PEDAGOGIA DELLA DISABILITà - ANNO 2010

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PEDAGOGIA DELLA DISABILITà - ANNO 2010

FORUM DIDATTICO. Stanza di collaborazione della classe - docente del modulo Floriana Briganti (DOCENTE TITOLARE ORNELLA DE SANCTIS) attività laboratoriale del corso di di Pedagogia della Disabilità - Suor Orsola Benincasa di Napoli, lezioni da marzo a giu


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    teoria cartella extra facoltativo Empty teoria cartella extra facoltativo

    Messaggio  Admin Ven Mag 21, 2010 9:56 pm

    commento teoria cartella extra
    sollecitazioni teoriche
    facoltativo


    Ultima modifica di Admin il Mar Giu 15, 2010 2:03 pm - modificato 1 volta.
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    teoria cartella extra facoltativo Empty ( spero di aver capito bene, in questa cartella possimo mettere commenti extra, che non possiamo inserire nelle cartelle con argomenti predefiniti)

    Messaggio  simona vitiello Dom Mag 23, 2010 12:59 pm

    no... il prete robot no... questa è troppo
    preti, ribellatevi... .-)



    http://www.newnotizie.it/2010/05/17/ti-sposi-chiedilo-al-prete-robot/

    la neo-sposina Inoue ha detto: “Ho l’impressione che i robot stiamo sempre più diventando parte integrante della società e questo grazioso omino fa parte della mia società. Quindi ho deciso che mi sarebbe piaciuto molto vederlo officiare la cerimonia.”

    non so voi...questo non è progresso tecnologico...ma regresso umano...
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    Messaggio  virginiacardillo Dom Mag 23, 2010 1:42 pm

    Se ho capito bene possiamo inserire qualcosa che ci viene in mente di facoltativo,allora in questi giorni mi è capitato di girare x you tube ed ascoltare questa canzone :https://www.youtube.com/watch?v=36J13J3ALwk&feature=player_embedded
    è una canzone cantata da Renato Zero, e leggendo il suo significato ho trovato una sua intervisa,nella quale diceva che questa canzone l'avrebbe voluta cantare in presenza di Papa Giovanni,ma non ha fatto in tempo,e da qui mi ricollego all'ultimo laboratorio che abbiamo fatto..
    Inoltre questa canzone racconta di un mondo con persone di culture diverse,ripoto qui il testo:
    Ogni strada che cercherai
    Nei miei passi e dentro i miei sandali c’è
    Ogni amico che incontrerai
    Nei miei sogni e nelle mie lacrime c’è
    E qualunque sentimento vivrai
    In qualunque deserto sognerai di bere
    Sempre più ti convincerai
    Che nel profondo poi non sei distante da me
    Ogni casa che abiterò
    Nel tuo cuore e nella tua anima c’è
    Ogni nome che porterò
    Nel tuo tempo e dentro i tuoi simboli c’è
    E qualunque fuoco tu accenderai
    Con qualunque rito salverò me stesso
    Giorno dopo giorno lo sai
    Stiamo cercando solamente amore
    Immi ruah immi ruah abbracciami
    Immi ruah immi ruah raggiungimi
    Immi ruah immi ruah non difenderti
    Siamo tutti sotto questo cielo
    Immi ruah immi ruah ascoltami
    Immi ruah immi ruah pretendimi
    Immi ruah immi ruah non escludermi
    Siamo figli di un colore solo
    In un mondo impossibile
    Per noi
    Fermati qui
    Ogni legge che incontrerai
    Nei miei occhi e nella mia origine c’è
    Ogni brivido che inseguirò
    Nei tuoi sensi e dentro i tuoi brividi c’è
    E qualunque velo tu indosserai
    Qualunque animale non potrai mangiare
    Sempre più mi convincerò
    Che quel che cerco non ha mai bandiere

    Immi ruah immi ruah abbracciami
    Immi ruah immi ruah raggiungimi
    Immi ruah immi ruah non difenderti
    Siamo tutti sotto questo cielo
    Immi ruah immi ruah ascoltami
    Immi ruah immi ruah pretendimi
    Immi ruah immi ruah non escludermi
    Siamo figli di un colore solo
    Non cercare lontano l’amore che hai nel cuore
    Siamo tutti sotto questo cielo
    Immi ruah immi ruah abbracciami
    Immi ruah immi ruah raggiungimi
    Immi ruah immi ruah non difenderti
    Siamo tutti sotto questo cielo
    Immi ruah immi ruah ascoltami
    Immi ruah immi ruah pretendimi
    Immi ruah immi ruah non escludermi
    Siamo figli di un colore solo
    Immi ruah immi ruah
    Immi ruah
    Immi ruah immi ruah
    Immi ruah
    Immi ruah immi ruah
    Siamo figli di un colore solo
    Immi ruah immi ruah
    Immi ruah
    Immi ruah immi ruah
    Immi ruah
    Immi ruah immi ruah
    Siamo tutti sotto questo cielo
    In un mondo possibile

    Ho sottolinato le frasi a mio paere piu significative,e penso che questo messaggio possa essere valido anche per i temi trattati in aula sulla diversità,sulla disabilità,per ricordarci come dice Marduca nel suo libro INTEGRAZIONE è un processo CONTINUO per l'acquisizione dei diritti di UGUGLIANZA E PARI OPPORTUNITà.
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    Messaggio  BernadettaFerraro Dom Mag 23, 2010 5:45 pm

    GENETICA
    Nasce la prima vita artificiale
    "Ecco la cellula in laboratorio"
    Su Science l'annuncio del gruppo guidato da Craig Venter: un batterio col Dna sintetico. "Può riprodursi". Obiettivo: creare nuovi farmaci e salvare il clima
    di ELENA DUSI

    ROMA - E' partito da quattro bottiglie di sostanze chimiche. Le ha mescolate in laboratorio e ha creato quella che è stata definita la prima "vita artificiale". Craig Venter, il controverso scienziato americano che da vent'anni lavora smontando e rimontando i "mattoni" del Dna, lo aveva annunciato due anni fa: "Sto per creare un essere vivente sintetico". Ieri lo ha fatto davvero.

    Il primo organismo artificiale è un batterio composto da una cellula sola. Si chiamava in origine Mycoplasma mycoides, ma dopo essere stato rimodellato dalle mani di Venter si è guadagnato il nome di Mycoplasma laboratorium. E' uno degli organismi più piccoli della natura e servirebbero 3mila dei suoi Dna per fare quello di un uomo.

    A un intervistatore che gli chiese se stesse giocando a fare Dio, lo scienziato rispose: "Ma io non sto affatto giocando". La dimostrazione che diceva sul serio, Venter l'ha data ieri. Nessuno quantomeno può accusarlo di essersi mosso nell'ombra: il suo esperimento (come tutte le tappe di avvicinamento degli anni scorsi) è stato pubblicato da Science, una rivista che sottopone ogni articolo al vaglio degli altri scienziati prima della pubblicazione.

    Per 15 anni Venter e i suoi 20 scienziati più fidati hanno lavorato nei laboratori di Rockville prendendo batteri diversi, scambiandone i cromosomi, costruendo pezzi di Dna artificiali e sostituendoli a quelli naturali. Ma solo ieri il Mycoplasma laboratorium ha iniziato a svolgere un'attività peculiare dei viventi: si è riprodotto. Da una singola cellula artificiale si sono sviluppate colonie di un blu intenso. Si trattava della tinta scelta da Venter, che aveva arricchito il Dna con un gene per la sintesi di un pigmento di quel colore.

    Le prime cellule con il genoma sintetico non servono a nulla. Ma per l'organismo di cui è padre, Venter prevede un futuro al servizio dell'umanità. Se oggi è stato inserito solo un gene capace di colorare le cellule di blu, domani potrebbe trattarsi di un frammento di Dna che permette al batterio di mangiare il petrolio in mare. Di catturare anidride carbonica dall'aria, riducendo l'effetto serra. Di rendere più efficiente la produzione di biocarburanti. O di produrre vaccini e medicinali.

    Con un linguaggio preso dai computer, Venter parla del Dna da lui creato come di un "sistema operativo" in grado di far svolgere ogni funzione ai batteri. E quando parlano della loro difficoltà principale, gli scienziati di Rockville citano proprio "l'accensione dell'interruttore". Venter aveva in mano da tempo il suo Mycoplasma laboratorium, ma non riusciva a farlo riprodurre. Per anni si è scontrato con il mistero di come rendere vivo un ammasso di sostanze chimiche che del Dna avevano la forma ma non la funzione. A mancargli in fondo era il "soffio vitale" del nostro immaginario religioso. Per ottenerlo, ha dimostrato, si può anche partire da 4 bottiglie prese dallo scaffale di un laboratorio.

    (21 maggio 2010) ©️ Riproduzione riservata

    http://www.repubblica.it/scienze/2010/05/21/news/scoperta_venter-4230433/



    MA CI RENDIAMO CONTO DI COSA SIGNIFICA..???
    SPERO SOLO CHE TUTTA QUESTA TECNOLOGIA NON SIA UNA BOMBA AD OROLOGERIA CHE PRIMA O POI VA A FINIRE NELLE MANI DI PERSONE ARRIVISTE...PAZZOIDI...CON MANIE DI DISTUZIONE E STERMINIO..SPERIAMO CHE L'UMANITA' NON SIA COSTRETTA A COMPIERE UN SALTO NEL BUIO E CHE LA STORIA ABBIA DIFFUSO EGREGIAMENTE IL SUO MESSAGGIO EDUCATIVO....
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    Messaggio  Brunitti Antonella1272 Dom Mag 23, 2010 6:28 pm

    in questa cartella facoltativa ho deciso di inserire la canzone di Povia "La verità"

    Mamma papà ora vi vorrei parlare, solamente dell’ amore
    L’ amore che mi avete dato, per tutta la vita
    E dirvi che continuerò a ispirarvi
    Perché il vostro cuore è immenso
    Perché il vostro cuore vola
    E Vola sopra le parole
    Sopra tutte le persone
    Sopra quella convinzione di avere la verità, la verità.

    Padre, ora tienimi la mano
    Tienila vicino al cuore, puoi sentire che ti amo
    E mentre il mondo fa rumore
    Mentre il mondo può vedere il sole
    Non voglio più dormire in fondo al mare
    E ti Chiedo solo di volare
    Volare sopra le parole
    Sopra tutte le persone
    Sopra quella convinzione di avere la verità

    Ora posso amare, ora
    Ora posso correre e giocare
    Ora volo sopra le parole
    Sopra tutte le persone
    Sopra quella convinzione di avere la verità

    Mamma, che ne sanno del dolore
    Di quello che si può provare
    Per una disperata decisione
    E di quando avevi tu vent’ anni
    Fatti di progetti e sogni in cui desideravi un figlio
    Che cambiava la tua vita
    E che stringevi forte al cuore
    E poi vedevi camminare
    E lentamente costruire la sua vita con dignità

    Ora posso amare, ora
    Ora posso correre e giocare
    Ora volo sopra le parole
    Sopra tutte le persone
    Sopra quella convinzione di avere la verità

    Mamma, papà, un giorno ci rincontreremo
    E ci stringeremo forte e faremo tante cose
    Quando sentirete un brivido che corre sulla vostra pelle
    È lì che io sarò presente
    La vostra bambina per sempre

    Ora posso amare, ora
    Ora posso correre e giocare
    Ora volo sopra le parole
    Sopra tutte le persone
    Sopra quella convinzione di avere la verità

    Ora posso amare, ora.

    Povia ha scritto una canzone su una tematica delicata come l’ eutanasia (il caso di Eluana Englaro). Credo che sia stato FANTASTICO nel creare un’ atmosfera delicata, commovente su un tema così difficile… Sentire la sua canzone al festival di Sanremo mi ha commosso !E’ una canzone bellissima che suscita emozioni e trasmette dolcezza e tenerezza, anche se miste a dolore. Un’ interpretazione personale e libera, che non offende nessuno ma fa di un caso singolo una vicenda universale, tale da toccare le corde di ogni cuore. Sembra volta verso il futuro e al legame ideale tra vivi ed estinti, piuttosto che ai momenti drammatici della fine. E’ un volo tra la poesia e la musica.
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    teoria cartella extra facoltativo Empty quando la tecnlogia fa superare i limiti dell uomo..

    Messaggio  giusi serao Lun Mag 24, 2010 2:03 am

    Protagonista di questa bizzarra (ad esser buoni) storia è un giapponese che per via della sua passione per i videogame ha anche cambiato il proprio nome in SAL9000, non contento però ha recentemente deciso di sposare quella che per lui è la ragazza perfetta con cui trascorrere il resto della vita. Si chiama Nene Anegasaki, fin qui nulla di strano, non fosse altro che questa ragazza, altro non è che un personaggio virtuale del videogioco “Love Plus”.

    In questo videogioco per Nintendo DS, l’utente può frequentare una ragazza, portarla in giro per locali e corteggiarla. SAL9000, non si è fermato a questo e probabilmente ha finito per innamorarsi della ragazza (virtuale) decidendo di sposarla.

    Il matrimonio si è svolto su un’isola del Pacifico, Guam, dove è legalmente possibile sposarsi con chiunque.
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    Messaggio  chiarolanza colomba88 Lun Mag 24, 2010 10:26 am

    Stesso cuore in diversa abilità

    Mi domando perché tu e non io
    in questa terra a volte straniera
    sotto questo cielo a volte in lacrime
    ma spesso chiaro nello stupore.
    Quante volte hai sorriso alla gente
    quante volte hai chiamato tua madre nel sonno piangendo.
    Come me ammiri il tramonto
    come me sogni un domani che racconti.
    Cosa vorresti fare nelle sere fredde
    quando magari riusciresti a creare
    un momento sereno guardando altri occhi.
    Sei una luce rabbiosa e mite
    in un prato da mille colori giochi come un bambino
    e non hai paura di chi ha paura di te,
    attendendo la mia stessa risposta.
    Mi domando perché tu e non io.

    Cercando su internet ho trovato questa poesia che mi ha colpito, non so chi sia l'autore ma penso che siano parole dette con un grido di speranza e con molto rabbia.....
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    Messaggio  barbara fusco89 Lun Mag 24, 2010 11:16 am

    Quando ti chiedi cos'è l'amore,
    immagina due mani ardenti
    che si incontrano,
    due sguardi perduti l'uno nell'altro,
    due cuori che tremano
    di fronte all'immensità di un sentimento,
    e poche parole
    per rendere eterno un istante.

    ~ Alan Douar..........
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    Messaggio  Maria Rosaria Illiano Lun Mag 24, 2010 11:42 am



    Il film Edward mani di forbici, descrive una situazione irreale, fantastica ma in fin dei conti simboleggia il diverso. Edward, il protagonista, rappresenta l' altro e da alcuni è visto con diffidenza, timore, paura ma da altri come un soggetto capace. E questi sentimenti li ritroviamo anche nella realtà infatti molto spesso tendiamo a guardare con stupore una persona che si scosta totalmente dalla norma proprio come in questo video che ho proposto. In questa situazione paradossale, con le sue mani-forbici Edward non è in grado di mangiare nè vestirsi da solo ma molti leggono in lui delle potenzialità. Inizia col creare "statue" di erba per poi tosare artisticamente i cagnolini delle vicine e divenire un bravo parrucchiere. Questa ribadisco non è la realtà ma anche in un mondo fantastico come questo è sottolineata la necessità di cogliere le capacità, le potenzialità e i pregi del diverso e non i suoi limiti.
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    Messaggio  rosita cavallo74 Lun Mag 24, 2010 12:33 pm

    girando su internet ho trovato questa poesia, per me moloto significativa, e per questo vorrei esporla in questa cartella:
    "LA FARFALLA SULLA SEDIA"
    SENTIRE LA SABBIA SOTTO I PIEDI
    SENTIRE LE ONDE
    CHE CANCELLANO LE ORME
    CHE CANCELLANO LE OMBRE
    E TORNA UGUALE LA RIVA,
    TORNA AD ESSERE VIVA.
    INVECE AFFONDANO
    QUESTE RUOTE NELLA SABBIA
    IN QUESTA GABBIA
    CHE E' IL "PESO DEL MONDO".
    VORREI ABBRACCIARE IL MARE:
    DAL PROFONDO MI SOSTERREBBE
    COME PIU' NON FANNO
    QUESTE IMMOBILI GAMBE
    E SE ANDASSI IN FONDO
    RINASCEREI PESCE FARFALLA
    CON TANTO DI GIALLO VESSILLO
    TRA I FIORI DI CORALLO.....
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    Messaggio  anna ammirevole 1178 Lun Mag 24, 2010 2:27 pm

    Diversi da chi

    Oltre la montagna sai c’è sempre il mare
    ma al di la del mare che c’è
    oltre queste nubi sai c’è sempre il sole
    ma più in la del sole che c’è
    quando il vento ci accarezza piano
    i capelli con la sua mano
    e I’abbraccio dell’arcobaleno
    sarà finalmente vero

    Rit: Forse diversi da chi
    ha perso tempo inutilmente chi
    si piange addosso come un fesso
    e non sa gridare quanto è bella questa vita
    affascinante, entusiasmante vita
    Forse diversi ma si, felici da distinguerci così
    da chi non spera mai in un buon futuro
    e si dipinge un mondo in nero,
    ma senza il gusto del caffè forse diversi da te

    Dentro quali occhi io mi potrò specchiare
    forse sto parlando di te
    togliti la maschera che ti nasconde il viso
    ma nel tuo cuore che c’è
    quando il vento ci accarezza piano
    i capelli con la sua mano
    e l’abbraccio dell’arcobaleno
    il ghiaccio del tuo cuore scalderà (3)

    Rit: Forse diversi da chi …
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    Messaggio  Giovanna Di Nardo64 Lun Mag 24, 2010 3:45 pm

    Mi hanno consigliato di leggere questo libro e l'ho trovato molto interessante per quanto riguarda il tema della diversità!
    Ecco la recensione: Negri froci giudei & co. di Gian Antonio Stella
    L'eterna guerra contro l'altro

    "È tutto, la memoria: tutto. È impossibile parlare del razzismo di oggi se non si ricorda il razzismo di ieri. Non puoi raccontare gli assalti ai campi rom se non ricordi secoli di progrom, massacri e editti di Genova alo Jutland dove l'11 novembre 1835 organizzarono addirittura, come si trattasse di fagiani, una grande caccia al gitano."

    Un saggio, questo di Stella, che pur con un titolo molto ad effetto, ha il grande pregio di ricostruire in modo accurato e storicamente definito, che cosa sia il razzismo, da quali presupposti nasca e come si sia sviluppato fino ad essere legge, e a ritornare, dopo solo pochi decenni di condanna generalizzata, in tante realtà sociali e in tante personalità pubbliche con responsabilità istituzionali, qui in Italia, l'Italia dei buoni sentimenti.

    Sempre più contraddittori con l'insegnamento dei Vangeli, i cattolicissimi leader xenofobi, hanno dimenticato la storia nazionale d'emigrazione di massa, hanno volutamente cancellato le informazioni che giungono su quello che succede dopo i respingimenti degli immigrati (Stella cita il bellissimo documentario Come un uomo sulla terra): cavalcando la paura, costruita ad arte, ecco che tanti politici riescono ad avere in pugno la popolazione meno preparata e critica.

    La nuova xenofobia, il nuovo rigurgito razzista non è solo una gloria nazionale, anzi. Così Stella esamina quello che avviene in tutta Europa e che l'Osservatorio europeo sul razzismo documenta nell'Europa dell'Est come in quella Occidentale. Queste ondate di odio razziale sono spesso collegate a un ritorno in grande stile dei nazionalismi.
    Va comunque, e l'autore lo spiega, vista la molteplicità e le diverse sfumature che oggi assume il neorazzismo.

    Particolarmente complessa è la realtà omofoba: abbiamo gay dichiarati tra i neonazisti, eppure è tra le file della destra che si annidano i più violenti omofobi.

    I siti internet sono uno specchio interessante della situazione, e questo per quanto riguarda davvero tutto il mondo occidentale, ma l'Italia ha delle caratteristiche sue proprie di cui forse non c'è da essere particolarmente orgogliosi. Le nostre vicende coloniali, le testimonianze dell'epoca, dimostrano già un forte disprezzo per le popolazioni colonizzate. In più da noi esiste anche una specie di rivalsa: tutto quello che i nostri nonni costretti ad emigrare hanno sofferto si vuole farlo pagare a qualcuno, ai nuovi sventurati, ai nuovi eredi di quella miseria, agli immigrati.

    Ecco alcuni dati interessanti: i reati in Italia sono in calo dell'8%; solo il 2% degli immigrati ha compiuto reati; invece producono il 10% della ricchezza nazionale. Ma la paure così diffusa verso gli stranieri non nasce da dati statistici, ma dalla televisione e dall'enfasi dei media nel presentare i casi in cui degli stranieri abbiano compiuto dei crimini (raramente per altro di sangue), come sottolinea Ilvo Diamanti.
    Sapere un po' di Storia antica non fa male, e così Stella, con brio e leggerezza crea una linea di continuità dai tempi dell'antica Roma ad oggi, sulle opinioni nei confronti dei popoli migratori, i barbari appunto.
    I diversi popoli, da sempre. hanno stigmatizzato "l'altro" come un essere che puzza: l'olfatto il più primitivo dei sensi, diventa così il primo ad essere sollecitato dal razzismo. Abili nel riscrivere la storia, abili nel fare in ogni caso i propri interessi economici, ecco che i difensori di ogni purezza razziale cadono proprio nelle più plateali e volgari contraddizioni.

    Anche la Chiesa ha dovuto attraversare secoli per superare le spinte razziste nei confronti dell'"altro", nero, ebreo, omosessuale (e qui non ci siamo ancora del tutto al superamento dei pregiudizi...).
    Ed ecco appunto trattato nel saggio il tema dell'omosessualità, delle discriminazioni, del disprezzo che questa realtà sempre più dichiarata (non è aumentata è solo coraggiosamente più manifesta) deve ancora oggi subire.

    Un bel capitolo viene dedicato alla persecuzione nei confronti dei rom: non decenni fa, non ai tempi di Hitler, non in Ungheria o in Romania, ma da noi, nella decantata Padania, e, sottolinea chi scrive, nella ricca città di Milano in cui gli sgomberi ripetuti dei piccoli insediamenti rom, fatti in pieno inverno e senza alcuna alternativa abitativa, vede bambini piccoli, anziani, donne incinte lasciati a dormire a cielo aperto e sotto la neve: certamente è questa la strada per la loro integrazione!

    Monta la rabbia di chi sente l'ingiustizia profonda di tanti comportamenti che vengono spacciati "per il nostro bene", rabbia per la violenza, questa sì, feroce di comportamenti che hanno ben poco di civile, non dico frutto di una decantata "civiltà superiore", ma neppure di quel po' di civiltà che si vorrebbe, noi ricchi padani, avere acquisito in secoli e secoli di benessere.
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    Messaggio  barbato rosa 1512 Lun Mag 24, 2010 5:05 pm



    PER UNA PERSONA DISABILE GUIDARE UN AEREO PUO' ESSERE UNA COSA IMPOSSIBILE...MA LA TECNOLOGIA OGGI PERMETTE DI ESAUDIRE OGNI PIU' IMPROBABILE DESIDERIO... "LA VOGLIA DI VOLARE SUPERA TUTTO"!!!
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    Messaggio  luigianocerino1036 Lun Mag 24, 2010 8:37 pm

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    teoria cartella extra facoltativo Empty TRISTE CASO DI CHIRURGIA ESTETICA

    Messaggio  sara 111001189 gargiulo Lun Mag 24, 2010 10:50 pm

    CASERTA - Un intervento di routine si è trasformato in tragedia per Annabella Benincasa, 35 anni, che aveva deciso di sottoporsi ad una semplice operazione di chirurgia ricostruttiva del seno.
    Era il 13 maggio quando Annabella si era recata in una clinica privata di Caserta per l'intervento eseguito da un noto chirurgo napoletano aggregato alla Seconda università. Avrebbe dovuto fare ritorno a casa il giorno stesso, ma le cose non sono andate così. Annabella è entrata in coma, ma non essendoci la Rianimazione è stata subito trasferita all'ospedale Sant'Anna. Sono trascorsi dieci giorni e la donna combatte tra la vita e la morte. I familiari hanno deciso di sporgere denuncia.

    VI PROPONGO UNO DEGLI ULTIMI CASI DI CHIRURGIA ESTETICA...DOVE LA VANITA' PUO' ESSERE UN PERICOLO PER LA VITA.
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    Messaggio  benedetta pieruccini 89 Mar Mag 25, 2010 12:24 pm

    Questo è il piu' bel libro che ho letto, la DIVERSITA' è il tema centrale.

    IL CACCIATORE DI AQUILONI è un romanzo ambientato in Afghanistan e racconta la storia di due bambini di diverse etnie.
    Il primo è Amir, l'io narrante, un ragazzo afgano di etnia Pashtun; il secondo è Hassan, di etnia "hazara", che, insieme al padre Ali, presta servizio nella casa di Amir.
    I due figli sono praticamente coetanei e crescono assieme, nella città di Kabul; la loro più grande passione è partecipare all'evento del quartiere: la caccia agli aquiloni. Lo scopo di questo gioco è tagliare, per mezzo del proprio aquilone, il filo di quello degli altri giocatori: chi taglia il penultimo aquilone rimasto in aria e riesce poi a recuperarlo una volta che sia caduto a terra ha vinto la competizione.
    Nonostante Hassan sia il più bravo cacciatore di aquiloni di Kabul, i due non riescono ad avere successo, finché, al suo dodicesimo anno di età, Amir riesce finalmente a vincere la gara, restando l'unico aquilone in piedi. Alla sua vittoria suo padre Baba si sente fiero di lui per la prima volta. Restava tuttavia da recuperare l'aquilone che Amir aveva tagliato al momento della vittoria, per portarlo in trofeo. Hassan si mette subito sulle sue tracce e riesce a recuperarlo, ma si imbatte in tre ragazzi più grandi, che i due amici avevano già incontrato una volta, e il capo dei quali, Assef, è animato da odio razziale per l'etnia di Hassan. Quella volta Hassan, per proteggere il suo padroncino, aveva minacciato i ragazzacci con una fionda ed era riuscito a sfuggire loro. Ma ora questi ultimi, vedendolo solo, si vendicano di lui, violentandolo, e lasciandogli in cambio l'aquilone. Amir assiste al fatto di nascosto, ma per timore di vedersi sfuggire l'aquilone, cioè il trofeo con cui sperava di conquistare definitivamente la fiducia di suo padre, non interviene per salvare l'amico. Dopo questo avvenimento Amir si sentirà in colpa, e cercherà di allontanarsi da Hassan per evitare i rimorsi che la sua presenza desta in lui. E farà in modo di mandar via dalla sua casa Hassan, insieme a suo padre Ali, accusandolo di un furto ai propri danni che Amir stesso in realtà aveva simulato.
    Nel 1981, durante l'invasione russa in Afganistan, Amir e suo padre scappano in California, negli USA, passando per paesi intermedi dove Baba, nel tentativo di salvare una donna dallo stupro, rischia di essere ucciso da un soldato russo.
    Arrivati in America, Amir trascorre la sua giovinezza laureandosi in letteratura inglese e coronando così il suo sogno, mentre Baba lavora presso un distributore di benzina. Qui Amir si innamora di una ragazza di nome Soraya, figlia di un ex generale afgano, e con l'aiuto del padre la sposa. Poco tempo dopo il matrimonio però Baba si ammala e muore di cancro ai polmoni, nel 1986.
    Nel 2001 l'amico di suo padre Rahim Khan, che era rimasto a Kabul, gli chiede di fargli visita perché deve dargli notizie di Hassan. Amir arriva in aereo fino in Pakistan. Arrivato a Peshawar, incontra l'amico di famiglia, che gli riferisce la morte di Hassan, ucciso dai Talebani mentre proteggeva la sua abitazione a Kabul. Ma Amir scopre anche che Hassan ha avuto un figlio, Sohrab, che in realtà è suo nipote: infatti Hassan e Amir sono fratelli avendo come unico padre Baba. Scioccato, Amir decide di cercare suo nipote, con l'aiuto di Farid, un amico di Rahim Khan. Essi si travestono da Talebani, mimetizzandosi così per tornare in Afganistan; alcune tracce li conducono fino ad un edificio utilizzato come orfanotrofio. Qui essi scoprono che un Talebano diverse volte era venuto a prendersi bambini e bambine, che quasi mai tornavano. Così Amir e Farid continuano a cercare il bambino in un fortino controllato dai miliziani. Qui incontra il comandante, che è Assef, uno dei ragazzi che aveva violentato Hassan quando era bambino. Il comandante riconosce Amir, e incomincia così una lotta tra loro. I due fanno un patto secondo il quale se Amir avesse vinto avrebbe potuto prendersi Sohrab senza l'intervento delle guardie. Sohrab, trovando Amir in difficoltà, proprio come il padre molti anni prima, punta una fionda contro l'ufficiale e lo acceca. Amir poi prende suo nipote e insieme scappano dal fortino inseguiti dai Talebani. Passato il confine con il Pakistan, sono entrambi salvi. Amir dopo questa lotta va in ospedale e così comincia a nascere la fiducia tra lui e il bambino.
    A Islamabad Amir cerca di ottenere l'adozione di Sohrab dall'ambasciata americana, ma capisce che è praticamente impossibile. Lo comunica al bambino che per paura di dover tornare in orfanotrofio tenta il suicidio. I medici lo salvano ed è un nuovo senso di colpa per Amir. Dopo aver risolto la pratica del visto e dell'adozione grazie a sua moglie, Amir torna con Sohrab in America. Qui Amir inizia il lungo e doloroso processo perché Sohrab dimentichi gli abusi subiti ed inizi una nuova vita con loro e gli aquiloni in California.
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    Messaggio  chiara bottigliero1566 Mar Mag 25, 2010 12:51 pm

    L'elefante e La Farfalla (M. Zarrillo)

    Sono l'elefante
    e non ci passo
    mi trascino lento
    il peso addosso.
    Vivo la vergogna
    e mangio da solo e non sai
    che dolore sognare per chi non può mai.
    Sono l'elefante
    e mi nascondo
    ma non c'e' rifugio
    così profondo.
    Io non so scappare
    che pena mostrarmi cosi'
    al tuo sguardo che amo e che ride di me.
    Una farfalla sei
    leggera e libera su me
    mai
    non ti raggiungerò mai
    mi spezzi il cuore e te ne vai
    lassù
    Sono l'elefante
    che posso fare
    inchiodato al suolo
    e a questo amore.
    Provo ad inseguirti
    ma cado e rimango così'
    non puoi neanche aiutarmi ti prego vai via.
    Una farfalla tu sei
    leggera e libera su me
    mai
    non ti raggiungerò mai
    mi spezzi il cuore e te ne vai
    da me.
    Dentro di me dentro di me
    ho un cuore di farfalla
    e non potrai vedere mai
    quanto lui ti assomiglia
    dentro di me dentro di me
    ho un cuore di farfalla
    e non potrai vedere mai
    quanto lui ti assomiglia
    Dentro di me dentro di me
    ho un cuore di farfalla.
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    Messaggio  raffaela baiano111001721 Mar Mag 25, 2010 5:58 pm

    mentre guardavo questo programma era na vita le nn vedevo....ho notato le cambiato tanto soprattutto ke la de filippi ha considerato nn solo òa categoria dei giovani ma ha dato anke tanto spazio ad un'altra categoria ke quella degli anziani ke spesso si sentono o vengono emarginati......subito ho pensato al concetto di emarginazione....soprattutto ho rivalutato questo programma...xkè fa sentire queste persone meno emarginate soprattutto dona un sorriso anche da ki li guarda da casa!!!!!
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    Messaggio  raffaela baiano111001721 Mar Mag 25, 2010 6:00 pm

    raffaela baiano111001721 ha scritto: mentre guardavo questo programma era na vita le nn vedevo....ho notato ke cambiato tanto soprattutto ke la de filippi ha considerato nn solo la categoria dei giovani ma ha dato anke tanto spazio ad un'altra categoria ke quella degli anziani ke spesso si sentono o vengono emarginati......subito ho pensato al concetto di emarginazione....soprattutto ho rivalutato questo programma...xkè fa sentire queste persone meno emarginate soprattutto dona un sorriso anche da ki li guarda da casa!!!!!
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    Messaggio  Antonia Maisto 1559 Mar Mag 25, 2010 8:23 pm

    Ho letto questo libro sulla domotica e l'ho trovoto molto interessante e volevo condividerlo con voi.
    Ecco la recensione del libro:le macchine invisibili di Bianucci Piero!

    "Vedere il mondo in un granello di sabbia": il proverbio di William Blake ben si adatta a descrivere un libro che ci guida in un viaggio meraviglioso nel mondo delle tecnologie e delle scienze, visitando un ideale appartamento comune, eppure così ricco di sorprese: "Abbiamo in casa cinquanta schiavi al nostro servizio, giorno e notte, festività incluse. Sono docili, silenziosi, hanno una salute di ferro. Il costo di mantenimento è minimo: pochi centesimi di euro al giorno ciascuno. Grazie a loro anche il più modesto dei signori Rossi vive in un ambiente da nababbo. Saranno soltanto tre camere e cucina, ma sono accoglienti come una reggia: calde quando fuori fa freddo, fresche quando fuori fa caldo, ben illuminate al calare del buio, collegate in ogni istante al resto del mondo, con una scorta di cibo sempre disponibile, acqua che sgorga fresca per bere e tiepida per fare la doccia, musica classica o pop eseguita dagli artisti preferiti. Una tana perfetta per l'Homo sapiens del terzo millennio".
    Con grande capacità affabulatoria, ma con un rigoroso impianto concettuale di guida, Piero Bianucci, soffermandosi nelle varie stanze, evoca energie rinnovabili e reggiseni tecnologici, parla di lampadine, approcci di gastronomia molecolare, problemi idrici del mondo. Nel libro troviamo una scheda sul profumo Chanel N. 5, storie di computer antichi e recenti, spiegazioni sul come funziona un lettore di dvd e l'apologia della "nobile lotta contro lo sporco". Si parla di macchinette ormai comuni, di materiali ad alta tecnologia, di "cose che cominciano a pensare", come direbbe il direttore del Media Lab del Massachusetts Institute of Technology, Neil Gershenfeld, per il loro contenuto in strumenti di informatica diffusa e a basso costo (Garzanti, 1999; cfr. "L'Indice", 2000, n. 3).
    Nel libro ci sono divertimento, voglia di raccontare, curiosità condivisa, ma in sottofondo viene creato un museo immaginario (e una storia reale) della tecnologia al nostro servizio. Si tratta di un modo sorridente e garbato di arricchire quel dialogo fecondo fra scienza e società, che ha visto Piero Bianucci in prima linea negli ultimi anni. È la felice capitalizzazione di letture e di innumerevoli incontri con scienziati, gente comune, manager, ragazzi e bambini, in qualità di giornalista, scrittore, sapiente di astronomia, conduttore degli incontri più che ventennali dei "Giovedì Scienza" e delle gloriose mostre di Experimenta, docente di comunicazione scientifica. Dietro questo mondo colorato e vario, si vede però anche lo sguardo del filosofo (Bianucci è laureato in filosofia con Luigi Pareyson). Il messaggio di fondo è che sia la tecnologia a provare la "verità" della scienza, perché le sue applicazioni sono esperimenti ripetuti, con successo, ogni giorno da ognuno di noi. E poi, l'autore ci fa ricordare che spesso è la tecnologia a precedere o ad accompagnare la scienza, non a seguirla, procedendo in un modo selettivo, anche con fallimenti (i "tecnosauri" di Nicola Nosengo, Sironi, 2008; cfr. "L'Indice", 2009). Ma, ancora più forte, avvolta di humour, di pratico understatement, di garbatezza, vi è l'idea che saponetta e frigorifero abbiano salvato più vite degli antibiotici, che se dal 1900 a oggi la vita media è passata da 44 a 80 anni qualcosa pur dovremo alla scienza e alla tecnologia. Di scienza si può morire, ma senza scienza oggi non si può vivere.
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    Messaggio  Maria Ferraro Mar Mag 25, 2010 8:55 pm

    LEGGETE QUESTO ARTICOLO:

    SPINGE LA CARROZZINA E UCCIDE UN DISABILE

    Questa mattina i carabinieri della Stazione di Sorso hanno arrestato per omicidio volontario Alfio Quan Annibale Lombardo, 21 anni, di Sorso, in esecuzione di un ordine di custodia cautelare in carcere. Secondo l'accusa avrebbe spinto un disabile in carrozzella che è caduto ed è poi morto a causa delle gravi ferite riportate. Per gli inquirenti avrebbe commesso il gesto in preda ai fumi dell'alcool, con cinismo e per l'insano divertimento di veder cadere il povero disabile da una rampa di carico e scarico merci che, alla sua estremità, non ha un parapetto di protezione. La notte del 9 aprile 2009, verso l'1, nella Rivera di Sorso, nel centro residenziale dove è ubicato un night club, Giovanni Andrea Satta, di 60 anni, di Porto Torres, disabile costretto su di una sedia a rotelle, era caduto da una rampa per il carico e scarico delle merci. Satta, in coma, era stato ricoverato in ospedale e, senza più riprendere conoscenza, era morto il successivo 21 giugno. Dopo i primi accertamenti era stato denunciato per omicidio colposo l'amministratore del centro commerciale, poichè non aveva osservato le norme in materia di sicurezza e per il mancato abbattimento delle barriere architettoniche. Ma l'attività investigativa di carabinieri di Sorso è proseguita in questi mesi con l'interrogatorio anche di decine di testimoni, avventori del locale notturno, che hanno permesso di ricostruire in modo diverso quanto accaduto. Satta, così, secondo l'accusa, sarebbe stato spinto da Lombardo che avrebbe commesso il gesto in preda all'alcool, per l'insano divertimento di veder cadere il disabile.



    ANCORA UNA VOLTA RIMANGO SCONVOLTA DAVANTI ALLA STUPIDITA' DELLE PERSONE....COME CI SI PUO' DIVERTIRE NEL VEDERE UN DISABILE CADERE??????
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    teoria cartella extra facoltativo Empty allegato al commento AUTISM AID ONLUS - INTERVENTO PROF. MINGUZZI/VASSALLO - Gio Mag 06, 2010 9:31 pm

    Messaggio  simona vitiello Mar Mag 25, 2010 10:47 pm

    in un precedente commento ho inserito solo un link omettendo una parte dell'articolo ritenuta da me molto importante...

    questo laboratorio mi ha resa consapevole della mia non conoscenza dell'autismo, per questo sto effettuando varie ricerche sull'argomento.

    una delle ipotesi sulla patogenesi dell’autismo infantile

    A volte ci sono problemi legati ad una serie di credenze, o di relazioni, che si stabiliscono tra il soggetto e il mondo culturale in cui egli è immerso: così avviene nel caso della bambina del film "LA VOCE DEL SILENZIO". Nel film la bambina vive un lutto: la perdita del padre. Questo dolore, unito alla credenza di diverse leggende apprese dalla civiltà Maya, tra cui quella che infonde la convinzione che il padre può continuare a vivere nella "culla della luna", e di altre come "non dovete piangere", "nei sogni non ci sono parole", "si sogna per vedere meglio le cose", ed ancora " in perfetto silenzio potrete vedere meglio le cose", provocano una reazione inconsueta nella bambina che finisce per chiudersi completamente in se stessa. Non c’è violenza da parte della madre, tutt'altro. Ma la piccola sperimenta lo stesso l’ineluttabilità della situazione. Solo nei suoi rituali e nel suo silenzio crede di riuscire a mettersi e a rimanere in contatto con il suo papà.

    Quello che abbiamo sin qui visto costituisce un insieme di ipotesi sulla genesi dell'autismo nei processi di regressione.
    Nei casi di fissazione, di non sviluppo, di totale e completa chiusura dentro il guscio del primo anno di vita, non sappiamo bene cosa succeda e cosa li provochi.
    Forse il bambino sperimenta qualcosa di terribile e di pericoloso per la sua incolumità.
    Ma è difficile comprendere in che modo e in quali occasioni ciò avvenga.
    Nella fissazione si può ipotizzare che al bambino sia inferta una ferita psichica da una madre fredda, rigida, distaccata. Questo modo di comportarsi da parte della madre può dipendere da un inconscio rifiuto della maternità, presente in alcune donne. Tale ipotesi, troppo spesso richiamata per legittimare la genesi dell'autismo, viene ridimensionata da molti studiosi, compresi alcuni psicoanalisti e viene ritenuta valida soltanto per alcuni casi di autismo.
    Si potrebbe ipotizzare, inoltre, che il bambino senta e viva entrambi i genitori come nemici, pericolosi per la propria vita e la propria incolumità (cfr. la fiaba di Hansel e Gretel).
    Esperienze strane e negative possono essere vissute dal bambino quando i genitori parlano un linguaggio equivoco e distaccato da sentimenti veri e da autentica affettività.
    Ma il problema può riguardare anche gli altri, l’ambiente esterno, il mondo culturale in cui il piccolo vive.
    Sia Anna Freud che Melanie Klein, avevano potuto osservare che negli Orfanotrofi, luoghi ben tenuti, con ambienti salubri, dove lavoravano balie asciutte professionalmente ben preparate, ma fredde, distaccate, e psicologicamente "asettiche", i bambini, anche se ben nutriti, ma non abbracciati, non cullati, non coccolati, non avvolti da affetto, crescevano tristi, silenziosi, e da grandi mantenevano uno stato d’animo caratterizzato da un umore cupo. La tristezza li portava ad un isolamento e ad una scarsa capacità di stabilire ed intessere buoni rapporti sociali.
    Completamente diverso da questo ambiente c’era quello molto confortevole delle balie della campagna romana alle quali i nobili della città affidavano i propri rampolli. I bambini vivevano in luoghi non sempre lindi e puliti, ma in compagnia di altri bambini, affettuosamente avvolti dalle cure di queste procaci e simpatiche donne. Essi crescevano sani, robusti, allegri, rumorosi, vivaci e, una volta tornati in seno alle loro famiglie continuavano a mostrare un carattere aperto e tranquillo, qualità psicologiche che manifestavano poi da grandi, accomunate a buonumore e socievolezza.
    L’ambiente e le persone che gravitano intorno al bambino sono sempre molto importanti per la formazione del carattere e della personalità. Occorre pertanto che l'ambiente esterno sia tale da infondere serenità, sicurezza e stati d'animo positivi.


    la relazione è fondamentale nello sviluppo del bambino... per l'articolo completo http://www.psicovita.it/autismo_infantile.htm
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    Messaggio  valentina cuorvo63 Mer Mag 26, 2010 11:04 am

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    Messaggio  BIFULCO AUTILIA Mer Mag 26, 2010 11:54 am

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    Messaggio  Antonietta Capolongo 1044 Mer Mag 26, 2010 3:27 pm

    Questo è un video che vi ho già proposto nel laboratorio per la settimana 22-23 aprile (tema: corpo, tecnologie e disabilità). Ci tenevo a riproporlo xkè il mio amore verso i cani mi ha convinta che questi ultimi sono un ottima alternativa per tutti i disabili che non possono permettersi una "casa domotica".
    Del resto si è sempre detto che "il cane è il migliore amico dell uomo"...infatti è l unico amico a non far differenze di età,di sesso,del colore della pelle...non bada se si è disabili o no....il cane ama il suo padrone per quello che è, è sempre pronto ad aiutarlo e soprattutto non rinfaccia mai niente.

    https://www.youtube.com/watch?v=HfRZTMqRjEg

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