendo questo articolo la prima cosa a cui ho pensato è stato lo stato d'animo delle mamme che già per loro è durissima accettare la disabilità e la vita quotidiana dei propri figli ma poi anche subire la poca assistenza che gli viene dedicata... è mortificante!
    Assurdo è stato leggere il fatto che cinque,sei ragazzi disabili venivano depositati in una sola classe ed una mamma denuncia proprio il fatto che suo figlio affetto da cecità veniva portato in una classe a parte,da solo senza altri bambini con la scusa di proteggerlo dalla confusione...
    Io non ho parole..non so con quale coraggio facciano questo anche perchè sono questi bambini che dovrebbero avere la priorità prima di tutti..creare un canale comunicativo con loro è un successo perchè questi bambini sono felici quando riescono ad esprimersi..credo proprio che si possa sentire la loro felicità,come tra l'altro anche per i bambini normodotati introversi,chiusi,che hanno vergogna di esprimersi o che in classe non riescono a relazionarsi con altri bambini ma che poi col tempo hanno dei progressi, anche loro sono felici quindi non è un impresa impossibile per cui devono essere portati tutti su uno stesso piano di pari opportunità.
    Spero tanto in un futuro di avvicinarmi in modo pratico a questo campo!

    Colgo l'occasione prof per farle i miei complimenti per questo corso,ne sono veramente contenta di averlo seguito pechè oltre ad essere stato interessante abbiamo anche avuto modo di dialogare anche se non sempre fisicamente ma grazie al forum avendo così potuto dare e ricevere qualcosa.
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    teoria cartella extra facoltativo - Pagina 2 Empty anche un libro può cambiare la vita.

    Messaggio  cira Ven Mag 28, 2010 1:45 pm

    Sto leggendo per la terza volta un libro di Donald Walsch... "conversazioni con Dio" un dialogo fuori del comune.
    un dono meraviglioso per coloro che vogliono davvero delle risposte,per quanti si sono impegnati nella ricerca della verità spinti da un anelito dell'anima e con mentalità aperta...il che vuol dire la maggior parte di noi.
    Questo libro parla di tutte quelle domande che ci siamo sempre posti sulla vita e l'amore,gli scopi e le azioni e i rapporti tra le persone,il bene e il male.l'uguale e il DIVERSO,il perdono e la redenzione.Tratta in maniera diretta di sesso e potere,denaro,figli,matrimonio e divorzio...Quante volte nel corso della nostra vita,nei momenti di tristezza e angoscia oppure in quelli della più inattesa gioia vorremmo parlare con Dio,rivolgergli le più semplici domande e raggiungere un dialogo apparentemente impossibile.Non è un sogno o un'illusione cullata in segreto,l'autore di questo libro straordinario ci è riuscito in modo controverso e provocatorio.
    SI POTREBBE DEFINIRE QUESTO LIBRO "L'ULTIMA PAROLA DI DIO SULLE COSE".
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    Messaggio  simona vitiello Ven Mag 28, 2010 11:50 pm

    assuntagallotta19 ha scritto:
    simona vitiello ha scritto:in un precedente commento ho inserito solo un link omettendo una parte dell'articolo ritenuta da me molto importante...

    questo laboratorio mi ha resa consapevole della mia non conoscenza dell'autismo, per questo sto effettuando varie ricerche sull'argomento.

    una delle ipotesi sulla patogenesi dell’autismo infantile

    A volte ci sono problemi legati ad una serie di credenze, o di relazioni, che si stabiliscono tra il soggetto e il mondo culturale in cui egli è immerso: così avviene nel caso della bambina del film "LA VOCE DEL SILENZIO". Nel film la bambina vive un lutto: la perdita del padre. Questo dolore, unito alla credenza di diverse leggende apprese dalla civiltà Maya, tra cui quella che infonde la convinzione che il padre può continuare a vivere nella "culla della luna", e di altre come "non dovete piangere", "nei sogni non ci sono parole", "si sogna per vedere meglio le cose", ed ancora " in perfetto silenzio potrete vedere meglio le cose", provocano una reazione inconsueta nella bambina che finisce per chiudersi completamente in se stessa. Non c’è violenza da parte della madre, tutt'altro. Ma la piccola sperimenta lo stesso l’ineluttabilità della situazione. Solo nei suoi rituali e nel suo silenzio crede di riuscire a mettersi e a rimanere in contatto con il suo papà.

    Quello che abbiamo sin qui visto costituisce un insieme di ipotesi sulla genesi dell'autismo nei processi di regressione.
    Nei casi di fissazione, di non sviluppo, di totale e completa chiusura dentro il guscio del primo anno di vita, non sappiamo bene cosa succeda e cosa li provochi.
    Forse il bambino sperimenta qualcosa di terribile e di pericoloso per la sua incolumità.
    Ma è difficile comprendere in che modo e in quali occasioni ciò avvenga.
    Nella fissazione si può ipotizzare che al bambino sia inferta una ferita psichica da una madre fredda, rigida, distaccata. Questo modo di comportarsi da parte della madre può dipendere da un inconscio rifiuto della maternità, presente in alcune donne. Tale ipotesi, troppo spesso richiamata per legittimare la genesi dell'autismo, viene ridimensionata da molti studiosi, compresi alcuni psicoanalisti e viene ritenuta valida soltanto per alcuni casi di autismo.
    Si potrebbe ipotizzare, inoltre, che il bambino senta e viva entrambi i genitori come nemici, pericolosi per la propria vita e la propria incolumità (cfr. la fiaba di Hansel e Gretel).
    Esperienze strane e negative possono essere vissute dal bambino quando i genitori parlano un linguaggio equivoco e distaccato da sentimenti veri e da autentica affettività.
    Ma il problema può riguardare anche gli altri, l’ambiente esterno, il mondo culturale in cui il piccolo vive.
    Sia Anna Freud che Melanie Klein, avevano potuto osservare che negli Orfanotrofi, luoghi ben tenuti, con ambienti salubri, dove lavoravano balie asciutte professionalmente ben preparate, ma fredde, distaccate, e psicologicamente "asettiche", i bambini, anche se ben nutriti, ma non abbracciati, non cullati, non coccolati, non avvolti da affetto, crescevano tristi, silenziosi, e da grandi mantenevano uno stato d’animo caratterizzato da un umore cupo. La tristezza li portava ad un isolamento e ad una scarsa capacità di stabilire ed intessere buoni rapporti sociali.
    Completamente diverso da questo ambiente c’era quello molto confortevole delle balie della campagna romana alle quali i nobili della città affidavano i propri rampolli. I bambini vivevano in luoghi non sempre lindi e puliti, ma in compagnia di altri bambini, affettuosamente avvolti dalle cure di queste procaci e simpatiche donne. Essi crescevano sani, robusti, allegri, rumorosi, vivaci e, una volta tornati in seno alle loro famiglie continuavano a mostrare un carattere aperto e tranquillo, qualità psicologiche che manifestavano poi da grandi, accomunate a buonumore e socievolezza.
    L’ambiente e le persone che gravitano intorno al bambino sono sempre molto importanti per la formazione del carattere e della personalità. Occorre pertanto che l'ambiente esterno sia tale da infondere serenità, sicurezza e stati d'animo positivi.


    la relazione è fondamentale nello sviluppo del bambino... per l'articolo completo http://www.psicovita.it/autismo_infantile.htm

    Simona io non ne sò abbastaza dell'autismo per poter fare una discussione però credo (forse mi sbaglio) che certo atteggiamenti distaccati, di indifferenza o di aggressione possono menomare il corretto sviluppo mentale e fisico di un bambino, ma non credo che si possa arrivare all'autismo. Credo invece che l'autismo sia una malattia genetica, ma che non si sia ancora scoperto come , quando e perchè sorga tale malattia.
    Se sai qualcosa di più fammi sapere perchè interessa molto anche me grazie.


    [font=Times New Roman] hoy susy! per questo ho intitolato questo articolo come "ipotesi" e non come "causa".
    ho scelto questa ipotesi sulle altre perchè dava una sorta di spiegazione al video che inserii tempo addietro "la voce del silenzio", era collegato, non per altri motivi.
    come ho detto in un post precedente relativo all'autismo, a ma non interessa tanto "conoscere la malattia_" a me interessa capire come agire in relazione con TIZIO affetto da autismo...capirlo, aiutarlo... è rivolta a TIZIO la mia attenzione, la malattia mi servirà solo per conoscenza... e nessuno ti insegna cosa e come fare... non resta che affidarsi all'empatia...

    non sono una studiosa in materia quindi non avrei mai osato dare una mia motivazione alla malattia neurologica (che io sappia non è ancora stata dichiarata genetica, magari un giorno lo sarà)...questo nostro dibattito è stato affrontato nel 2007 , per chiarirci ad entrambe le idee ti riporto l'articolo.

    http://www.angsalombardia.it/maestrini.htm

    se leggi tutto l'articolo ci sono altre ipotesi, ma se fosse genetica (tipo la TRISOMIA 21) gli scienziati non lo avrebbero scoperto?


    concordo con te sul fatto che le relazioni sono fondamentali nella formazione di ogni individuo..che sia madre\figlio, insegnante\allievo, nonna\nipote... l'ho vissuto sulla mia pelle.

    e mo' susy fammi andare a studiare
    che tra
    60 ore ho l'esame :-)[/font]
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    Messaggio  Dongu Elvira Sab Mag 29, 2010 12:00 am

    Ciao a tutti. Volevo segnalare un film bellissimo che abbraccia molti aspetti analizzati durante il corso: la condizione di disabilità anche molto grave e la difficoltà per il disabile ad essere considerata persona nella sua totalità e con tutti i suoi bisogni, la impossibilità a relazionarsi e comunicare con il mondo in mancanza di strumenti adeguati per la comunicazione, la relazione e la cura educativa.

    LA TRAMA
    Alabama, anni Venti. La piccola Helen Keller, figlia di una ricca famiglia di proprietari terrieri, in seguito a una malattia infantile trascurata dal pediatra perde completamente la vista e l’udito. Alcuni anni dopo, i Keller decidono di ricorrere a una governante per cercare di guarire la bambina. Da un istituto di Boston arriva Annie Sullivan, nata cieca e guarita dopo una serie di interventi chirurgici. La donna si rende immediatamente conto che il pietismo con cui la famiglia Keller si relaziona alla bambina è d’ostacolo ai suoi metodi, per cui chiede il permesso di stabilirsi per due settimane in un capanno poco distante dalla villa, in modo da poter intervenire autonomamente nell’educazione della piccola Helen. Trascorse le due settimane, Annie pare essere riuscita soltanto a mitigare gli eccessi di Helen e non a farle capire il nesso esistente tra le parole che le ha insegnato a compitare e le cose a cui fanno riferimento. La famiglia Keller, però, è soddisfatta perché la bambina sembra più educata e serena. Ma una volta a casa, Helen ricomincia a comportarsi in maniera indisciplinata, sfruttando la consueta indulgenza dei genitori. Ne segue uno scontro verbale tra Annie e il padre di Helen, ma la sorpresa si verifica quando la bambina, vicina alla fontana del giardino, riesce a pronunciarne la parola «acqua», mettendo subito dopo in relazione i nomi che ha imparato a compitare con la realtà presente fuori dalla villa.


    IL VIDEO DELLA SCENA FINALE

    https://www.youtube.com/watch?v=1e-0deJk3Vg[/youtube]
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    Messaggio  daria esposito85 Sab Mag 29, 2010 1:23 pm

    Volevo porre alla vostra attenzione un film che considero veramente fantastico. Tratta temi che riguardano da vicino il disagio, in particolare quello mentale, la diversità, il terzo settore e i conflitti interni che riguardano chi si trova gestire questioni estremamente delicate, come gli educatori che accompagnano queste persone nel loro cammino.

    SI PUO' FARE
    - storia -

    Provincia milanese, primi anni '80. Sono i primi tempi di applicazione per la legge 180 sui trattamenti sanitari, quella comunemente chiamata con il nome del suo promotore, lo psichiatra Franco Basaglia e che abolì di fatto i manicomi, almeno per come erano allora intesi. Per molte persone un tempo riunite in quelle strutture, lo sbocco furono associazioni e cooperative di vario tipo, il più delle volte tali solo nei nomi, ma non nei fatti visto che il lavoro o la vita sociale che doveva esserne la base veniva mitigata da troppo intense dosi di sedativi.
    Nello è un sindacalista, ha forti valori etici ma è appassionato di modernità, terziario, mercato: troppo avanti per quegli anni, viene allontanato dal sindacato e mandato in una cooperativa di ex malati mentali appena dimessi dai manicomi.
    Nello si ritrova così in una cooperativa di “picchiatelli” che non sanno fare nulla e vivono di lavori assistenziali. Tuttavia lui crede nella dignità del lavoro e, contro il parere degli psichiatri, cerca di spingerli ad imparare un mestiere: montare parquet. In questo è sostenuto anche da Sara con la quale ha da tempo una relazione sentimentale intensa ma turbolenta. In un principio il tentativo sembra fallire, la “sporca dozzina” combina un pasticcio dopo l’altro, e in verità nessuno vuole dei matti per casa a rifargli il pavimento. Ma un imprevisto su un cantiere rivela a Nello una possibilità inattesa: gli schizofrenici, Gigio e Luca, hanno un gusto ossessivo nel comporre pezzi regolari. Nasce così l’idea del “parquet mosaico” fatto con gli scarti, un’idea di successo. I matti diventano specialisti ricercati, la cooperativa funziona e Nello, con l’aiuto del dottore Furlan, si convince a fare un passo in più: ridurre ai malati gli psicofarmaci che li intontiscono. Lo psichiatra Del Vecchio però rifiuta, per lui la malattia mentale guarisce solo con la morte e i sedativi sono necessari. La sua posizione si rivela perdente e viene allontanato. I “nostri” risalgono, sono felici e scoprono desideri “rivoluzionari”: una casa, un amore, il sesso. Si lanciano nell’avventura della normalità con un’ingenua ebbrezza che intenerisce. Ma non sono tutti pronti per il confronto con la realtà. Nello capisce di aver osato troppo e, appreso dai sensi di colpa per le conseguenze delle sue scelte, si ritira. In cooperativa torna Del Vecchio che riporta tutto alle origini: psicofarmaci e lavori inutili. Ma la “sporca dozzina” si ribella e, con un impeto inaspettato, torna da Nello per tentare di ribaltare ancora una volta la situazione.

    Potete trovare qui il trailer

    https://www.youtube.com/watch?v=yjRKbO5m-TU

    Consiglio a tutti di vederlo!
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    Messaggio  Esterina Maisto Sab Mag 29, 2010 3:29 pm


    Manos Blancas, la musica coi guanti





    Cantano con le mani. Con i loro guanti candidi, sembrano uno stormo di gabbiani sul mare. Oscillano, svolazzano allegramente, rallentano, poi accelerano di nuovo. Sono sordomuti, ma "sentono" la musica in un altro modo. Cantano senza muovere la bocca, solo con le loro dieci dita. Al loro fianco c’è un altro coro: bambini e ragazzi non vedenti, disabili, ma anche tanti altri senza nessun problema, più fortunati. Mescolati gli uni con gli altri sullo stesso palcoscenico, formano il coro Manos Blancas, "Mani bianche". Un progetto creato nel 1999, come spina dorsale del programma di Educazione speciale dell’ormai celebre Sistema nazionale di orchestre giovanili e infantili del Venezuela: fiore culturale e sociale all’occhiello di Caracas.

    L’idea fondamentale – alla base del coro Manos Blancas – è così semplice da sembrare quasi paradossale: la musica non conosce barriere di nessun tipo. Al contrario, è strumento di integrazione per chi è stato escluso a lungo dalla società, ignorato o ostacolato dai pregiudizi. Ma come avvicinare la musica a chi non può sentirla? Ludwig Van Beethoven compose ben oltre la sua sordità. Chi non crede in questi ragazzi, non scommetterebbe nulla sulle loro capacità. Ma i loro spettacoli hanno commosso musicisti, direttori d’orchestra e cantanti lirici di mezzo mondo, conquistando la stima e l’affetto di grandi nomi internazionali: dal direttore Claudio Abbado a Simon Rattle della Filarmonica di Berlino, dal maestro giapponese Shoji Sato alla soprano Mirella Freni. Il premio Nonino Risit D’Aur quest’anno è andato a loro: ai dodici cori Manos Blancas del Venezuela. Un esempio di coraggio, disciplina, amore, solidarietà, amore per la musica. E fiducia nelle possibilità di tutti.

    La storia del coro Manos Blancas inizia nel 1995, quando il professor Johnny Gómez diede concretezza all’idea di integrare le persone disabili nella società attraverso la musica. Più di settecento bambini sono inseriti oggi nelle orchestre negli Stati federali di Aragua, Falcón, Trujillo, Mérida, Lara, Yaracuy, Nueva Esparta, Sucre, Miranda, Vargas, Táchira, Guárico e nel Distretto di Caracas. L’educazione musicale di questi bambini e ragazzi si basa fondamentalmente sull’espressione verbale, la pratica strumentale e il movimento; la meta è prepararli all’integrazione nelle orchestre e nei cori, a suonare strumenti nei complessi e alla partecipazione nei gruppi corali. Il coro Manos Blancas fa parte – insieme alla Banda Rítmica, al Coro Infantil, all’Ensamble de Percusión, all’Ensamble de Campanas e al quartetto Lara Somos – dei vari gruppi del Programma, che attraverso di essi si propone di offrire a tutti i bambini, senza eccezioni, le medesime opportunità di interagire e di condividere gli stessi orizzonti. Manos Blancas è l’iniziativa trainante e fu creato nel 1999 da Naibeth García.

    È organizzato in due aree: quella gestuale, composta soprattutto da bambini con deficit uditivi, che usano guanti bianchi o colorati a seconda dell’opera che devono interpretare; e quella orale, formata da bimbi e ragazzi con deficit visivi, cognitivi o motori o con difficoltà d’apprendimento, nonché da quelli affetti da autismo – ma c’è posto anche per chi, senza patire nessuna particolare disabilità, può rappresentare un esempio del fatto che tutti hanno diritto a partecipare alla vita sociale. L’idea proclamata dal governo è quella di «inserire migliaia di venezuelani, che per generazioni sono stati segregati dalla società, che ora riconquistano il diritto che sempre hanno avuto alla partecipazione e all’uguaglianza di opportunità». Attualmente esistono dodici cori Manos Blancas, uno per ogni sede operativa del Programma: Barquisimeto, Punto Fijo, Mérida, San Felipe, Duaca, Margarita, Pueblo Llano, Aroa, Coro, Calabozo, Carora e San Cristóbal. Le loro esibizioni sono state più volte trasmesse dalle televisioni di Svizzera, Francia, Spagna e Germania, oltre che naturalmente da quelle venezuelane, e sono in programma anche espansioni internazionali, con nuovi cori da impiantare in Argentina e in Costa Rica.






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    Esterina Maisto


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    Messaggio  Esterina Maisto Sab Mag 29, 2010 3:39 pm



    "La musica è espressione dell’anima, e l’anima non conosce handicap"
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    Messaggio  Alba Danese Sab Mag 29, 2010 6:29 pm

    Vita
    La vita…..
    una piccola parola..
    ma un grande significato…
    la mia vita.
    Un susseguirsi di eventi,
    eventi che hanno segnato tutto il mio percorso…
    tanti ostacoli da superare,
    tante sofferenze,
    ma anche il ricordo di un’infanzia
    nonostante tutto piena di gioia.
    E in tutto questo
    un grazie particolare ai miei genitori,
    Persone che non si sono arresi davanti a nulla…..
    Che hanno fatto sempre in modo
    di rendermi uguale a tutti gli altri ;
    Di non farmi mai sentire il peso della malattia.
    Io….
    una farfalla a cui sono state spezzate le ali,
    ma che nonostante tutto ha sempre volato..
    volato sulle ali della vita,
    una vita che non mi ha dato tanto,
    ma che ringrazio di avere
    e se un giorno…
    qualcuno mi chiederà…. sei felice?
    Oggi…domani e sempre dirò….
    si che lo sono
    e lo sono senza riserve, senza rancori,
    perché la vita….. la mia vita é sacra
    e ringrazio qualcuno sopra di noi per avermela data.
    Ho riso…. ho pianto…. ho gridato
    quando avevo la rabbia verso di lui,ma poi mi sono fermata…. ho pensato…ho riflettuto…
    E mi sono detta….. non ho le ali?
    Pazienza camminerò a piccoli passi…
    E questi passi li ho fatti,
    poco a poco ho percorso chilometri,
    ho assaporato la vita a piene mani,
    ho combattuto e vinto,
    ho conosciuto la gioia di essere madre,
    una gioia immensa ed infinita
    che non tutti possono assaporare….
    sono fortunata molto fortunata…
    ho avuto tanto!
    Oggi a 44 anni posso dire grazie….
    grazie della vita che mi e stata data,
    la mia vita……….
    un dono Speciale.


    Giovanna P.
    una persona disabile
    Ma con delle ali immense.
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    Messaggio  antonella galdi Dom Mag 30, 2010 12:20 pm

    https://www.youtube.com/watch?v=SGMzaFA5lEY
    Qusto è il trailer del film Daredevil che anche essendo molto Fantascientifico, a mio avviso è un esempio di resilienza... Ultimamente ho intravisto alla tv la storia di un bambino ipovedente molto simile a questa. Ben Afflek nel film è rimasto cieco a seguito di un incidente ma ha sviluppato enormemente gli altri sensi, e ha utilizzato il suo " potere " per aiutare gli altri. Il bambino che ho visto alla tv non aiutava gli altri, ma aveva comunque sviluppato enormemente gli altri suoi sensi, che gli permettevano, pur essendo molto malato, di vivere una vita senza ostacoli apparenti.

    https://www.youtube.com/watch?v=K-FuvEApfdM&feature=related
    Questo è un altro esempio di resilienza... L'attore Della serie televisiva Arnold, scomparso la scorsa settimana era malatissimo, e con mia grande sorpresa ho scoperto che era molto malato, e quelle di un bambino erano sembianze e nient'altro. Non credete che questa sia capacità di adattarsi? Credo che a me non sarebbe mai venuto in mente di utilizzare la mia " diversità " per recitare in una serie televisiva, che per altro ha avuto successo in tutto il mondo! Very Happy R.i.p Arnold...
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    Messaggio  cira sorrentino Dom Mag 30, 2010 9:52 pm



    Ormai la tecnologia la usano anche i nostri amici a 4 zampe...
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    Messaggio  soriaemma86 Lun Mag 31, 2010 10:21 am

    Spesso la tecnologia arriva a pensare delle cose asurde....guardate questi 2 video: https://www.youtube.com/watch?v=L4z3cs4Ocug https://www.youtube.com/watch?v=LdkXzURJLLo
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    Messaggio  maria27 Lun Mag 31, 2010 4:13 pm

    Io riporterò una poesia scritta in napoletano in cui è esplicato quanto spesso abbiamo detto nel corso.La riporto perchè non so se ho detto in precendeza che sono una volontoria del servizio civile maa comuque ultimamente si è tenuto un concorso in cui ogni volontario poteva raccontare la proria esperienza con una foto un racconto un video una poesia.. e a me ha colpito questa..


    Ce stanno duje tipe ‘e barriere

    una è anormale, chell’ata è mentale:
    ‘a primma che v’aggia dicere…

    ce stanno ll’ascensore,‘e sscale,



    ‘e marciapiede, ‘e pale miez’a via,

    te bloccano e nun te fanno cammenà,

    ‘e mmachine, e motorine! Mamma mia

    so’ ‘e patrune, e nun te fanno passà!



    Pe’ sta gente è nu fatto normale

    se penzano ‘e cummannà ‘a città,!

    Po’ ce stanno ‘e barriere mentale…

    fatta ‘e gente ca nun sape campà ,



    sò senza scrupole e senz’ammore.

    e nun teneno un pizzico d’umanità,

    ce maltrattano, e songhe senza core…

    arrobbano, ce sanno sulamente sfruttà!



    Ma grazie a Dio ce stà ata gente

    che ce aiuta cu tanta umiltà,

    lloro nun te cercano niente,

    e nun ce ‘a fanno sentì ‘a disabiltà



    so’ perzone sincere, semplice

    e ce ridanno ‘a vera dignità!...

    ca “cierte” perzone infelice…

    nun ce hanno maje saputo dà!


    Non so descrivere il relae motivo per cui questa poesia mi ha colpito ma sò solo che mi ha toccato nel profondo forse perchè scritta in dialetto, forse perchè riguarda da vicino la mia città, o solo perchè racconta una grande verità.. Io credo che in un paese civile le città siano fatte a " misura di disabili" quindi dovrebbeo lavorare tutti affinchè si possano avere contesti urbani senza barriere architettoniche e affinchè i disabili abbiano la possibilità di denunciare i disservizi che li riguardano facendo sentire la loro voce! Poichè ormai siamo in un secolo buio dove manca il senso del sociale , mancano esempi, mancano uomini degni di questo nome, cosa che ho riscontrato invece in questi pochi versi di poesia.. un enorme senso di umanità e civiltà.
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    Messaggio  Renée Garofalo Lun Mag 31, 2010 4:19 pm

    Ho riflettuto su una questione che abbiamo iniziato a trattare in aula, cercando di darmi delle risposte ma resto ancora perplessa: Dove inizia e finisce la normalità?...come, quando , perché e chi la stabilisce?...da quale grado bisogna partire?... credo che sia solamente una convenzione sociale che spinge le persone ad omologarsi perdendo la propria identità... l'ultima cosa rimasta da personalizzare sono le persone (M. Bucchi)


    Ultima modifica di Renée Garofalo il Lun Mag 31, 2010 9:23 pm - modificato 1 volta.
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    Messaggio  barbato rosa 1512 Lun Mag 31, 2010 4:57 pm




    E' VERAMENTE IL GESTO PIU' BELLO CHE ABBIA MAI VISTO.....
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    Messaggio  barbato rosa 1512 Lun Mag 31, 2010 4:59 pm



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    Messaggio  Antonella Pascale Lun Mag 31, 2010 7:14 pm

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    brigida1375


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    Messaggio  brigida1375 Lun Mag 31, 2010 9:30 pm

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    mariarosaria palermo 1081


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    Messaggio  mariarosaria palermo 1081 Mer Giu 02, 2010 12:13 am

    Volevo mettere anche io il trailer del film “Rosso come il cielo” ma ho visto che Brigida 1375 lo ha già postato... Volevo aggiungerlo perché lo trovo un film davvero emozionante anche se ho visto solo qualche scena da youtube, ma sicuramente appena avrò un po' di tempo lo vedrò. Ho trovato questo film facendo una ricerca di video per la tesina di un altro corso, in cui insieme ad un gruppo di ragazze abbiamo affrontato il tema della cecità, in particolare l'accoglienza e l'integrazione dell'alunno disabile visivo. Abbiamo scelto di affrontare questa tematica perché da poco avevamo fatto la simulazione di cecità e tutte ne eravamo rimaste colpite. Nel corso dello svolgimento del lavoro ci siamo soffermate sull'alunno non vedente all'interno della scuola, abbiamo cercato di descrivere il suo cammino scolastico e abbiamo individuato gli ausili che possono aiutarlo. Due ragazze hanno anche contattato con una e-mail Laura Boerci e Filippo Visentin, due autori che hanno scritto “I colori del buio” (Visentin è una persona non vedente), che si sono mostrati molto disponibili a fornirci informazioni sul tema.

    La trama:
    E' il 1971. Mirco Mercacci è un bambino toscano di dieci anni appassionato di cinema. Un giorno giocando con un vecchio fucile, parte inavvertitamente un colpo che lo colpisce in pieno facendogli perdere la vista. La legge dell'epoca non permette ai bambini non vedenti di frequentare la scuola pubblica, così i genitori furono costretti a metterlo in un istituto specializzato per cechi a Genova.
    Qui Mirco si sente perso. Ma un giorno trova un vecchio registratore. Scopre che togliendo e riattaccando il nasco riesce a raccontare delle storie fatte solo di suoni e rumori. Così sviluppa la passione per il montaggio del suono. Quando l'istruttore scopre il suo hobby cerca di impedirglielo in ogni modo.
    La loro idea è che questi bambini non avessero speranze e non andassero illusi.
    Ma Mirco continua segretamente il duo hobby e comincia a coinvolgere ad uno ad uno gli altri bambini facendo loro riscoprire i loro sogni e la loro creatività.

    Aggiungo altre scena del film:






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